venerdì 20 giugno 2025

Unità di questi tre Fini nel Cuore di Gesù.

 


La soluzione della difficoltà mi svela in più chiara luce l'intima unione che a voi mi lega, o mio Gesù. Questa, di già fondata sulla fraternità e sulla comunanza di vita e di azione, fondasi ancora sulla medesimezza di fine: poichè a quel modo che la vostra gloria e quella del Padre sono una sola e stessa gloria, anche gl'interessi vostri ed i nostri sono un medesimo. 

Imperocchè la vostra gloria si distingue forse dalla gloria del Padre? Per l'unità di natura che di voi e di lui forma un solo Dio, e avendo voi una stessa esistenza, anche dovete avere una stessa gloria con lui. Invano però tenterebbero gli uomini di separare lui da voi ne'loro omaggi, di onorar lui oltraggiando voi, o di credere in lui senza credere per ciò stesso in voi. La è vostra chiarissima parola: Rendano tutti onore al Figlio, come lo rendono al Padre, Ut omnes honorificent Filium si cut honorificant Patrem (Io., V, 23); e tutti quelli che credono in Dio, credano anche in me, Creditis in Deum, et in me credite (Io.,XIV, 1). Dunque, quando voi dite altrove di non cercare la vostra gloria, ma la gloria di Colui che vi mandò, non intendete con ciò di rinunciare alla vostra gloria eterna, ma invece di far capire a noi , come questa essendo inseparabile da quella del Padre, non era il caso di farne separato oggetto delle vostre ricerche, e di temere che le vostre temporali umiliazioni vi arrecassero il minimo del trimento. Da questa parte, o Gesù, era ed è ancora perfetta unità nelle tendenze del vostro Cuore, essendochè la gloria vostra e del Padre vi si presenta come solo ed unico fine a voi comune con lui, come patrimonio infinito da voi goduto con lui, ad uno stesso titolo e ad una stessa misura; tanto n'è impossibile non pure la separazione, ma la distinzione ancora, trattandosi di assoluta identità.

Ma, o buon Signore, si dà forse una simile unità fra le ragioni della vostra gloria e della nostra salute? Appunto, questa seconda unità è tuttò somigliante alla prima, avendone essa un somigliante fondamento. A quella maniera che voi avete col Padre una natura ed una vita medesima, noi ancora abbiamo in comune con voi una natura umana ed una vita divina medesima, la natura da voi assunta e la vita che a noi donaste. Assumendo la nostra natura, voi ci addiveniste fratello; donandoci la vostra vita, faceste noi vostri membri; e per questo doppio legame contratto con noi vi obbligaste a non mai separare le ragioni della nostra salute da quelle della vostra gloria, se pure non vi foste costretto dalla nostra ostinata malizia. In una bene unita famiglia tutto è comune, i beni e i mali, le prospere cose e le avverse; i fratelli tutti si gloriano dell'onore conceduto ad uno di loro; tutti ne sentono come proprie le sventure. Ma ben ancora più stretta in un corpo vivo è l'unione in solido delle membra. Il capo, che ne è centro comune del senso e del moto, non può aver bene se non nel bene di loro tutte; sanità e malattia, godimenti e dolori, glorie ed ignominie, tutto ha comune con loro.

Ma, o buon Gesù, come paragonare l'unione cui la comunanza di sangue e di origine mette fra gli individui di una medesima famiglia, o quella cui l'identità del sentire e del vivere mantiene fra le membra di un medesimo corpo, coll'unione che fra il vostro Cuore ed il nostro si forma sempre più strettamente per la effusione del vostro Spirito e la virtù infinita del vostro amore? Dove trovare una fratellanza pari a quella che rende voi nostro fratello; una comunanza pari a quella che fa di noi vostri membri, che fa di voi nostro capo ? No, non è a voi più possibile il separare la gloria vostra dalla nostra gloria, il bene vostro dal nostro bene. Potevate non incarnarvi; potevate, incarnandovi, non diventarci fratello; potevate, diventandoci anche fratello secondo natura, non comunicarci la vostra vita nè renderci per soprannaturale unione veri membri vostri, veri figli del vostro Padre celeste; ma dappoichè tale unione è compiuta, voi non potete più fare che le ricchezze dei vostri fratelli non sieno vostre ricchezze, che la gloria e il bene dei vostri membri non sieno vostro bene e vostra gloria.

Da quel momento il vostro eterno Padre si obbligò di estendere a ciascuno di noi l'amore che a voi porta; e vedendo in noi il vostro carattere, la vostra immagine, il vostro Spirito, non può a meno di compiacersi in noi, come si compiace in voi. Fino a che noi dureremo inseriti in voi, suggendo l'alimento della vostra grazia divina ; i frutti da noi prodotti gli riusciranno accetti, come i prodotti da voi a sua gloria sulla terra, perchè sono anch' essi vostri frutti. I grappoli pendenti dai tralci non meno appartengono nè fanno meno onore alla vite di quello che se spuntassero immediatamente dal ceppo. Come dunque la gloria del Padre non sarà mai separata dalla vostra, così non potrà esser mai dalla nostra salute. In hoc clarificatus est Pater meus, ut fruetum plurimum afferatis et efficiannini miei discipuli (J0, XV, 8).


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