mercoledì 18 giugno 2025

I tre Fini del Cuore di Gesù.

 



Della Comunanza di Fine Quinto Vincolo della nostra Unione col Cuore di Gesù


Ecco una parola del divino Maestro, che dee riempirci di meraviglia, parola quanto gloriosa per noi, altrettanto piena di mistero. Come per noi il Figliuolo di Dio si santifica, per noi si offre in sacrificio, per noi egli compie le opere sue divine! E chi siamo noi dunque? miserabili creature, vile niente, peccatori degni dell'inferno, schiavi del demonio; ed egli il Santo dei santi, il Re dei re, l'Unigenito di Dio, Dio come il Padre. Che il Re liberi lo schiavo, la Santità perdoni al delitto, un Dio tutto bontà sparga i suoi benefici sulla creatura, è già più assai di quello che essa avrebbe ragione di aspettare; ma che la creatura di venga fine per cui fatichi, patisca, si sacrifichi il Creatore, e la Santità divina si subordini in qualche modo alla santificazione del peccatore, riducendo a fare le parti di semplice mezzo quegli che è l'alfa e l'omega, il principio e il fine di ogni cosa, non sembra ciò una contraddizione patente, un'assoluta im possibilità ?

E tuttavia non possiamo dubitarne; è articolo di fede cui la santa Chiesa ci fa professare nel simbolo: « Per noi, uomini peccatori, e per nostra salute il Figlio di Dio discese dai cieli, s'incarnò per virtù dello Spirito Santo, nacque di Maria Vergine, Qui propter nos homines et propter nostram sa lutem descendit de caelis; et incarnatus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine. Egli è morto a cagione dei nostri peccati, ed è risorto per nostra giustificazione, dice san Paolo, Traditus est propter delicta nostra, et resurrexit propter iustificationem nostram (RoM., IV, 25). Che mai possono significare, o buon Signore, queste parole, se non che voi discendendo dal cielo, incarnandovi nel seno di una Vergine, nascendo in una stalla, morendo su d'una croce, risuscitando glorioso dal sepolcro, vi proponeste a fine la redenzione dei nostri peccati e la santificazione delle nostre anime ? Se non vogliamo negare questi articoli di fede, dev'essere per noi indubitato che il vostro Cuore ebbe di continuo presenti gl'interessi eterni dei vostri fratelli, e per questi sacrificò i temporali della propria gloria e dei propri godimenti. Eravamo noi dunque veramente vostro fine, o Gesù, essendo proprietà del fine che ad esso vengano subordinati, e al bisogno sacrificati i mezzi.

Peraltro noi sappiamo con uguale certezza, come Iddio in tutte le sue opere non può avere altro fine che sè medesimo, e come primo dovere di tutte le creature si è il subordinarsi con ogni loro cosa al fine supremo della gloria divina. Come dunque, o Gesù, avete potuto proporvi un fine che pare sì alieno da voi, il quale siete veramente Dio? Qual cosa più opposta all'infinita vostra Maestà che la nostra miseria? Come dunque avete potuto proporvi per fine la nostra miseria, mentre fine per voi necessario è la vostra infinita Maestà ? E più di tutto, come avete potuto porre la esaltazione della nostra miseria a fine delle umiliazioni della vostra Maestà infinita E non ci avete voi forse detto le tante volte che fine vostro unico era la gloria del Padre, che questa voi cercavate unicamente, e scopo della vostra venuta nel mondo era la manifestazione della eterna verità?

Finalmente, o Salvatore divino, può egli essere che voi non accettiate pienamente l'ordine stabilito dalla provvidenza del vostro Padre celeste, e non vogliate soggette tutte le cose create al fine da lui medesimo ad esse fissato ? Ora noi sappiamo che voi stesso siete fine al quale Iddio riferisce tutte le cose, se condo il detto del vostro Apostolo: Tutto per voi e a riguardo di voi fu creato, Omnia per ipsum et in ipso creata sunt (CoL., I, 16). L' eterno disegno seguito nella produzione del mondo dei corpi e del mondo degli spiriti è l'unione di questo doppio mondo nella vostra Persona, divina insieme ed umana, spirituale e corporea; e gli stessi spiriti ricevettero ordine di adorarvi come loro ultimo fine, Et adorent eum omnes Angeli eius (HEBR., I, 6). La vostra gloria dunque, come la gloria del Padre, è fine supremo della creazione, suprema legge che ne obbliga tutti gli esseri a cooperarvi, ed i nemici di essa vi fu promesso che sarebbono costretti a fare di sgabello ai vostri piedi, Ponam inimicos tuos scabellum pedum tuorum (Ps. CIX, 1).

Questo è , o divino Salvatore, l'ordine immutabile posto per volontà del vostro Padre. Se però la volontà vostra si conforma perfettamente alla sua, voi non potete lasciar di riferire alla gloria vostra tutte le vostre opere e tutti i nostri vantaggi: e allora come possono i nostri vantaggi essere fine di tutte le vostre opere?

ENRICO RAMIÈRE S. J.

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