mercoledì 28 settembre 2022

Cosa fare con questi diavoli

 


IL RAPPORTO CON I MEDICI 

Per queste situazioni il rapporto con i medici offre sempre grandi difficoltà, perché per un innato orgoglio della loro professionalità, ordinariamente non ammettono la possibilità che entità invisibili possano nuocere alla salute dell'uomo. In un argomento così complesso faccio soltanto alcune considerazioni che ritengo fondamentali: 

1 - L'esorcista deve avere coscienza che la collaborazione del medico è indispensabile perché in effetti, una benedizione non risana eventuali disfunzioni fisiologiche di cui può soffrire la persona con cui tratta. Dato che le forze invisibili del male attaccano sempre sul punto debole del fisico e della psiche, la collaborazione con il medico, e spesso anche con lo psicologo, è necessaria. 

2 - Se però questa collaborazione è impossibile, come avviene ordinariamente, l'esorcista non deve mai sostituirsi al medico, suggerendo di eliminare alcune medicine o di smettere di andare da tal medico: si assumerebbe una grave responsabilità sia sul piano civile, perché potrebbe essere passibile di denuncia, sia sul piano morale, perché interferirebbe su un settore che non conosce, con probabili danni fisici al paziente. 

Conviene spiegare bene alle persone come funziona e come opera l'azione distruttrice delle forze del male, lasciando poi all'interessato di giudicare con il suo buon senso e con la luce che viene dalla preghiera, fino a che punto realmente la cura del medico giova alla salute. 

3 - Ho trovato tuttavia alcuni medici che sono aperti a questi problemi: a volte mi hanno inviato i loro pazienti, a volte li hanno accompagnati personalmente, chiedendo anche spiegazioni. 

Dove si trova un vero muro di incompatibilità, peggiore di quello ora abbattuto a Berlino, è con gli psichiatri, perché tra noi e loro c'è una opposta visione di fondo. Prendiamo il caso frequentissimo di un soggetto scosso psicologicamente dalle forze del male, con segni strani ed esplosivi, insonnia e incapacità di portare avanti qualsiasi lavoro, depressione e voglia di non uscire di casa, bisogno di rimanere attaccato al letto e simili. Lo psichiatra lo porta in clinica, lo imbottisce di psicofarmaci, lo stordisce e lo riduce come una mummia ambulante. Poi dice soddisfatto che comincia a stare meglio perché si è calmato. Un passo più avanti c'è la pace suprema dei camposanti. 

L'esorcista invece sa che questa invisibile forza che scuote il soggetto e lo disorienta è di ordine esterno e spirituale, perciò soltanto con una forte efficienza fisica, oltre che con la preghiera, può reagire e scrollarsi di dosso simili influssi negativi. Sport, passeggiate, una buona nutrizione, piccoli impegni, uscire dal proprio ambiente, frequentare la vita sociale sono i migliori rimedi. Prostrarlo invece e addormentarlo con gli psicofarmaci significa agevolare alle forze del male il compito di sopraffare completamente questi soggetti. L'Oscar a chi sarà capace di trovarci un solo piccolo punto di incontro... 

4 - Nonostante tutto io credo che, con l'evoluzione della mentalità culturale, quando il valore supremo sarà l'uomo da salvare e non gli orgogli di casta, si arriverà a questa collaborazione rispettosa. Dobbiamo lottare per questo traguardo. 

Per questo è utile riportare il pensiero del notissimo e illustre scienziato, il prof. Emilio Servadio, esperto di psicanalisi, presidente onorario della Società Psicanalitica Italiana e studioso di ogni manifestazione di carattere paranormale. Intervistato dal giornalista Renzo Allegri in una inchiesta riguardante gli esorcismi tra l'altro ha detto: «Ci sono però individui con problemi assai più complicati e manifestazioni patologiche inspiegabili e a volte spaventose, che non siamo in grado di classificare e tanto meno di curare. Di fronte a questi casi la scienza profana si ferma, non indaga perché non sa in quale direzione procedere, e si rifiuta di formulare ipotesi. Ma gli psichiatri e gli psicanalisti più aperti, intuiscono di trovarsi di fronte a fenomeni che oltrepassano i confini della scienza medica per inoltrarsi in zone inesplorabili dalla ragione umana. Hanno coscienza di non poter far niente e capiscono che è doveroso lasciar il campo a teologi ed eventualmente anche agli esorcisti. Io ritengo che, effettivamente, la scienza deve riconoscere i propri limiti». (R. Allegri, in «Gente», 30 dicembre 1984, p. 113). 

È esattamente quello che ci auguriamo anche noi. 

Nei giorni 23-25 settembre 1988 si tenne a Perugia un Convegno di Medici Cattolici promosso dall'Associazione Terapeuti Cattolici (ACT) del Rinnovamento nello Spirito. Uno dei relatori, il dott. Michele Leonardi di Bari, nella sua interessantissima relazione esaminò alcuni casi di guarigioni straordinarie, tra cui quella di un sacerdote canadese di Quebec, dell'età di 31 anni, guarito improvvisamente e inspiegabilmente da un cancro primitivo al fegato. Ne dedusse poi una riflessione che merita grande attenzione, anche rispetto ai casi che tratta un esorcista: «Quando il medico, dopo aver compiuto tutti gli accertamenti possibili, si rende conto che il fatto non può essere spiegato dalla scienza medica, allo stato attuale delle conoscenze, deve ammettere onestamente che tutto ciò oltrepassa le frontiere del razionale e i meccanismi biologici noti. 

Il medico deve inoltre sapere che in ciascun corpo malato esiste anche l'indecifrabile, illeggibile in termini scientifici, invisibile alla sperimentazione, inaccessibile alla più fine investigazione positiva. Il medico dovrebbe avere l'umiltà di riconoscere i limiti delle proprie tecniche nello studio dell'uomo e tener sempre presente che l'uomo non è solo corpo, ma è insieme corpo, anima e spirito. E allora perché non dare spazio onestamente al concetto molto importante che la malattia è una cosa, e un'altra cosa è l'essere umano che la porta e che la vive? 

Se la prima merita il dispiegamento di tutte le risorse della scienza attuale, l'uomo per se stesso merita certamente di più. Merita il rispetto, in una certa libertà di approccio della ricchezza più splendente dell'uomo: la sua libertà. L'uomo merita quindi il rispetto della sua libertà: libertà di credere, di operare, di confidare nella potenza divina» (Dalla registrazione effettuata durante il Convegno). 

Sacerdote Esorcista Raul Salvucci 

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