domenica 20 luglio 2025

DELL'APPARIZIONE DELLA S. CROCE NEL CIELO

 


DELL'APPARIZIONE DELLA S. CROCE NEL CIELO


Lettera di suor MARIA LUIGIA TERESA AURELIA, Priora delle Monache Benedettine in Narni, alla M.to Rev. Madre Suor TERESA AURELIA di San Giuseppe, Carmelitana scalza nel monastero di Santa Teresa in Terni. 


Mia dilett. Madre, e consorella Cariss. in G. C. 

22 Marzo 1848. 

Sono molti giorni che guardo il letto e la camera per certi mali che girano qui in Narni, ma io non ne fo conto, perchè sono grazie di Dio sempre benedetto. Per appagare il di Lei desiderio, e quello dei santi suoi Religiosi, risponderò in questo foglio con tutta sincerità a quanto desiderano sapere sulla nota croce, che non comprendo come da poco in qua si sia conosciuta, non parlandone noi per niente, e qui da niuno se ne sa cosa alcuna, e non si richiede; ma sono tante le ricerche da parti lontane, anche fuori di Stato che di più di 300 che ne avevo, ora poche ne restano. Dio sa tutto. Eccomi alle dimande, che per spiegarmi bene non so restringerle nella cartina che Lei mi acclude.

Nulla abbiamo, nè sappiamo della copia della Cro ce del Padre Vincenzo da Osimo di b. m. che noi non conosciamo. Il fatto è il seguente. Subito che io intesi dalle cinque religiose l'apparizione di questa nostra croce, ne feci alle medesime una esatta descrizione, e mostrai ad esse molte diverse croci, ma tutte dissero non essere queste simili in nessuna maniera a quella che avevano veduta. Provai col toccalapis a formarne molte altre, e non erano affatto come quella apparsa. Licenziai tutte le cinque e presi a scrivere ad un servo di Dio a me co gnito; gli dichiarai quanto le suddette avevano veduto, ed a posta corrente mi venne questa risposta. « Mando qui acclusa una croce, e da questa vedrà e conoscerà qual sia la croce apparsa. Dio la benedica. » Osservai la croce, mi sembrò singolare e mai veduta. Era stampata nel 1815, e seppi dipoi che l' aveva fatta un servo di Dio già passato al cielo. Riposi la croce senza mostrarla ad alcuno e aspettai Monsignor Vescovo, il quale già sapeva l'apparizione della Croce, e ne stava pensoso poichè di ceva: – Se una sola monaca l'avesse veduta, si potrebbe dubitare di qualche alterazione di testa, ma essendo cinque non vi può essere dubbio. Venuto il Vescovo, entrò, per - chè io stava male. Si portò in mia camera, e licenziò tutti di sua compagnia, e mi disse che gli mostrassi il luogo preciso dell'apparizione; lo additai subito, perchè ap parve proprio incontro alla mia finestra della camera che corrisponde all'orto ove apparve. Di poi gli diedi la lettera colla croce ricevuta dal servo di Dio, e nel mirarla re stò sorpreso e disse: «Che croce è questa l io mai ne ho veduto una simile fra le tante che se ne trovano. » E dopo averla bene esaminata, mi disse: « Lei chiami una per volta le cinque Religiose che videro l'apparizione, gli mostri questa Croce, e senta cosa ne dicono: poi ad una per volta gl'imponga obbedienza decisa di tenere a tutte si lenzio, e non parli nessuna, neppur fra loro cinque, d'aver veduta questa croce. » Per mandar la cosa al naturale misi questa croce nel mio Breviario, e feci chiamar la prima in mia camera, e gli dissi: Guardate un poco questa croce, vedete se niente somigliasse a quella che vedeste. La giovine appena la guardò, alzò le braccia al cielo e disse: Eccola eccola, questa è proprio quella che apparve; e come mai voi l'avete ? Le risposi con indifferenza. La avevo qui nel mio Breviario, gli dissi, osservatela bene se è simile in tutto a quella comparsa. Allora disse : la croce è tale e quale, ma qui ci sono i piedi, e le mani di G. C. e in quella che vidi non ci erano, solo ci erano i tre chiodi delle mani, e piedi; in quella ci era la lan cia, la spugna, il martello, e le tanaglie. In questa non ci sono. Le lettere pure non sono come quelle (essendo scritte le 12 Tribù a stampa manoscritta). In quella croce erano lettere come noi le facciamo alle biancherie (let tere maiuscole) ed erano tante che empivano tutto lo spa zio vuoto del quadro, ma noi quantunque le vedessimo bene, non sappiamo leggere. Questa stella è grande ; ed era così. Queste nuvole non c'erano, era tutto il cielo sereno. Gli splendori poi erano tanti, che non hanno che fare con questi pochi; gli domandai mostrandole a dito il Trire gno, e le Chiavi. Rispose oh ! questo sì che era tale e quale, e brillavano tanto. Questi due cori e queste brac cia sotto la croce ci erano, ma la gran luce non lasciava ben distinguere tutto. Questo globo che era grandissimo, era tanto pieno di roba che cadeva di sotto, che non è niente tutto questo che qui si vede, ma erano corone, e tante cose che io non so come si chiamano. 

