martedì 15 febbraio 2022

É il Suo amore per i peccatori impenitenti che causa il dolore di Gesù.

 


24 gennaio 1946,  San Timòteo 

É il Suo amore per i peccatori impenitenti che causa  il dolore di Gesù. Egli li amerà così fino alla fine,  fino all'ultimo minuto.  Farà appello al loro cuore: lo  sguardo di Gesù a quello che lo consegna ai supplizi  e alla morte, è significativo in merito. Egli non li  prende con la paura, apre loro le braccia. E quasi  sempre loro non si arrendono: la misericordia di  Dio, lungi dall'intenerirli, li offende come un'elemosina, quand'anche non sembra loro una debolezza  riprovevole. Essi non vedono a quale grado Dio si  degna piegarsi quando chiede l'elemosina del loro  pentimento mentre potrebbe accontentarsi di schiacciarli con la Sua potente Giustizia. Ma sono loro, i  colpevoli, che rifiutano di avvicinarsi. E quand'anche si sanno peccatori, come Giuda, invece di chiedere perdono, si mostrano ancora orgogliosi nel rimorso, e muoiono dannati.  É tale la potenza della libertà umana che Dio permette che si  ribelli eternamente contro di Lui.  Ma prima che la giusta sanzione colpisca i colpevoli,  Gesù, loro fratello prima di essere loro giudice, li compatisce e li chiama. 

E noi?  Compatiamo noi i peccatori nostri fratelli, noi che non dobbiamo giudicarli?   Imitiamo noi il buon Gesù nella ricerca del peccatore, della pecora smarrita?  Talvolta  basta una parola per intenerire il cuore dei nostri compagni di prigionia terrestre.  La diciamo? 

Signore, donaci, a Tuo esempio, l'amore ai peccatori e il desiderio di convertirli.  La ricerca vigilante di ogni occasione di fare del bene intorno a noi, non è anche un modo di  vegliare con Te?  Vegliare non è solo accompagnare il grande Amico che soffre; darGli  delle consolazioni, dell'affetto, è anche impedire al nemico di avvicinarsi, opporsi alle  sue manovre, non allearsi con lui, sacrificarsi perché non raggiunga il Bene-Amato e  quelli che Egli ama.  Vegliare è anche pregare e lavorare perché il Regno di Dio arrivi.   É unirsi a quelli che pregano, lavorano e soffrono per lo stesso fine, certi di essere allora  in compagnia di Gesù che è il fine stesso. Ce n'è tanti che non ci pensano più, tanti che  ci pensano solo per opporsi!  Quale non ha dovuto essere l'astuzia di Satana che è riuscito a deviare tanti uomini, dai più intelligenti ai più ottusi!  Quant'è profonda e lontana la  radice del male, così sono estese le sue radici!  Scendendo sulla terra Gesù è venuto  come un agnello in mezzo ai lupi, in un mondo in cui troppo spesso i migliori sono indifferenti! 

Così Egli sarà un segno di contraddizione, e gli uomini che non si opporranno a Lui saranno una piccola minoranza.  Possano far seme e divenire numerosi!  Siamo di quelli, e  diamo il buon esempio per trascinare verso Gesù le anime di buona volontà. É solo questione di buona volontà, naturale o educata.  Ma se dimostriamo cattiva volontà, un po'  alla volta essa diventerà la nostra matrigna e diverremo suoi schiavi.  Ogni atto di buon  volere è, per contro, un incoraggiamento al bene, un'affermazione nel bene.  

Signore, Tu l'hai promesso, il Padre celeste invierà certamente lo Spirito a quelli che lo  chiederanno.  Ebbene!  noi glielo chiediamo per Te, nostro Fratello, che si degni di accordarci uno spirito incrollabile, vivente, amante, e che lo mandi anche a tutti quelli che  ci sono cari.

Meditazioni, ritrovate tra i suoi scritti Fernand Crombette 

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