Ma attento a quanto ti dico: è molto facile per un giovane discepolo, non ancora pratico ed esperto in materia spirituale, prendere degli abbagli in questo lavoro. Che se non si accorge subito della sua situazione e se non ha la grazia di piantar li quel che sta facendo e di ubbidire umilmente al suo direttore, rischia facilmente di estenuarsi nel fisico e di danneggiare le proprie facoltà spirituali. E tutto questo a causa dell’orgoglio, delle passioni carnali e dell’avidità di sapere.
Ecco come ci si può illudere. Un giovane o una giovane da poco iniziati alla scuola della devozione, sentono leggere o parlare di questo dolore e di questo desiderio, e vengono cosi a sapere che l’uomo deve elevare il cuore a Dio e desiderare incessantemente di sentire l’amore del suo Dio. E subito, nella loro mente avida di sapere, essi intendono queste parole non in senso spirituale, com’è bene che sia, ma in senso letterale e materiale: così mettono sotto sforzo il loro cuore di carne e lo strapazzano dentro al petto.
Privi della grazia — e se lo meritano ampiamente —, orgogliosi e avidi di sapere, tendono le loro vene e le loro forze fisiche in maniera così rude e violenta, che in breve tempo son presi da stanchezza e un certo qual torpore si insinua nel loro corpo e nel loro spirito. Ed ecco che si allontanano dalla vita interiore, per ricercare all’esterno qualche vana e falsa consolazione materiale, quasi a voler soddisfare il corpo e lo spirito. Oppure, se non avvertono quel torpore, sentono in petto un bruciore del tutto innaturale, causato dall’abuso del loro corpo o dalla loro falsa spiritualità. E ben meritano questa sensazione, per via della loro cecità spirituale e della violenza fatta alla loro stessa natura umana durante questo lavoro apparentemente spirituale, in realtà più che mai bestiale. O, ancora, si sentono dentro uno strano calore, suscitato dal diavolo, loro nemico spirituale; la causa di tutto questo è il loro orgoglio, la loro sensualità e la loro avidità di sapere. Eppure sono capaci di pensare che si tratta di quel fuoco d’amore portato e acceso dallo Spirito santo, per sua grazia e bontà.
In realtà, da questa illusione e da quelle connesse deriva una gran quantità di mali: molte ipocrisie, eresie ed errori. Come a una falsa esperienza di tal genere segue subito dopo una falsa conoscenza alla scuola del diavolo, così dopo una vera esperienza segue una vera conoscenza alla scuola di Dio.
In verità ti dico: il demonio ha anche lui i suoi contemplativi al pari di Dio.
Le illusioni provocate da questa falsa esperienza, e dalla falsa conoscenza che ne consegue, subiscono variazioni innumerevoli e sorprendenti, a seconda dei vari caratteri e delle complesse situazioni in cui si trova chi rimane ingannato. Allo stesso modo diversi sono gli effetti prodotti dalla vera esperienza e dalla vera conoscenza dei salvati. Ma a questo punto non voglio metterti davanti altri errori se non quelli a cui, credo, sei più esposto, se vuoi diventare veramente un contemplativo. A che ti serve, infatti, sapere quali sono le illusioni degli uomini di cultura e di quelli che si trovano in condizioni diverse dalle tue? Assolutamente niente, questo è certo. Perciò non te ne indico altre, se non quelle che possono capitarti se ti dedichi con impegno al lavoro contemplativo. E quel che ti dico ha lo scopo di metterti in guardia, se mai dovessero assalirti durante il tuo lavoro illusioni del genere.
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