La nascita della Donna
L’‘OMEGA’
La vecchia madre ancestre fa da levatrice
(Nota della curatrice) La vecchia madre viene vista allegoricamente da don Guido sotto forma di “albero” perché rispecchia il suo ruolo di capostipite dell’albero genealogico degli ancestri.
§ 100 Frattanto, attraverso la piccola feritoia dalla quale ero entrato e che da dentro guardava all’esterno, vedo prima a destra un tratto di un esile tronco poi, a sinistra, un tratto d’un altro tronco identico [sono i polpacci della vecchia madre ancestre] che si pongono uno per parte ai lati della feritoia . Lo sfondo del video, tutto nero, mi lascia vedere la luce diurna solo attraverso quei due tronchetti. Riprendo a descrivere ciò che vedo: – Vedo due tronchi. Anzi, solo due tratti di tronchi neri e pelosi. – – Oscillano, si muovono. – Penso che l’Uomo sia intento a piantarli, ma non vedo come poggino o siano piantati sul terreno, né quanto siano alti. La parte visibile è alta da 20 a 25 cm. In basso sono più sottili e di sezione non rotondi ma di forma ovale. Sono del tutto simili, come gemelli. Il loro pelo rado, nero e arruffato è volto all’ingiù. Non possono essere i tronchi di una vite o di un’edera. Forse si tratta di una liana o di una pianta che non conosco, esotica. – Signore, che piante sono? –
§ 101 – ALBERO – mi risponde. Il video si alza più di prima e vedo che i due tronchetti, più in alto, hanno ciascuno un nodo uguale, ma senza ramificazioni né segni di potatura [le ginocchia].
– Due alberi – replico.
– UN ALBERO – insiste.
– Allora è piantato a margotto36, come si fa con le viti. – Sommessamente mi viene suggerito:
35 Don Guido capirà più avanti che sono le gambe della vecchia madre ancestre che fa da levatrice e che sta di fronte alla figlia, la femmina-ponte, distesa in travaglio. Siamo ancora nel linguaggio dei simboli: il fatto che le gambe della nonna sembrino due tronchetti di legno ci fa capire come per il Signore il regno animale è assai più simile al regno vegetale che non al Regno dello Spirito a cui appartengono i Figli di Dio.
36 Ossia piantando nella terra sia la radice che la cima, curvandola.
– UNICO ALBERO37 . – Il sipario si alza lentamente. – Sopra i nodi quei tronchetti vanno ingrossandosi. – Mi accorgo che i due tronchetti vanno convergendo verso l’alto, dove sono più grossi. Frattanto entrano nel video, al rallentatore, due rami secchi neri con pelo uguale a quello dei tronchetti ma rivolto all’insù, prima quello di destra, poi quello di sinistra [le braccia].
– Vedo due rami secchi. –
I due rami oscillano, come agitati dal vento, ma non sono rigidi. Sembrano spezzati e tenuti dalla sola corteccia nel tratto che spunta dall’alto [l’articolazione del gomito].
Oscillano verso sinistra con movimento sincrono, poi il ramo di sinistra si mette verticale mentre l’altro si mette obliquo, proteso dalla stessa parte. Gli stessi movimenti si ripetono dalla parte destra.
Ultime a comparire sono le estremità dei rami che terminano con quattro stecchi paralleli anch’essi un po’ curvi e snodati e uno un po’ più distanziato lungo il ramo [le dita]. Poi questi scendono al di sotto della base del riquadro e non li vedo più.
– Vedo ancora quei tronchetti e quei rami che si muovono. –
– Signore, cosa succede? – chiedo. Nessuna risposta.
3_ L’espressione “UNICO ALBERO” va messa in relazione con quella già trovata al § 42. Si tratta della vecchia madre degli ancestri. “Questa definizione, UNICO ALBERO, è molto importante – commenta don Guido – perché significa che la vecchia madre brizzolata è la capostipite di quell’ ‘unica’ famiglia di ancestri e che al di fuori di quei pochi individui da lei generati non ve ne sono altri. Perciò la creazione degli ‘ancestri’ ha preceduto di pochi anni la creazione dell’Uomo”.
§ 102 Sono desideroso di vedere come i due tronchetti pelosi sono collegati in alto. Il sipario si alza un millimetro alla volta e vedo che si uniscono in un sol tronco.
– Signore, che albero è? – insisto.
– CEPPO – mi risponde sommesso.
– Direi, piuttosto, che è una ceppaia rovesciata di albero forcello, che si appoggia sul terreno coi rami flosci che si piegano sotto il peso38 . –
Don Guido Bortoluzzi
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