mercoledì 28 febbraio 2024

Un bellissimo atto di contrizione per la Quaresima

 


"Ecco che vengo ai tuoi piedi, Signore. "Non guardare il come; non stupirti del quando; non guardare il tardi; guarda solo che io vengo".


Mio Dio del mio cuore, della mia anima, della mia vita, delle mie viscere, che ho tanto offeso: tanto mio Dio, e Signore, che il mare non ha sabbia, il cielo non ha stelle, il campo non ha fiori, le piante non hanno foglie, il cui numero non supera l'innumerevole moltitudine dei miei peccati, l'innumerevole varietà delle mie offese.

Ho peccato, Signore, ti ho offeso, ho fatto il male sulla faccia del cielo e della terra; mi sono allontanato dalla tua legge, ho voltato le spalle alla tua grazia, ho adorato la tua offesa, ho fatto della mia colpa un idolo, ho corso senza timore né tremore lungo i sentieri dell'inganno, della vanità e della perdizione. Oh Dio, quanto mi dispiace per quanto ti ho offeso! Mi dispiace per il poco che mi dispiace, per il tanto che ti ho aggravato: mi dispiace più per la grande ingratitudine con cui ti ho aggravato, che per il grande inferno che ho meritato.

Ma cosa posso dire, Signore? Niente mi pesa, mio Dio: un dolore che non mi toglie la vita non è un dolore; un dolore che non mi strappa quest'anima non è un dolore; un dolore che non mi spezza il cuore non è ancora un dolore. Vorrei avere una pietà per le colpe che ho commesso che sia grande quanto le mie colpe. Vorrei avere un dolore per l'offesa. Vorrei avere un dolore pari alla vostra misericordia. Vorrei piangere con lacrime di sangue per i miei grandi peccati, più per la loro colpa e offesa contro di te che per il loro danno e perdizione contro di me. Vorrei, Signore, che come la colpa era infinita nell'offesa, la pena fosse infinita nel pentimento.

Anche se per mia colpa ho perso la condizione di figlio, tu, Signore, infinitamente buono, non hai perso la condizione di Padre.

Ma dove ho trovato questo desiderio, se non nella fonte della tua grazia? Dove troverò questo dolore, se non nella conoscenza della tua immensa bontà e della mia infinita cattiveria? Da dove verranno queste lacrime, se non dal mare della tua misericordia?

Ecco che vengo ai tuoi piedi; non guardare il come, non stupirti del quando, non guardare il tardi, guarda solo che vengo. Quanto sono miserabile, Signore! Rivestito della malvagità dei miei peccati, coperto dalla goffaggine delle mie colpe, pieno degli abomini e dei vizi della mia vita! Ma mentre vengo ai tuoi piedi, ho fiducia, mio Dio, che troverò nella tua misericordia un porto, nella tua pietà un sostegno, nella tua clemenza un rifugio, nella tua bontà un rimedio.

Per questo, tremando per la tua giustizia, non ricorro ad altra assicurazione che alla tua clemenza, non chiedo altro riparo che la tua misericordia: in questo confido, mio Dio, perché anche se per mia colpa ho perso l'essere di figlio, tu, Signore, infinitamente buono, non hai perso l'essere e la condizione di Padre.

Perciò, Signore, la tua grazia infinita porti a compimento in me l'opera che la tua infinita misericordia ha iniziato, la tua clemenza aiuti questa misera creatura, abbi pietà e compassione di questa povera anima. Con la tua grazia, mi propongo di emendare la mia vita, di confessare le mie colpe, di perseverare nel riparare, di perdonare i torti, di dimenticare le ferite, di aborrire i miei vizi, di riparare come posso, di adempiere ai tuoi comandamenti come devo.

Spero, Signore, che nella tua infinita bontà mi perdonerai tutti i miei peccati, attraverso la morte e la passione del mio Signore Gesù Cristo: perché se nelle sue piaghe hai la giustizia per punirmi, hai anche la misericordia per favorirmi. Misericordia. Misericordia. Misericordia.

Pe. Fr. António das Chagas

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