IL MESSAGGIO DI GHIAIE
Il messaggio affidato dalla Vergine Maria ad Adelaide Roncalli è semplice ma non è puerile, né insignificante. Queste obiezioni furono rivolte ad altre apparizioni già riconosciute dalla Chiesa. La validità di un messaggio non è data dalla complessità del testo, né dalla sua elaborazione teologica. Il messaggio di Ghiaie non è un tutto organico, espresso con frasi concatenate. Troviamo in esso delle ripetizioni, come quando la Vergine, nella seconda apparizione, ripete alla bambina la raccomandazione che le aveva rivolta nella prima: "Devi essere buona, ubbidiente, sincera e pregare bene, rispettosa verso il prossimo". Qualsiasi pedagogia è ripetitiva. Il compito insostituibile della madre è quello di ripetere, di radicare nell'animo dei figli ciò che è fondamentale nella vita di ciascun uomo. La Vergine si comporta come madre nella vita spirituale di Adelaide e di ognuno di noi. Inoltre, la bambina Adelaide nell'estasi conosce per intuizione, non in modo discorsivo; addirittura la conoscenza le può essere data direttamente da Dio. La differenza tra questa conoscenza e la nostra abituale, si manifesta anche nella formulazione essenziale dei concetti, anzi, in un concetto ne possono essere contenuti altri. Sia la conoscenza e il modo di esprimerla risentono dell'origine da cui provengono, cioè Dio, il quale è semplicissimo e infinito nello stesso tempo. Per questo bisogna essere molto prudenti quando si giudicano i fatti soprannaturali, che esulano dal nostro mondo e spesso per darne un giudizio non serve molto la scienza umana. I più adatti a capire questi fenomeni sono quelli che ne hanno fatto esperienza o che vivono una intensa vita spirituale.
A proposito di brevità, voglio ricordare che il messaggio dell'apparizione di Pontmain (Francia), avvenuta il 17 gennaio 1871, riconosciuta il 2 febbraio 1892, dal vescovo di Laval, monsignor Wicart, e confermata dal Papa Pio XI,è fatto da una sola frase. Si può avere un'apparizione autentica, senza che vi sia un messaggio fatto di parole; l'apparizione in se stessa è già un messaggio. Alfonso Ratisbonne, il giovane ebreo convertito, al quale la Vergine apparve nella chiesa di S. Andrea delle Fratte a Roma, il 20 gennaio 1842, disse: "Ella non mi ha parlato, ma io ho capito tutto".
Aggiungo che il messaggio di Ghiaie non è dato solo dalle parole, ma da tutti quegli elementi che fanno parte integrante dell'apparizione: i colombi bianchi che la precedono; gli angeli, i santi che l'accompagnano; i colombi con la piuma scura che la Vergine tiene tra le mani; il punto luminoso che si ingrandisce fino a contenere in tre ovali di luce la S. Famiglia o a mostrare la Vergine ammantata di luce; la visione allegorica degli animali che pregano nella chiesa, dinanzi la S. Famiglia.
L'apparizione di Ghiaie, come ogni avvenimento religioso di una certa importanza, ha la sua spiritualità. La spiritualità di Ghiaie non solo è conforme alla verità rivelata, ma è talmente ampia da dare ad ogni persona, in qualsiasi condizione si trovi la possibilità di raggiungere la salvezza eterna e di percorrere la via della santità. Potremmo chiamare la spiritualità di Ghiaie nazaretana, perché offre a tutte le famiglie e ai singoli che la compongono, come modello da imitare la S. Famiglia di Nazareth.
Severino Bortolan
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