mercoledì 20 maggio 2020

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


L'intervento del Cortesi sui medici per  influenzare in senso negativo il loro giudizio  su Adelaide 

Dalla lunga descrizione del 31 maggio 1944, ultimo giorno delle apparizioni, cito quanto segue: 
" Per le 16 attendevo i medici. Era nostro progetto che  tutte le specialità mediche a consulto, esaminassero minutamente la fanciulla prima della visione. Non è colpa nostra se il  progetto non fu eseguito che in minima parte. 
Arriva Zonca... a vari intervalli arrivano i dottori Zilocchi,  Castoldi, Paganoni, Sala, Reggiani e infine la dott. Merli e il dott.  Mazzoleni. Discutiamo. Penso che elementi nuovi e interessanti  non emergeranno dall'esame organico e neurologico della piccina,  patentemente sana, ma, semmai, dallo studio paziente della sua  complessa e delicata psicologia. All'uopo comunico all'esimio  alienista Zilocchi alcuni dati che meritano attenzione: la piccola  assistette con passione alla rappresentazione scenica dei fatti di  Fatima: desiderava veder la Madonna e la pregava, anche di  notte, che le comparisse: bramava presentarsi sul palcoscenico:  l'inizio delle visioni fu segnato da una crisi; noto gli altri dati preoccupanti che offrono l'anamnesi ambientale, familiare e  individuale della bimba, la storia e il contenuto delle sue visioni,  l'ambiente in cui si svolgono... Tutti elementi che, vedevo bene,  in mano a uno psichiatra non possono che incanalare la ricerca  verso una soluzione negativa. Il buon dottore apprezzò la mia  onestà scientifica. Per la stessa onestà avrei dovuto esporre anche  gli aspetti positivi della questione, capaci di bilanciare e di sanare  quegli elementi negativi, il che allora non feci. Ond'è che mi  crogiolai in un acuto rimorso; peraltro, ero convinto che la  soluzione del problema delle Ghiaie non si poteva attendere  dall'esame della piccola, ma solo dall'accertamento delle  guarigioni cosiddette miracolose, sulle quali, dunque doveva  cadere il precipuo interesse della scienza... 

Scrive Zilocchi: "Ebbi occasione di vedere assieme a vari  colleghi, la Adelaide in un istituto di suore di Bergamo, ove ho  proceduto a sommario esame somatico e neurologico... Somaticamente mi parve immune da anormalità. Così anche l'esame  neurologico fu negativo. La Roncalli sembrava seccata dagli  esami e parve incline al pianto. Né si prestava ad un  interrogatorio... Non ho potuto approfondire lo studio  psicologico; studio, si comprende, che non poteva essere che ben  ponderato e guardingo e solo svolto dopo prolungata  osservazione in ambiente adatto, lontano da azioni  eterosuggestive..." Zilocchi tenta, con alcune domande, di  penetrare nella psicologia di Adelaide. Ma la bimba, ancora  agitata dal pianto e dai singulti, non risponde. M'impegno a farla  cantare. Con qualche astuzia, la libero dalle crisi di pianto e le  faccio narrare — un'altra volta! E chissà per quante volte ancora! 
— le circostanze della prima apparizione. Zilocchi, lasciandoci,  mi consiglia di indagare a fondo quelle circostanze. 
Nessun altro medico può visitare la bambina, poiché il  tempo destinato al consulto è scaduto... tra i dottori che assistevano la bambina, notai: Zonca e Borroni, a destra; Loglio, indietro, a sinistra; davanti a sinistra, il prof. Ferdinando Cazzamalli di  Como, libero docente di clinica neuropsichiatrica nella R.  Università di Roma, presidente dell'Ist. di Metapsichica Ital., il  quale offrirà generosamente alla questione delle Ghiaie la sua  profonda competenza, studiando la piccina ed esaminando  numerosi casi di "miracolati"; Ippolito Pipia e Adolfo Mazzoleni  di Bergamo; Vittore Negri, Giuseppe Mastrangelo e il Prof.  Rosario Ruggeri, dell'Ospedale psichiatrico di Mombello; fuori  del recinto rimasero Zilocchi e Carlo Sala... Quella sera, in qualità di... come dire? delegato vescovile, era con noi anche il  Can. Sac. Giovanni Magoni, professore di diritto canonico nel  seminario di Bergamo e cancelliere della Ven. Curia..." (v. Storia  dei fatti di Ghiaie, pp. 168-173). 
Quale sia stata l'onestà scientifica del Cortesi, in quella occasione e non solo, lo dice lui stesso nelle pagine citate. 
Egli agì sul dott. Zilocchi prima che questi compisse l'esame somatico e neurologico su Adelaide, trovata dallo stesso  dottore normale sotto ogni aspetto. Così intervenne in vario  modo, a riguardo dell'esame compiuto da padre Gemelli e dalla  sua assistente prof. Agata Sidlauskaitè. I due, il 30 giugno 1944,  vanno a Gandino (Bergamo), nel convento delle Suore Orsoline,  per compiere il loro esame su Adelaide. Là trovano don Cortesi,  il quale ci informa che padre Gemelli partì soddisfatto. 
Il Cortesi scrive: "A mons. Bernareggi, incrociato nel  ritorno a livello di Nembro, comunicò le sue impressioni:  Adelaide è soggetto assolutamente normale, con una forte  personalità, buona sociabilità e con un grado mentale superiore di  due anni alla sua età cronologica (v. Il problema delle apparizioni  di Ghiaie, p. 99). 

