martedì 26 maggio 2020

Chi è don Luigi Villa?



Paolo VI beato?

La Massoneria voleva il suo uomo Paolo VI sugli altari, e questo rientrava nel piano di mettere sugli altari i due Papi: Giovani XXIII e Paolo VI, affinché risultasse evidente la “soprannaturalità” del Vaticano II.

Fu durante il corso dei lavori della XXXV Assemblea dei Vescovi italiani che il cardinale Ruini, davanti al Papa e ai Vescovi, annunciò la decisione di introdurre la “causa di beatificazione” di Paolo VI.
Il 13 maggio 1992, il card. Ruini, Presidente della CEI e Vicario del Papa per la città di Roma, emise un Editto in cui, tra l’altro, si legge: «Invitiamo tutti i singoli fedeli a comunicarci direttamente o a far pervenire al tribunale diocesano del Vicariato di Roma tutte quelle “notizie” dalle quali si possa, in qualche modo, arguire contro la fama di santità del detto “Servo di Dio”».
Ma don Villa volle vederci chiaro. Il 25 maggio 1992, telefonò in Segreteria di Stato a mons. Nicolino Sarale, l’amico e fedele collaboratore di “Chiesa viva”, chiedendo informazioni su questa decisione del card. Ruini di aprire la “causa di beatificazione” di Paolo VI.
Ebbene, mons. Sarale disse a don Villa che questa decisione era stata un “colpo di forza” da parte del card. Ruini, perché la maggior parte dell’Episcopato italiano non l’avrebbe mai voluta!
La “causa di beatificazione” continuò a procedere fino all’anno 1997.
Don Villa era a conoscenza del fatto che il card. Pietro Palazzini aveva inviato al Postulatore della “causa di beatificazione” una lettera in cui faceva tre nomi degli ultimi amanti omosessuali di Paolo VI. 

E il card. Palazzini era una Autorità in questo campo, perché il Cardinale era detentore di due raccoglitori di documenti che dimostravano, in modo inequivocabile, il vizio impuro e contro natura di Paolo VI.
Allora, don Villa scrisse una lettera al Postulatore della causa, facendo riferimento a quanto gli aveva trasmesso il card. Palazzini.

Il libro “Paolo VI beato?” uscì nel febbraio 1998, ed io mi presi l’incarico di organizzare la spedizione delle prime 5.000 copie.
Papa, cardinali, vescovi e migliaia di sacerdoti italiani ricevettero, contemporaneamente, una copia di questo libro.
Da Roma, qualcuno ci riferì che il Vicario del Papa, card Ruini, si era infuriato, e si chiedeva chi avesse finanziato don Villa per stampare tutti quei libri e per poterli inviare, gratuitamente, a migliaia di membri del clero italiano. Quando mi riferì il contenuto di questa telefonata, don Villa, sorridendo, mi disse: «Bisognerebbe rispondere al Vicario di Sua Santità che i finanziatori sono tre Persone e i loro nomi sono: Padre, Figlio e Spirito Santo».
Le reazioni al libro furono violente, e poiché io risultavo come mittente, ebbi la mia parte di questa reazione irrazionale e furibonda.
Ricevemmo persino diverse copie del libro con le pagine tutte strappate e contenenti frasi ed epiteti, scritti con pennarello nero, da far impallidire anche gli empi più incalliti. Ho conservato alcune di queste copie, mentre le più volgari, don Villa decise di eliminarle.
La diocesi di Brescia era in subbuglio. Il Vescovo, mons. Bruno Foresti, promise al clero bresciano che sarebbe stato scritto un libro per confutare quello di don Villa.
Dopo più di dodici anni da quelle promesse e impegni, non si vede ancora nulla all’orizzonte! La battaglia leale e in campo aperto sembra proprio non essere un modo proficuo di combattere un Sacerdote come don Villa!

Il risultato del libro fu evidente a tutti: aveva bloccato la “causa di beatificazione” di Paolo VI. Nessuno era riuscito a confutare la mole e la valanga di “fatti”, “citazioni”, “documenti” e “fotografie” riportati nel libro, che facevano giustizia di un Papa che aveva spergiurato, mettendo in atto, durante il suo Pontificato, proprio il contrario di quanto Lui stesso si era impegnato di compiere, con solenne giuramento, il giorno della sua incoronazione.

a cura dell’Ing. Franco Adessa

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