sabato 30 maggio 2020

Commento all‟Apocalisse



Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser

Capitolo Primo 

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Rivelazione di Gesù Cristo, la quale Dio gli diede per indicare ai suoi servi le cose che debbono accadere tra breve, e che egli fece conoscere con l‟invio del suo Angelo al suo servo Giovanni. 

VII. Vers. 4. Giovanni alle sette Chiese che sono nell‟Asia. Grazia a voi e pace da Colui che è, e che era, e che è per venire: e dai sette spiriti che sono dinanzi al trono di Lui. 
Vers. 5. E da Gesù Cristo, che è il testimone fedele, il primogenito di tra i morti, e il Prin- cipe dei Re della terra, il quale ci ha amati, e ci ha lavati dai nostri peccati col proprio sangue. 
Vers. 6. E ci fatti regno e sacerdoti a Dio suo Padre: a lui gloria e impero pei secoli dei secoli, e così sia. 
Vers. 7. Ed ecco che egli viene colle nubi, e ogni occhio lo vedrà, anche coloro che lo tra- fissero. E si batteranno il petto a causa di Lui tutte le tribù della terra. Così è. Amen. 
Vers. 8. Io sono l‟alfa e l‟omega, il principio e il fine, dice il Signore Iddio, che è, e che era, e che è per venire, l‟onnipotente. 

L‟Asia , di cui si parla, è una provincia dell‟Asia maggiore, dove v‟erano sette città, sedi d‟altrettante Chiese, con sette vescovi, la cui capitale era Efeso. San Giovanni scrisse e inviò il libro dell‟Apocalisse a queste sette Chiese, che gli furono affidate nella divisione degli Apostoli. Il numero sette, tra gli altri significati, indica bene l‟universalità di tutte le Chiese. S. Giovanni, volendo catturare la loro benevolenza, così che lo ascoltino e leggano, inizia col salutarle, anteponendo umilmente il suo semplicissimo titolo e nome, con le parole Giovanni alle sette Chiese ecc. Il suo nome, infatti, ovunque era udito, era graditissimo e riempiva di gioia spirituale. 

VIII. Al saluto segue l‟invocazione dei beni, come suole avvenire quando si cerca d‟attirare la benevolenza del lettore: Grazia a voi e pace, cioè, prego Dio che otteniate la grazia di perseverare nel bene, la consolazione nelle avversità, la fortezza nelle difficoltà, la pace interiore, l‟unità degli animi e della fede internamente ed esternamente, e il riposo eterno, che sono tutti doni di Dio, come insegna San Giacomo: Ogni bene dato e ogni dono perfetto viene dall’alto, scendendo dal Padre dei lumi (I, 17). Aggiunge subito la fonte della vera pace e della grazia, dicendo: Grazia a voi e pace da Colui che è, e che era, e che è per venire. Con queste parole viene a noi indicato, capaci di conoscere le cose solo discorsivamente, attraverso la diversità del tempo presente, passato e futuro, Dio, origine d‟ogni bene, e la Sua perfezione ed autorità. Il loro significato è pertanto questo: Grazia a voi e pace da Dio, che è ora, che era dall‟eternità, e che sta per venire per il giudizio per vincere con i suoi beati in eterno per sé, in sé, da sé e grazie a sé. 

IX. E dai sette spiriti che sono dinanzi al trono di Lui. Con i sette spiriti s‟intendono i doni dello Spirito Santo, che nel giorno della Pentecoste s‟effuse in sette forme sugli Apostoli, venne inviato in tutto il mondo, e da cui discende sulla Chiesa ogni grazia e vera pace. Benché infatti lo Spirito Santo, in quanto vero Dio, sieda in trono con il Padre e il Figlio nella medesima gloria e maestà, qui si dice tuttavia che è davanti al Trono, per la settiforme largizione dei suoi doni e grazie spirituali, che, secondo l‟eterno beneplacito della Sua volontà, ci vengono donati in vista della nostra salvezza. Allo stesso modo si dice della seconda Persona del Figlio: Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal Cielo. S‟intende poi con l‟espressione sette Spiriti l‟universalità degli Angeli, che dinanzi al Suo Trono sono pronti e incaricati da Dio fino alla fine del mondo come amministratori della grazia per la nostra salvezza, il governo e il soccorso della Sua Chiesa e dei Prelati, come la volontà della divina Bontà ordinò loro di fare nei diversi tempi dall‟eternità. 

X. E da Gesù Cristo che è il testimone fedele della gloria, maestà e verità del Padre. Testimone fedele della divina predicazione del Verbo, dei Suoi miracoli, dell‟effusione del Suo sangue prezioso, fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò è il primogenito tra i morti, ossia il primo fra i risorti dalla morte, affinché fosse la causa e il testimone fedele anche della nostra futura resurrezione, dopo i gemiti e le lacrime in questa valle di pianti. E il principe dei Re della terra, ossia: Principe delle potestà terrene, col potere di rimuoverle, sia ad utilità dei suoi eletti, che a castigo dei peccatori, loro permettendo di incrudelire e sovrastare, il che indicò in S. Matteo a consolazione della sua Chiesa, con le parole: Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (XXVIII, v. 18). Il quale ci ha amati da prima, essendo suoi nemici, e ci ha così amati da lavare i nostri peccati sia originali che attuali nel suo sangue innocente, del quale i nostri peccati furono per così dire i traditori e gli assassini. Nel suo sangue, poiché il sacramento del Battesimo e della Peni- tenza, con cui sono cancellati i peccati originale e attuale, traggono la loro efficacia dalla sua passione benedetta. Che ci ha fatti regno e sacerdoti: noi infatti eravamo dispersi ed espulsi dal Paradiso, il regno di Dio, e tenuti schiavi dalla catene dei nostri peccati, nella schiavitù del diavolo, ma Cristo nostro Re ci ha raccolto, e costituiti in un regno ossia in un principato monarchico, la Chiesa Cattolica, un regno santo, ammirevole, potente, su cui le porte dell‟inferno, per quanto s‟accaniscano, mai prevarranno. E ci ha fatti regno, poiché ci ha costituito sotto la santa legge del regno celeste, affinché Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo regni sopra di noi. Noi, infatti, siamo popolo suo per obbedienza, ed egli nostro Re per comando. E ci ha fatti regno, ossia volle farci cittadini del regno celeste, di modo che ormai non siamo più stranieri e ospiti, ma concittadini dei santi e amici di Dio, sopraedificati sul fondamento degli Apostoli, dei profeti e della stessa somma pietra angolare Cristo Gesù. E sacerdoti che offrono con Cristo ogni giorno sull‟altare della Santa Croce come sacrificio infinitamente santo e gradito, non il sangue di vitelli, ma il Suo prezioso corpo e sangue, sui cui gli Angeli bramano guardare, e grazie al quale si placa l‟ira di Dio contro noi peccatori. E sacerdoti, che più non si saziano, come nell‟Antico Testamento, della carne dei vitelli o della manna celeste, ma del prezioso corpo e sangue di Gesù Cristo, l‟Agnello Immacolato, che si offre a noi tutti in cibo e bevanda spirituale. E sacerdoti che offrono per lo stesso Dio accettabili vittime di lode, ossia a tutta la Santissima Trinità e al Padre suo, alla cui gloria il Figlio tutto ordina. A Lui gloria in se stesso e impero sopra ogni altra cosa, per i secoli dei secoli, ossia per l‟eternità. Amen, così sia. 

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Traduzione dal latino di Nicola Dino Cavadini

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