lunedì 19 febbraio 2024

LA PERFEZIONE DELLA GIUSTIZIA DELL'UOMO

 


AGOSTINO AI SANTI FRATELLI E VESCOVI EUTROPIO E PAOLO 


Giobbe non soffrì senza colpa, ma oltre le sue colpe. 

11. 26. Giobbe dice del Signore: Molte delle mie tribolazioni me le ha date senza ragione 112. Non dice: "Non me ne ha data nessuna con ragione", ma dice: Molte senza ragione. Non gli furono infatti inflitte le sue molte sofferenze perché erano molti i suoi peccati, ma per provarne la pazienza 113. Per i peccati che altrove riconosce di avere giudica che avrebbe dovuto soffrire meno. 


Altre testimonianze di Giobbe. 

11.27. Giobbe dice pure: Io ho custodito le sue vie, non mi sono allontanato e non mi allontanerò dai suoi precetti 114. Custodisce le vie di Dio chi non si smarrisce così tanto da abbandonarle, ma progredisce correndo in esse, benché gli càpiti qualche volta per debolezza di sbagliare o di esitare. Progredisce diminuendo i suoi peccati, finché non arrivi dove sarà senza peccato. Non può progredire in altro modo che custodendo le vie di Dio. Erra invece e si allontana dai precetti del Signore l'apostata, non colui che pur avendo il peccato non rinunzia tuttavia ad essere perseverante nel combattere contro di esso, finché non giunga là dove non ci sarà più nessuna battaglia da combattere contro la morte 115. In questo combattimento dunque ci rivestiamo di quella giustizia della quale si vive adesso in virtù della fede e ce ne facciamo quasi una corazza 116. Assumiamo anche il giudizio, che pronunziamo pure contro di noi a nostro vantaggio quando accusiamo e condanniamo i nostri peccati. Per questo è scritto: Il giusto accusa se stesso fin dalle sue prime parole 117. A tal proposito Giobbe dice: Mi ero rivestito di giustizia come d'un vestimento, come mantello era la mia equità 118. Anche il mantello è una veste che suol essere più del tempo di guerra che del tempo di pace: una veste di questa vita in cui abbiamo da combattere contro la concupiscenza, non dell'altra vita quando la giustizia sarà piena e senza più l'ombra di nessun nemico, dopo che per ultima nemica sarà stata annientata la morte. 

Sant'Agostino

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