MICHELA
La mia lotta per scappare dall'Inferno
Sonno e fame incrisi
Per stare in quegli ambienti disagiati (nei periodi freddi c'erano comunque delle stufe - elettriche nelle cantine, a gas nelle altre situazioni - per riscaldare l'ambiente), facevamo uso di droga e di alcol. La cocaina era la nostra perenne compagna, mentre le bevande superalcoliche ci servivano per smorzarne la carica stimolante. Nell'ultima oretta della cerimonia venivano distribuite delle sostanze che ci permettevano di recuperare un po' di lucidità, sia dal punto di vista fisico che mentale, in modo da poter tornare indenni a casa. Con un cappellino in testa e gli occhiali scuri, entravo nel mio palazzo la mattina presto di domenica e normalmente non incontravo nessuno. Poi facevo una doccia e mi buttavo sul letto, totalmente consumata.
A guardarmi com'ero allora, non ho altra definizione se non un "cadavere ambulante". Fisicamente e mentalmente, nonostante tutte le droghe e le gocce che prendevo, ero veramente a terra. Non so quanto avrei potuto durare, se fossi rimasta nella setta. Molto probabilmente sarei morta d'infarto, oppure sarei arrivata al suicidio, perché era impossibile continuare un ritmo di vita così. Il mio organismo non riusciva più a recuperare: sia il sonno che l'alimentazione ne avevano profondamente risentito.
Dentro la setta il rapporto con il cibo era pessimo, prima dei riti avevo una fame incredibile, dopo non mangiavo quasi niente, mi passava l'appetito. Anche per il lavoro era un problema, perché riuscivo soltanto ad assaggiare le pietanze, senza mangiare. Il sabato a pranzo mi veniva una fame assurda ed ero capace davvero di svuotare il frigorifero. Può darsi che questo fosse un ordine che mi veniva dato in ipnosi al mattino. Infatti, se facevo la seduta di ipnosi al pomeriggio, mangiavo alla sera. Dalla domenica in poi non toccavo quasi più cibo e non ne sentivo bisogno.
Ho perfino avuto un ricovero d'urgenza con la diagnosi di inizio di anoressia. Ero magrissima e tanto debole che un giorno avevo avuto un collasso per strada. Era arrivata l'ambulanza e mi avevano portato in ospedale, dove le analisi del sangue mostrarono valori totalmente sballati. Mi fecero diverse fleboclisi. A un certo punto arrivò la Dottoressa (non so come l'avesse saputo, perché io di certo non ero stata in grado di chiamarla), mi fece firmare per l'uscita volontaria e mi portò a casa sua. Lì mi fece delle iniezioni, ma la regolarità nel mangiare mi è ricominciata soltanto quando sono entrata a NuoviOrizzonti.
Anche il sonno ha cominciato ad annullarsi a poco a poco, già a partire dai primi mesi di partecipazione alla setta. Dormivo un paio d'ore per notte, e a volte niente del tutto. Certamente fra le cause c'erano la cocaina e quelle gocce che mi dava la Dottoressa. Ma sono convinta che anche l'intervento satanico avesse la sua parte. Tuttora, nei momenti più forti dell'anno liturgico, la prima cosa che mi si annulla è il sonno, e questo è proprio un disturbo satanico. Lo dimostra il fatto che, avendo fatto voto di obbedienza, se la responsabile della mia comunità «per santa obbedienza» mi chiede di dormire, effettivamente io cado come un sasso. E non sono per nulla un tipo suggestionabile in queste cose.
Nella stessa linea si pone anche un aneddoto dei primi anni di Nuovi Orizzonti. Per un lungo periodo non riuscivo proprio a dormire bene. Allora sono andata dalla mia psicoterapeuta per chiederle qualche psicofarmaco e lei mi ha detto che non dovevo prendere medicine perché poi c'era il rischio della dipendenza. Per un parere ulteriore mi ha comunque spedita da una psichiatra davvero brava, anche lei consacrata, la quale mi ha ascoltato per due ore e alla fine mi ha detto:
«Senti un po'. Ma tu chi hai sposato? Uno alto, biondo, con gli occhi azzurri e con la veste bianca, oppure uno che è morto su una croce con una corona di spine, insultato e sputacchiato?». E ha concluso: «Non prendere medicine. Prega e vedrai».
Nessun commento:
Posta un commento