venerdì 23 settembre 2022

FUGGITA DA SATANA

 


MICHELA 

La mia lotta per scappare dall'Inferno


Una musica da sballo

Durante le orge venivano utilizzati anche strumenti esterni: frustini, falli di gomma, altri attrezzi sadomaso. Non so chi li portasse, ma comunque erano a disposizione di chiunque volesse prenderli e utilizzarli. Il delirio, che via via cresceva nella cerimonia, giungeva a un punto tale di eccitamento che poteva succedere di tutto. Perdevamo ogni controllo della situazione, l'adrenalina saliva al massimo e l'obiettivo di tutti era quello di dare e provare piacere totale. È un po' come allo stadio quando, man mano che la partita va avanti e il tifo aumenta, arrivi all'acme dell'esaltazione se la tua squadra segna un gol.

Ognuno poteva farti ciò che voleva e tu non potevi rifiutarti. Devo dire che, in realtà, nessuno aveva comunque il desiderio di sottrarsi, poiché faceva parte del gioco. Se quello ti picchiava, andava bene; se quello ti orinava addosso, andava ugualmente bene... Diventava davvero un gran casino: non c'era più ordine, non c'erano regole. In ogni caso non capitava mai che qualcuno si facesse davvero male. Poteva restare il segno del graffio o della frustata, ma nessuno rimaneva steso a terra.

Qualche volta il Sacerdote pronunciava una frase fatidica, rivolgendosi a uno di noi: «Tu sei il prescelto». Era un regalo, per motivi che nessuno di noi conosceva. L'esito era che costui diventava il centro dell'attenzione e tutti gli facevano qualcosa: uno lo frustava, un altro gli praticava un rapporto orale, un altro ancora lo stimolava analmente, e così via. Visto dall'esterno, potrebbe sembrare un trattamento "pesante": per lui invece rappresentava un importante riconoscimento del suo valore all'interno della setta.

Un'altra cosa che mi fu detta sin dagli inizi era che con il Sacerdote non potevamo prendere iniziative di nessun tipo. Nessuno poteva avere rapporti sessuali con lui, tranne la Dottoressa, che era Sacerdotessa anche lei. Uniche eccezioni erano il rito dell'iniziazione e le volte in cui una delle donne aveva le perdite mestruali: questo sangue veniva raccolto e posto nel calice, insieme con il sangue di un animale nero e con lo sperma del Sacerdote, e utilizzato nella messa nera.

Durante l'orgia erano normali i rapporti di tutti i tipi, attivi e passivi, eterosessuali e omosessuali, con gli animali e sadomasochisti. L'unico obiettivo era quello di arrivare al massimo del piacere. In pratica era come con la droga, una continua escalation, un buttare giù un muro dopo l'altro. Lo slogan che mi faceva da guida era: «Oggi ho provato questa cosa, e ho provato piacere. La prossima volta ne proverò una più forte». Il risultato finale era la distruzione totale, sia psichica che fisica.

L'eccitamento veniva aiutato anche dalla musica martellante che partiva da uno stereo a pile alla fine della messa nera. Era una musica allucinante, che aumentava ritmicamente di volume e di intensità. Alla musica erano mescolate delle urla: penso che fosse stata registrata apposta per quei riti, perché non mi è mai capitato di sentirla da altre parti. Qualche similitudine l'ho trovata nei brani di Marilyn Manson: la sua produzione è "costruita" per suscitare scandalo e farsi pubblicità, ma comunque se la ascolto oggi ne traggo un grande fastidio e mi sento riportata nelle atmosfere di quelle notti del sabato.

Non so quale effetto possa avere questo tipo di musica, che mi dicono molto utilizzata nelle discoteche, sui ragazzi che le frequentano. Bene di certo non fa. A noi quei ritmi forsennati provocavano un'esaltazione talmente forte che, se ci avessero dato un coltello e ci avessero detto «adesso uccidetevi», penso che l'avremmo fatto. Eravamo così fuori di testa da poter veramente fare di tutto.


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