mercoledì 27 maggio 2020

SULLA PREGHIERA



LA MEDITAZIONE


Metodi informali di Meditazione  

L’oggetto più adatto della meditazione è dunque Nostro Signore Gesù Cristo Stesso. 

Possiamo meditare sulla nostra incorporazione in Cristo e il Suo ruolo nella nostra vita cristiana, la Sua vita, i Suoi misteri, e soprattutto la Sua dolorosa Passione e la Sua Carità nella Santissima Eucaristia. Possiamo meditare sull’inabitazione delle Tre Persone Divine nella nostra anima e sulla Loro azione paterna su di noi; o sulle preghiere vocali come il Pater Noster, l’Ave Maria e l’Adoro Te devote, che ci conducono all’amore, alla gratitudine e alla conformità alla Volontà di Dio. Si può anche meditare sulla Santissima Vergine Maria, gli Angeli e i santi che ci conducono a Dio, o sulla penitenza, la mortificazione, il peccato e i Novissimi, come mezzi per unirci a Nostro Signore Gesù Cristo, e per assicurarci la grazia di una buona morte e un bel posto in Paradiso vicino a Lui. 

Un altro oggetto di meditazione consiste nelle virtù del Signore, dove offriamo al Padre il tesoro infinito delle perfezioni di Quel Suo Figlio, in Cui Lui ha messo tutto il Suo compiacimento. E questo lo facciamo in compensazione ed in espiazione della nostra povertà e delle nostre concupiscenze: gli sguardi e le parole inutili, le nostre molteplici ricerche di sensualità.  

Presentiamo a Dio il comportamento della Sacratissima Umanità del Signore che esercitava sui Suoi sensi l’intiera dominazione ed era infinitamente perfetto in tutte le Sue parole come in tutte le Sue azioni. Per compensare la nostra tiepidezza, offriamo questo Cuore in Cui bruciava sempre la fiamma di uno zelo così puro e una sì ardente carità. Cercheremo di entrare in questo Cuore e di farci uno con Esso, cercheremo di sciogliere nel Suo ardore la durezza del nostro cuore, di appropriarci dei Suoi propri moti, desideri, slanci e delle Sue intenzioni, per spogliarci di noi stessi e per poter dire, in verità, con l’Apostolo Paolo: ‘Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me’ (Gal. 2.20). 

Meditiamo sulle virtù di Nostro Signore anche per poterle imitare, per rafforzare la determinazione dell’anima, e per confermarla nelle virtù che desidera praticare. Così la preghiera, invece di rimanere nel campo intellettuale o sentimentale, diverrà la fonte di progressi spirituali. Così consideriamo le virtù non in modo astratto, secondo la pratica dei moralisti pagani, ma come animate, colorate, e vissute nella Persona del nostro modello divino. Così esse eserciteranno sul cuore un’attrazione più potente. Come si legge nel Cantico dei Cantici: ‘Attirati dietro a voi, corriamo verso la fragranza dei vostri profumi’. 

Possiamo scegliere una virtù che dovremmo particolarmente praticare, soprattutto quella opposta al nostro difetto dominante. Questo difetto dominante è l’ostacolo principale ai progressi dell’anima nelle vie che conducono a Dio. Questo difetto dissimulato con attenzione e fortemente radicato nella volontà, tiene l’anima inchiodata alla terra. Quando abbiamo identificato questo nostro difetto dominante, sceglieremo una scena del Vangelo per la nostra meditazione, dove brilla particolarmente la virtù opposta del Signore. Per esempio, nel presepio di Betlemme brillava particolarmente la povertà, nella casa di Nazaret la Sua obbedienza, nelle lunghe orazioni di notte il Suo amore per la solitudine, nell’espulsione dei venditori dal tempio il Suo zelo per la gloria del Padre, nella Sua delicatezza verso santa Maria Maddalena la Sua misericordia, nell’istituzione della Santa Eucaristia la Sua Carità, nel lavare i piedi dei discepoli la Sua umiltà. 

Scrive la beata Maria M addalena Martinengo della meditazione: ‘Questo è uno specchio nel quale si mira Dio come un oceano di tutta la santità; qui l’anima orante si specchia e rispecchia, mira ed ammira una sì incomprensibile bontà, l’ama, l’adora, la prende per esemplare e modello d’ogni sua operazione. In questo specchio ancor voi altre vedrete e conoscerete ogni vostro difetto; e se con fedeltà vera e solida persevererete a rimirarvi in quello, resterete finalmente limpide come un cristallo; perché lo specchio è Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo perfettissimo, anzi la perfezione stessa’. 

In alternativa, possiamo meditare sulla virtù divina, cioè la virtù tale e quale la si trova in Dio, fonte di ogni perfezione. Là brilla nella sua purezza essenziale, nella sua bellezza primordiale ed eclatante. Da lì sgorga per gettarsi sulla gerarchia degli esseri creati: gli Angeli, gli uomini, ma soprattutto sull’Uomo-Dio, il Verbo Incarnato, immagine del Padre, splendore della Sua gloria e figura della Sua sostanza. La virtù divina, noi la adoriamo e la ammiriamo per provocare nel nostro cuore uno slancio che ci porti ad un sacrificio più generoso della nostra vita a Dio. 

Padre Konrad zu Loewenstein 

Nessun commento:

Posta un commento