sabato 20 luglio 2019

Il Sacro Cuore



Riparazioni e consacrazioni

La consacrazione delle famiglie

La consacrazione delle nazioni al Sacro Cuore era difficile da ottenere, a causa della opposizione fatta dalla politica laicista. Varie associazioni cattoliche promossero allora la pratica della consacrazione delle famiglie. Essendo la società composta di famiglie, se queste si consacrano in gran numero al Cuore divino, mediante esse la società stessa si affida al Redentore. Se i capi di Stato rifiutavano la divina richiesta, i capi di famiglia l’accoglievano 82.
Verso la fine del secolo XIX, l’associazione Apostolato della Preghiera propose un vasto movimento di riparazione mediante la pubblica consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore oltraggiato. Nonostante l’opposizione del mondo culturale, della stampa e perfino dei cattolici liberali, l’iniziativa ebbe grande successo: in un solo anno oltre 2 milioni di famiglie si consacrarono, delle quali mezzo milione in Francia e 400.000 in Spagna. Il 15 ottobre 1890, l’associazione consegnò al convento di Paray-le-Monial 35 volumi contenenti le consacrazioni, firmate dai capi di famiglia. 
Una pratica di pietà molto diffusa fra i fedeli era quella d’«intronizzare» nelle famiglie una immagine del Sacro Cuore.
Essa faceva parte di un insieme d’iniziative nate intorno alla devozione al Sacro Cuore, animate da un comune spirito di riparazione e consacrazione 83. Questa usanza derivava dalla promessa fatta da Gesù stesso a santa Margherita Maria, quando le disse: «Porterò la pace nelle famiglie; (...) benedirò i luoghi nei quali l’immagine del mio Cuore verrà esposta e onorata».
La ragione di questa pratica è semplice. Se la famiglia è moralmente sana, essa trasmetterà moralità alle altre società ed alle istituzioni civili; ma se è corrotta, essa contagierà tutte le altre società che influenza. L’intronizzazione del Sacro Cuore nei focolari mira a preservare e perfezionare la fede e le virtù delle famiglie e, in questo modo, dare un contributo importante alla santificazione e alla moralizzazione della società civile.
Questa pratica venne rilanciata all’inizio del XX secolo dal sacerdote peruviano Mateo Crawley-Boevey (1875-1961). Dopo un pellegrinaggio sulla tomba di Margherita Maria, egli si propose di organizzare un movimento di rigenerazione delle famiglie mediante la devozione al Sacro Cuore, promuovendo una pratica che facesse di Gesù un vero Re dei focolari, nella prospettiva di restaurare in questo modo la sua regalità sociale. Egli sottomise il suo piano dapprima ai suoi superiori e poi a san Pio X, che lo esortò a dedicare la sua vita «a questa opera di salvezza sociale». Stabilitosi in Cile, egli vi fondò nel 1927 l’Opera dell’ Intronizzazione del Sacro Cuore, che rapidamente si diffuse nel mondo intero 84.
Benedetto XV, in una lettera del 27 aprile 1915 al padre Crawley-Boevey, afferma che la consacrazione delle famiglie al sacro Cuore è una pratica quantomai necessaria al nostro tempo: «I colpi del nemico mirano principalmente alla società familiare. Poiché questa contiene, come in germe, i princìpi della società civile, essi ben comprendono che quella trasformazione, o meglio corruzione, della società politica deriverà necessariamente dalla corruzione della società domestica, una volta che ne avranno guastato i fondamenti» 85. In un’altra lettera, datata 16 gennaio 1919, inviata a nome di Benedetto XV dal cardinale van Rossum al padre Kapteinm, s’insiste su questo concetto: «Soprattutto riteniamo importante che non si faccia una superficiale consacrazione della famiglia al Sacro Cuore, una festicciola domestica che forse verrà presto dimenticata; ma desideriamo che Gesù venga veramente posto su un trono al centro della vita familiare»
Nel Diploma Ufficiale dell’ Intronizzazione, sottoscritto dalla famiglia che ha deciso di praticare questa devozione, si legge: «Con questo atto, solenne espressione di sincero amore e riparazione, noi sottoscritti vogliamo: proclamare un ufficiale riconoscimento della Regalità di Gesù Cristo, nostro Signore e Maestro; promettere l’incondizionata osservanza dei Comandamenti di Dio e della Santa Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana; difendere gli assoluti diritti di Dio dalle sacrileghe violazioni compiute da individui, famiglie e nazioni; sottometterci interamente all’ infallibile autorità del Sommo Pontefice» Per alimentare i buoni propositi che accompagnavano la consacrazione del focolare, il manuale del movimento consigliava alla famiglia la preghiera in comune la sera davanti all’immagine del Sacro Cuore; la pratica dell’Ora Santa ogni venerdì, o almeno ogni primo venerdì del mese; la confessione e comunione frequente, fatta con intenzione riparatrice. Noi possiamo aggiungere la pratica del Rosario in famiglia, una delle più atte a mantenere lo spirito di fede, necessaria specialmente in questi tempi tempestosi per il focolare domestico.
La pratica dell’ intronizzazione del Sacro Cuore non è limitata alla famiglia, ma può essere estesa alle altre società e ambienti: scuole, uffici, fabbriche, sindacati, ospedali, carceri, ecc. 

Guido Vignelli

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