giovedì 12 dicembre 2019

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


Testimonianza personale 

Nei mesi di maggio e luglio 1984, dopo quarant'anni, sentii parlare di nuovo delle apparizioni della Vergine Maria a Ghiaie di Bonate; l'eco di quei fatti mi era giunta la prima volta nel maggio 1944. Guardai i miei interlocutori come si osservano degli individui eccentrici. Mi era incomprensibile che, dopo tanti anni dalla presa di posizione dell'autorità ecclesiastica, ci fosse ancora gente che credesse a quelle apparizioni. 
Ho accennato a questi incontri per dire che, se sono stato indotto a interessarmi di Ghiaie, non l'ho fatto per una predisposizione al meraviglioso e allo straordinario. Non sono mai andato alla ricerca di miracoli e di apparizioni. Anzi, sono stato sempre molto diffidente verso questo tipo di fenomeni. Fatti personali, poi, mi spinsero ad andare a Ghiaie e vi andai per la prima volta il 29 ottobre 1984. Da allora ci sono tornato molte volte e con il tempo è cresciuto in me il desiderio di far conoscere quanto vi è accaduto nel maggio 1944. Quest'anno corre il 20° anniversario del mio costante pellegrinaggio a quel luogo santificato dalla presenza della Regina della Famiglia. Lì ho conosciuto la grandezza e l'attualità del messaggio di Ghiaie dato a tutte le famiglie. È stata un'esperienza triste ed affascinante nello stesso tempo. Un'avventura che non avrei mai pensato che potesse capitarmi. Lì ho incontrato persone di ogni ceto e condizione, malati nell'anima e nel corpo. Quale cattedra di parole di vita, quale clinica spirituale la Vergine Santissima ha posto in quel luogo. 
Il 29 ottobre 1984, al mio ritorno dalla prima visita a Ghiaie, così scrivevo: La Vergine apparsa la prima volta il 13 maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bergamo) è in mezzo a noi, come la Madre che sta ritta ai piedi della Croce, con il cuore e lo spirito trafitti, assieme al suo Gesù. 
È una sensazione nuova che ti prende, nel luogo benedetto delle apparizioni. È un'esperienza che penetra nel tuo intimo e ti fa desiderare di stare in compagnia di una Madre dolcissima, che soffre l'umiliazione del rifiuto dei figli. Essa aspetta che le aprano la porta: il cuore. 
Si starebbe sempre lì e quando si parte, si va con il rimpianto nell'animo ed il vivo desiderio di farvi presto ritorno. 
A Ghiaie si avverte la presenza di Maria. Bisogna saperla scorgere anche attraverso i segni dell'apparente sconfitta. 
Il pellegrino che va a Ghiaie si aspetta di vedere almeno una cappella dedicata alla Regina della Famiglia. Invece si trova di fronte ad un altare modesto, con un bianco crocifisso, di tipo cimiteriale, posto alla sommità di tre piccoli gradini che danno l'idea del Golgota. La cancellata che protegge e chiude l'altare ti stringe il cuore. È resa evidente la situazione attuale in cui molti tentano di legare la Vergine potente, la Regina del cielo e della terra e di impedirle di entrare nelle famiglie e nel mondo. 
Questo senso di morte è reso più chiaro da un vicino deposito di carcasse di auto in demolizione. Tuttavia l'albero è solo reciso, non sradicato. È rimasto il ceppo vivo, da cui riprenderà vita una nuova pianta, che allargherà sulla terra i suoi rami frondosi, ricchi di fiori e di frutti. 
I segni di vita sono i quadri e i cuori d'argento appesi alle pareti dell'edicola, testimoni di grazie ricevute; i vasi di fiori freschi; i lumi accesi e le piantine verdi che ne coprono il pavimento; soprattutto l'ininterrotto pellegrinaggio dei fedeli che arrivano qui, anche da lontano e sostano in preghiera con ogni tempo. Non è più il fiume impetuoso delle folle dei giorni delle apparizioni; come sappiamo dalle notizie storiche, è un rigagnolo che dura da oltre quarant'anni e manifesta che la fonte non è inaridita, non è scomparsa, è sempre lì in attesa di diventare un fiume pieno di acque che risanino e portino vita dovunque arrivano. L'attesa sarà meno lunga se adopreremo i mezzi qui più volte indicati da Maria: preghiera, penitenza, silenzio, riconciliazione, pace. 

Severino Bortolan

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