Apparizioni a Ghiaie
Ha senso parlare ancora di apparizioni della Vergine Maria?
Notiamo atteggiamenti diversi e opposti di fronte alle apparizioni. Ci sono coloro che accettano tutte le apparizioni, senza adoperare un minimo giudizio critico, così da discernere quelle vere da quelle false. Altri, invece, escludono tutte le apparizioni. I primi non tengono presente che ci sono apparizioni false frutto di allucinazione naturale e diabolica. Le false apparizioni, seguite sempre da inevitabile delusione, allontanano dalla vera fede, disorientano la coscienza dei fedeli, gettano il discredito sulla vera religione. Ciò spiega la sapiente prudenza della Chiesa, quando tratta questa materia. I secondi escludono per principio tutte le apparizioni, spiegandole nell'ipotesi più benevola, come fenomeni di suggestione. Alla base di questa posizione preconcetta vi è il razionalismo, più o meno avvertito, che rifiuta il soprannaturale e quando non lo nega apertamente, tende a spiegarlo, a ridurlo entro limiti accettabili dalla ragione umana. Non si vuole ammettere l'irruzione gratuita di Dio nella vita e nella storia degli individui e dei popoli. Noi crediamo a Dio creatore, uno nella natura e trino nelle persone, che conosce, ama ed ha cura di tutti gli uomini. Il nostro Dio non è lontano, freddo, indifferente alla nostra condizione e alla nostra sorte. La Bibbia rivela Dio che salva. In essa troviamo la storia della salvezza non solo di un popolo, ma di tutta l'umanità e di ciascuno di noi. Già nelle prime pagine del libro della Genesi, leggiamo che Dio ama comunicare con gli uomini, creati a sua immagine e somiglianza. È il peccato che rompe questa comunione, ma Dio la ristabilisce per mezzo di Gesù Cristo, donandoci la possibilità di partecipare alla sua stessa vita. La partecipazione alla vita divina, che ci rende veri figli di Dio, eredi della stessa gioia e felicità del Padre, nell'unità di amore perfetto, nella vita interminabile, è molto di più che essere ammessi ad un colloquio e avere la visione del Signore e della Vergine qui sulla terra. Il nostro Dio non è il Dio dei filosofi, ma il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: è Dio Padre, è Dio incarnato, è Dio con noi. Dopo l'incarnazione del Verbo eterno del Padre, nel seno purissimo della Vergine Maria, con tutto ciò che ne è seguito, nessun fatto che rientra nel divino mistero di salvezza dovrebbe suscitare in noi diffidenza, incredulità, opposizione, ma stupore, riconoscenza, silenzio adorante dell'anima. La storia della Chiesa è la storia dei martiri, dei confessori della fede, dei santi, dei mistici, dei missionari, degli eremiti, dei monaci, dei padri e delle madri di famiglia, che compiono il loro dovere nella dura quotidianità, per amore, a volte eroico; di tutti quelli che con la loro vita testimoniano la comunione con Dio, la sua continua presenza e azione tra gli uomini. Dio interviene anche nel nostro tempo, tra i più travagliati della storia umana, con mezzi ordinari e straordinari, direttamente o per mezzo della Vergine Maria, per salvarci.
Il nostro Dio è in mezzo a noi e noi siamo il suo popolo. In particolare i cristiani possono dire che, a causa del Battesimo che hanno ricevuto, Dio è dentro di noi e non dobbiamo fare grandi sforzi o imparare tecniche speciali importate dall'oriente, per raggiungerlo.
Dio è fra noi e con Lui vi è la sua e nostra Santissima Madre, che, come afferma il Concilio Vaticano II: "Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata" (v. Lumen Gentium, n. 62). La Vergine Maria, con le sue apparizioni nel mondo ed anche a Ghiaie di Bonate, va compiendo un divino disegno di salvezza. È la Madre che viene sulla terra, per riunire i figli divisi dall'odio e dall'indifferenza e per riportare i dispersi e i lontani alla Casa del Padre. Persone credenti che non sentono il bisogno di essere confermate nella fede dalle apparizioni, le prendono a cuore perché vedono in esse un mezzo efficace, come la storia dimostra, di cui la misericordia di Dio si serve per la conversione e la salvezza degli uomini. Lo comprendono coloro che vivono sotto la giuda dello Spirito Santo, ma lo sa anche Satana nemico dell'uomo e omicida fin da principio. Ciò spiega anche l'opposizione accanita contro le apparizioni, ma in modo particolare contro Ghiaie.
Satana si è inserito nella vicenda di Ghiaie seminando discordia, confusione, oscurando la verità, ma non ha vinto.
René Laurentin, mariologo di fama internazionale, osserva che dal 1933 fino al 1987, secondo la lista redatta da Dom Bernard Billet si è avuta notizia di 200 apparizioni presunte (tra le quali vi è anche Ghiaie) e nessuna di esse è stata riconosciuta.
Egli scrive: "Forse perché non erano autentiche? O forse perché si erano verificate in un ambiente culturale ed ecclesiale nel quale non potevano essere accettate? Alcune commissioni formate da uomini convinti assertori dei presupposti radicali del metodo storico-critico o della psicanalisi e imbevuti di filosofie razionaliste e idealiste che dominano più di quanto sembri gli intellettuali cattolici, non potevano certo portare a conclusioni positive. Mi sono, a volte, scontrato in quegli anni e dicevo: se Lourdes succedesse ai nostri giorni, le apparizioni non verrebbero riconosciute" (v. La Vergine appare a Medjugorje?, Queriniana, Brescia 1984, p. 10).
Il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Sacra Congregazione per la dottrina della fede, in cui vi è la sezione detta "disciplinare" alla quale spetta il giudizio sulle apparizioni mariane, disse: "Nessuna apparizione è indispensabile alla fede, la Rivelazione è terminata con Gesù Cristo, Egli stesso è la Rivelazione. Ma non possiamo certo impedire a Dio di parlare a questo nostro tempo, attraverso persone semplici e anche per mezzo di segni straordinari che denuncino l'insufficienza delle culture che ci dominano, marchiate di razionalismo e di positivismo. Le apparizioni che la Chiesa ha approvato ufficialmente — innanzitutto Lourdes e ancora Fatima — hanno un loro posto preciso nello sviluppo della vita della Chiesa nell'ultimo secolo.
Mostrano fra l'altro che la Rivelazione — pure essendo unica, conchiusa e dunque non superabile — non è cosa morta, è viva e vitale...Uno dei nostri criteri è separare l'aspetto della vera o presunta "soprannaturalità" dell'apparizione da quello dei suoi frutti spirituali. I pellegrinaggi della cristianità antica si dirigevano verso luoghi a proposito dei quali il nostro spirito critico di moderni sarebbe talvolta perplesso quanto alla "verità scientifica" della tradizione che vi è legata. Ciò non toglie che quei pellegrinaggi fossero fruttuosi, benefici, importanti per la vita del popolo cristiano. Il problema non è tanto quello della ipercritica moderna (che finisce poi, tra l'altro, in una forma di nuova credulità) ma è quello della valutazione della vitalità e dell'ortodossia della vita religiosa che si sviluppa attorno a questi luoghi" ( v. Vittorio Messori, Rapporto sulla fede, Edizioni Paoline, Milano 1985, pp. 112-113).
Nessun commento:
Posta un commento