Partito padre Gemelli, la prof. A. Sidlauskaitè resta a Gandino fino al 4 luglio, ospite nello stesso convento, dove si trovava Adelaide, così la può tenere sotto osservazione durante il  giorno ed anche nella notte. Padre Gemelli, 1'11 luglio 1944,  invia a mons. Bernareggi la sua relazione. In essa, verso la fine, segue "un appunto critico,  dove si deplora l'insufficienza delle osservazioni raccolte dai  medici che assistettero Adelaide durante le presunte visioni, e la  grave decadenza della psicologia e della psichiatria in Italia...",  così scrive Cortesi, nella nota a pagina 109 del libro citato, il  quale aggiunge: "Soltanto di questo studio era stato incaricato P.  Gemelli; al quale perciò avevo comunicato, a puro titolo di  saggio, solo due relazioni di medici sullo stato estatico di  Adelaide". È questo, se non l'unico, uno dei motivi per cui  l'illustre scienziato lamenta l'insufficienza delle osservazioni  raccolte dai medici presenti alle apparizioni? Il Cortesi doveva  dare a padre Gemelli tutto il materiale già raccolto sulla personalità di Adelaide, essendo egli l'unico incaricato dal vescovo di  Bergamo di esaminare la bambina. 
Il Cortesi, venuto a conoscenza della relazione di padre  Gemelli, ne fa la critica e si angustia, fino a soffrirne fisicamente.  Comunica subito le sue riserve e le sue apprensioni al vescovo e  alla commissione medica di Bergamo. 
Con due lunghe lettere e in due colloqui espone dubbi,  chiede chiarificazioni ed aiuto allo stesso padre Gemelli, a vari  specialisti e in particolare al prof. Ferdinando Cazzamalli di  Como. Ma la sua azione non si ferma qui. 
Egli scrive: "Convinto che soltanto una lunga convivenza  colla piccina, ben più lunga di 4 giorni avrebbe permesso di sbendare appieno la sua complicata psicologia, arrogandomi un'autorità che non avevo, invitai a Bergamo la dott. Sidlauskaitè.  Questa gentilmente accettò e soggiornò presso la fanciulla per  molto tempo, a più riprese, in luglio, in agosto, in settembre. Non  le nascosi la mia inquietudine (alla quale l'ottima collega, mi  ricordo bene, rispondeva sempre così: "Vuoi forse ch'io dica che  Adelaide è un'anormale, quando è più normale di...?")". 
Dalla lunga critica fatta dal Cortesi allo studio di padre  Gemelli, cito il nucleo della teoria dell'inganno. Egli scrive:  "Adelaide era capace di "farla a tutti": lo confessava ella stessa con giocosità tracotante. Che l'avesse fatta anche allo specialista?  Questi, pensavo, è gravemente fuori centro quando dichiara che  tutta la personalità (di Adelaide) si presenta allo psichiatra come  dominata dalla spontaneità, dalla semplicità, dalla immediatezza.  Sì, la piccina ha tanta intelligenza e tanta furbizia da simulare  spesso la spontaneità, ma in verità la seconda faccia della sua  anima è terribilmente complessa e anfrattuosa, un nodo di vipere,  custodito da sette draghi. 
Chi potrà sollevare alquanto il coperchio di quello scrigno,  dove stanno isolati e nascosti i ricordi delle visioni, riceverà l'impressione che Adelaide voglia celare un episodio doloroso e vergognoso della sua vita; sospetterà che le apparizioni siano state  un'infelice menzogna e che le oscillazioni, i fastidi, gli imbarazzi,  palesati dalla fanciulla, quando è costretta a chiacchierare della  sua Madonna, siano provocati dallo sforzo estenuante che la bambina deve fare per nascondere il suo fallo all'insidioso indagatore,  dal disagio, dal disappunto e dal dispiacere che la bambina deve  provare ricordando e ripetendo la grave finzione. Tale sospetto  gettava una luce sinistra su tutta la psicologia di Adelaide e  velava ai miei occhi quella normalità psichica che il comportamento ordinario della bimba chiaramente manifesta. 
Invece il ricercatore (padre Gemelli n.d.r.) s'era astenuto,  del resto per buone ragioni e con fine saggezza, dall'esaminare i  sentimenti di Adelaide, circa le apparizioni di maggio, perciò  disgraziatamente, non aveva potuto penetrare e dissotterrare  quell'angolo misterioso della sua anima. A dir vero, l'aveva  avvertito, ma ne aveva data un'interpretazione esattamente contraria alla mia, ricavandone un nuovo argomento, non per insinuare, ma per espungere e bocciare l'ipotesi della menzogna" (v.  Il problema delle apparizioni di Ghiaie, o.c. pp. 115-116).

Severino Bortolan

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