Finita la esplorazione, di questa prima monaca, chiamai la seconda, eppoi l'altre, e senza più dilungarmi, tutte dis sero lo stesso. Le lettere o scritture che in questa croce si leggono, sono state messe da chi ne fece il rame, e prese dalla croce che mi mandò il servo di Dio; sicchè Lei gli dia quella fede che crede, perchè nessuna potè qui leg gere cosa dicevano le tante lettere che empivano il gran quadro, il quale era posto come entro una cornice di bel - lissimi fiori, uno bislungo ed altro rotondo, e tutti uniti e disposti l'un dopo l'altro senza variazione. Noi non ab biamo fatto fare questo rame, ma bensì una signora di Firenze ora defunta, avendo intesa questa apparizione qui seguita, volle che io minutamente gliela descrivessi ; e nel sentire che vi era altra quasi consimile croce, avendo conoscenza con tanti servi di Dio, trovò ed ebbe un'altra stampa come quella a me mandata, e prese le scritture di quella per inserirle nel rame. Dipoi improvvisamente mi mandò le stampe, il rame, ed una croce, ma delle nostre, e ben dipinta, perchè credeva vicina la sua morte come fu, acciò io ne avessi tutto. Sicchè Ella veda la croce come realmente apparve, meno le scritture che io non so se siano messe per rivelazione o per divozione. Le parole Charitas nella traversa della croce veduta, dis sero che ci erano, ma non sanno se le leltere volessero dir Charitas. La stella a destra della croce, siccome resta dalla parte di Schifannoia, ove sta il nostro fattore di campagna in un nostro casale, io dopo alcuni giorni che qui venne gli dimandai, se mai fosse sortito di casa in nanzi giorno, ed avesse osservato niente nel cielo (ma non gli dissi niente della croce); mi rispose, che lui stava male, ma i figli, ed altri contadini che erano sortiti ai lavori campestri, nel tornare a casa gli dissero (e noto l'ora e il giorno): « Tata mio, poco è mancato che non siamo morti tutti, perchè prima di giorno è venuta dall'oriente una gran stella verso noi, ha mandato un raggio di fuoco così grande, che parve mezzogiorno di agosto; ha fatto un giro per tutto il mondo (così ci parve), eppoi ha vol tato verso Narni, e non si è veduta più ; ma la striscia è durata finchè il sole è salito in alto, e noi siamo ri masti gelati e fermi per un pezzo, temendo d'esser bru ciati tutti. » La croce del servo di Dio la manderei, ma mi è stata data in segreto, e temo ancora di perderla: sarebbe meglio che qualcuno venisse da me, e gliela mo strerei. Mi sembra da quanto ho scritto che potessero ca pir bene tutto. Ed è tutta verità.

Mia buona amica, dica al suo santo Religioso che scusi come scrivo perchè poco ci vedo. Ci sarebbe da dire che quando la croce cominciò a scomparire, uscì ai piedi della croce un gran raggio che serpeggiando andò passando il fiu me Nera verso Amelia, e lì pure mi disse un contadino che venne qui a trovar la sorella, che mentre andava con molti contadini, e bestiame ad una fiera, vide calare una gran stella che mandò un fiume di fuoco per cui restarono tutti spaventati e immobili, credendo che fosse andata a fuoco tutta Amelia; eppoi la stessa tornò in alto, e restò fino a giorno chiaro il chiarore del fuoco. Gli dimandai che giorno fosse, e che ora, e trovai appunto tutto seguito nell'ora della comparsa croce. 

Mi disse una persona l'anno scorso, che le Monache Barberine in Roma hanno nel loro archivio una lunga profezia intitolata la Donna Enfatica, che dice in un verso c0sì: 

- Da qui al fiume Nera 

Vedrassi il gran Vessillo; 

Per dar la caccia al grillo 

Ottimo è l'orto.

Chi mi disse questo, va supponendo che il vessillo sia S. Croce che fu nel nostr'orto, ed il trapasso del raggio sulla Nera che passò in Amelia possa aver relazione col fatto dell'apparsa croce; ma io non saprei come spie gar tutto questo. La verità si è che si sta sempre in ti more. Qui si fece la commedia venerdì giorno santo e di tempora: sabbato un'accademia, eppoi illuminazione; insulti agl' ecclesiastici, ed al curato Paterni ingiurie, e sfasci delle vetrate della casa. Si grida Morte e si schia mazza. Non so come si finirà. Una buona serva di Dio es sendo stata dal S. P. mi ha detto, che essendo da più anni conoscente del Papa, ora più non si riconosce da quello che era, ma che sibbene ci sara d' alcune parti molto spargimento di sangue; non si tema qui, e che per le monache ci sarà qualche crisi, ma si stia quiete, che Dio ci penserà, e tutto terminerà a gloria della S. Reli gione. Orazioni, e fiducia nel Signore e Maria SS. Dun que speriamo, ed oriamo. - M. Agnese la saluta tanto, e la sua salute è fiacca as sai, così è stata sempre, e col suo naturale sempre ma linconico, e mai contento, si finisce di rovinare. Io ci patisco assai, perchè sono tutta all'opposto, e presto mi rallegro nelle tribolazioni, perchè tutto passa, e sempre vedo la mano sovrana che ci assiste. Stiamcene nel dolce Cuor di Gesù, dove si trova ogni bene, e scambievolmente raccomandiamoci a Dio. Sono con tutto il rispetto sua Umiliss. 

Serva e Amica M. L. T. A.


Nessun commento:

Posta un commento