sabato 30 maggio 2020

MONDO NUOVO PROFETIZZATO



L’Albero delle devozioni.

Avevo appena finito di leggere un articoletto, firmato da un certo Padre ***, cappuccino, che parlava della devozione allo Spirito Santo. Presentava questa devozione come “La Devozione delle devozioni”. La suddetta devozione, diceva l’articolo, è la prima in assoluto, e merita, rispetto alle altre, la precedenza totale . L’articolo mi aveva talmente sedotto, che mi ero messo a fare subito quello che l’autore del testo diceva di fare: pregare lo Spirito Santo, Lui, sempre Lui,  soltanto Lui. La mia coscienza era tranquilla, dato che la devozione allo Spirit o Santo era diventata per me la “Devozione delle devozioni”, come voleva quel caro Padre, autore dell’articolo.

Qualche tempo dopo mi si presenta l’occasione di pregare il mio Angelo custode.  Non ne sono più capace perché convinto che non devo più “sprecare” il mio tempo  con devozioni che non siano quella dello Spirito Santo: “la Devozione delle devozioni”. Sono convinto che lo Spirito Santo sia più importante, più prezioso, più  degno di encomio di tutti gli Angeli custodi messi insieme. Mi astengo quindi d al pregare l’Angelo perché ho il “santo” obbligo di consacrare tutte mie preghiere allo Spirito Santo.

Passano altri giorni, e le circostanze suggeriscono una novena in suffragio dell e anime del Purgatorio. Io la sostituisco con una novena allo Spirito Santo. Qualche tempo dopo avviene la stessa cosa con un’altra novena. La stessa cosa accade con tutte le mie pratiche di pietà, eccetto la santa Messa e il santo Rosario,  che offro comunque allo Spirito Santo, e in fretta, onde scongiurare ogni rischio di dimenticanza. Per diversi mesi prego solo lo Spirito Santo, ma ad un certo momento un dubbio inizia a spuntare nella mia mente. Mi sembra che il mio modo  di agire nasconda una mezza forma di squilibrio. Io, vittima di un’esagerazione?  ... A dire il vero non riesco ad escluderne del tutto la possibilità, anche se  la cosa mi ripugna. Allora chiedo consiglio. A chi? Alla “logica”, la mia cara logica, un’amica di casa. La mia “logica” mi conferma la legittimità dei miei sospetti, ma tutto finisce lì.

Arriva il 27 dicembre, festa del mio santo Patrono. Approfittando di un momento  di calma, favorevole al dialogo, riprendo il discorso con la mia “logica”, e le  dico: «Sono arrivato al punto che mi sento colpevole se prego il mio santo Patrono. Secondo te è normale?»  Risposta: «Ti comporti come se io fossi il Padre eterno, ma io non sono divina. Perché non lo chiedi allo Spirito Santo?»  Ed io, in  tono di scusa: «Accipicchia, è vero. Hai ragione. Come mai non ci ho pensato prima? Comincerò oggi stesso. »

La sera dello stesso giorno mi metto alla presenza dello Spirito Santo, in ginocchio. Penso a quello che a scuola mi hanno sempre insegnato su di Lui, e cioè che il suo compito è di mettere ordine là dove c’è disordine, non il contrario. Chiarisco il concetto, Glielo presento come a Chi di dovere, aggiungo che il mio modo di pensare è come quello dei miei insegnanti, e termino con una preghierina  con la quale invoco pace per la mia anima ed equilibrio per la mia mente.

Passano tre secondi, e lo schermo della mia immaginazione si apre sulla figura di un bellissimo albero, splendido all’inverosimile. La cosa più sorprendente, per me che sono goloso, è che l’albero è carico di frutta di tutti i generi. Ci sono mele, pere, ciliege, ma l’albero non è nè un melo, nè un pero, nè un ciliegio . Ci sono pure arance, mandarini, banane, fichi, datteri, pesche, albicocche, uva, frutti tropicali! Tutti questi frutti sono maturi e molto appetitosi. Ma a a mma, che meraviglia! Con un albero del genere nel mio giardino non troverei mai  il tempo di annoiarmi!

Prima che mi sfiori l’idea di pensare ad altro, una voce immateriale mi raggiunge dicendomi: 

«Bello. So che lo trovi bello. Questa immagine è per rispondere ai tuoi interrogativi. I frutti che vedi pendere dall’albero rappresentano le varie devozioni.  L’Albero sono Io, lo Spirito Santo. Quando ti senti spinto a prendere uno di questi frutti, e a mangiarlo, non sentirti in colpa. Non mi offendi se mangi di questi frutti, che sono tutti miei. Essi provengono da Me, sono tutti miei, tutti  parte di Me, e sono Io che li offro. Nulla tuttavia ti impedisce di continuare a  prender cura dell’Albero, a zappare un po’ all’intorno, a portargli acqua, a proteggerlo. Gli puoi anche parlare. Queste tue cure renderanno i suoi frutti ancora più appetitosi e ricchi di vitamine di ogni genere, e tutto ciò aumenterà la salute della tua anima. L’anima ha bisogno di nutrirsi tutti i giorni, come il corpo. Lo sai già, vero? ... »  

Silenzio da ambedue le parti. Poi: «Non ti sembra esatto quello che dico?» 

«Certo che mi sembra esatto! Certissimo. ... »

È mai possibile che lo Spirito Santo ci ami tanto da voler qualche volta giocare  con noi, divertirsi, scherzare un po’. Mezzo imbronciato gli rispondo:

«E perché avete permesso all’autore di quell’articolo di penetrare con le sue grosse dita nel “codice genetico” delle mie idee, e di crearvi quello squilibrio,  quegli spostamenti? Perché mai l’avete lasciato fare? … Oooh! Per prepararmi a ricevere le vostre spiegazioni! Insomma volevate essere sicuro che le avrei capite bene, capite del tutto, e a fondo. Mmm … Devo credere?».

Un bellissimo silenzio.

di: Johannes De Parvulis

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