martedì 26 maggio 2020

LA VOLONTÀ DI DIO o strada reale e breve per acquistar la perfezione



Quale sia la strada più breve della vita spirituale. 

Procacciatevi non quel cibo che passa, ma quello che dura sino alla vita eterna (Gv 6,27). Queste  sono parole di Gesù Cristo, Figliuolo di Dio, autenticate con l'autorità della sua persona e con la  grandezza del suo amore: poiché discese dal cielo e soffrì morte di croce per il bene degli uomini, e  per insegnarci una vita divina con la dottrina e opere sue. Operate, dice egli, non il sostentamento e  cibo corruttibile, ma quello che dura per tutta l'eternità. Al che parimenti ci animò col suo  esempio, quando disse che il suo cibo era il fare la volontà del Padre suo (Gv 4, 34): perché fra  tutti gli esercizi spirituali, che sono il sostentamento dell'anima, col quale si nutrisce la vita dello  spirito e il fervore, l'adempire la volontà di Dio e il conformarsi con essa ha da durare per tutta  l'eternità: e non abbiamo a cessare da questa dolce occupazione, nella quale stanno ora gli Angeli  immersi, con gran contento e onor loro, e vi staranno per sempre , come di essi dice David, che  stanno facendo la volontà del Signore (Sal. 102. 20, 21). Non è il medesimo negli altri esercizi  particolari della vita spirituale: poiché l'umiltà, la pazienza, la mortificazione, la penitenza e le altre  divozioni e mezzi per ottenere la perfezione, non saranno in quell'altra vita; e anche in questa non si  possono esercitare di continuo, ma alle volte o si hanno a interrompere o a mutare; perché tutti  questi esercizi non sono a proposito in una medesima maniera per tutti, né per una medesima  persona in tutti gli stati, perché quello che conviene ai principianti non é tanto a proposito. per i  proficienti e perfetti. Solo l'adempimento della volontà di Dio é non solo conveniente a tutti, ma  anche necessario: e questo cibo é tanto saporito e profittevole a quelli che lo cominciano a gustare,  che non mai viene loro in fastidio, né li annoia. Di più, a questo esercizio si riducono tutti gli altri, e  chi adempirà questo solo, li adempirà tutti. Sarà umile, penitente, mortificato, paziente, modesto.  Tutto quanto dicono gli autori spirituali, e quanti mezzi dànno, qua vanno a battere: e chi si  applicasse a questo esercizio davvero e con perseveranza, si troverebbe presto molto. avanti nella  perfezione, perché egli é una gran scorciatoia e la strada più diritta, e con esso si dà subito nel  punto. E perché, come ho detto, é per tutti gli stati, si può dire la strada reale, potendo camminar  tutti per essa, senza pericolo di errare: i principianti, i proficienti, i perfetti, i fiacchi, i forti, gli  infermi, i sani. Per il che sarà gran servizio di Dio il mettere in pratica questo esercizio, e il porre in  esso gran divozione. 
   Ci sono alcuni i quali si applicano a varie virtù e mezzi, per conservarsi in ispirito e conseguire la  perfezione; dandosi alcuni all'umiltà per segnalarsi in essa, altri alla mortificazione, altri alla  penitenza, altri all'orazione, ponendo tutte le forze per approfittarsi in queste virtù particolari. Io  penso che, sebbene questo è di grande importanza, nondimeno sarebbe una grande scorciatoia e si  conseguirebbe il tutto, se questa diligenza e applicazione particolare si ponesse subito in procurar di  adempire la volontà di Dio e di non fare cosa, neanche alzar gli occhi, che uno non sia certo esser  gusto di Dio e sua santissima volontà. Di maniera che non ci sia per un'anima altra ragione, né  maggior causa, né forza più violenta, né necessità più urgente che il dire: Iddio vuol così; questo è il  gusto e beneplacito divino: avendo sempre la mira di fare o di lasciare qualsivoglia cosa, quando è  gusto o non è gusto di Dio, o come a lui piacerà che si faccia, o che si lasci di fare. 
   Questo è l'esercizio più breve e di minor briga: questa è la strada più sicura e libera dagli inganni:  questo è il compendio della vita spirituale: questa è una regola universale della vita che non ha  eccezione; questo è un mezzo che è fine degli altri mezzi ed esercizi, è il mezzo più efficace di  adempirli tutti meglio e con maggior merito. Onde questo studio di attender solamente a fare la  volontà di Dio e a cercarla, oltre che è la regola generale di tutte le nostre azioni e l'unica ragione di farle bene e di acquistare una prudenza divina, è la fontana più perenne dei meriti; perché  qualificandosi la bontà delle opere dall' eccellenza del fine col quale si fanno, né essendoci fine né  più puro, né più alto, che la volontà di Dio, ché è lo stesso Dio, viene per questa causa a sollevarsi  tutto quello che si farà con questo fine, e ad arrivare a un grado altissimo di meriti, e a farsi opere di  finissima carità. E nella pazienza con la quale uno sopporta per amor di Dio le cose avverse, perché  Dio vuole che si sopportino, non v'é minor merito, essendo perfetta carità e suprema legge di amore  l'aver un medesimo volere e non volere: e così facendo e patendo uno tutte le cose, perché Dio  vuole così, sta sempre accumulando meriti grandi, e con questo solo esercizio può innalzarsi a gran  santità. Onde io, prima di proporre la pratica di questo esercizio, mostrerò quanto ci sia doveroso,  quanto necessario, di quanta forza, quanto onorevole e dilettevole, di quanto profitto e di quanto  gusto e gran gloria di Dio, per persuadere tutti con questo che ci si applichino; poiché alcuni si  muovono solamente per il loro profitto, altri solamente per il gusto, altri per l'onore, altri per le  obbligazioni e buone convenienze, altri per necessità, altri solamente per forza. 
   Tutte queste ragioni di occuparci in questo esercizio concorrono unite insieme e a quello ci  obbligano, perché per noi altri non ci é cosa che più ci obblighi, né che sia più gloriosa, né più  gustosa, né più onorevole, né di maggior interesse, né di maggior necessità, né di maggior forza,  che l'adempimento della volontà divina.

P. EUSEBIO NIEREMBERG, S. J. 

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