Quinto ‘giorno’. La comparsa della vita vegetale e animale e la seconda esplosione della Terra
Previsioni future
§ 85 La seconda esplosione avvenuta ancora nel Pacifico dimostra che quella zona è più vulnerabile, e che il fenomeno potrebbe ripetersi.
Vedi Isaia 24,1-13 e 24,17-23.
Vedi in Apocalisse di S. Giovanni 20,9 .
Vedi il Vangelo di Luca 21,25-26.
Vedi il Vangelo di Matteo 24,29; 25,13.
Isaia 24,1-13 (i versetti delle note 23-24-25-26 sono stati ricopiati dalla Bibbia del Sales): “Ecco che il Signore desolerà la Terra e la spoglierà e ne renderà afflitta la faccia e disperderà i suoi abitanti... La Terra sarà devastata del tutto e sarà predata del tutto. La Terra è in lacrime e si consuma e viene meno... e pochi uomini resteranno... La città della vanità (in senso figurato questa città non è solo Gerusalemme, ma la civiltà umana intera) è distrutta. ... Nella città è rimasta la solitudine e la calamità opprime le sue porte. Poiché avverrà come quando si scuotono le poche olive rimaste sull’albero e si tolgono i racimoli, finita che sia la vendemmia”. Questi versetti furono sempre interpretati come una profezia dell’imminente minaccia assira sul Regno del Sud e la disfatta di Gerusalemme, ma visti con una panoramica più vasta, potrebbero assumere una valenza universale. Infatti Isaia continua (24,17-23): “Lo spavento e la fossa e il laccio sono sopra di te, o abitante della Terra. E avverrà che chi fuggirà per il grido dello spavento cadrà nella fossa; e chi si salverà dalla fossa sarà preso dal laccio perché si apriranno dall’alto le cateratte e le fondamenta saranno scosse. Si schianterà con fracasso la Terra, andrà in frantumi la Terra, si sconquasserà la Terra. Sarà in agitazione la Terra come un ubriaco e muterà sito come la tenda alzata per la notte... La Luna arrossirà e il Sole si oscurerà...”. Appare chiaro che qui è descritto un fenomeno geofisico.
25 Apocalisse 20,9: “E dal cielo cadde un fuoco spedito da Dio e il fuoco le divorò (le città) e il diavolo che le seduceva fu gettato in uno stagno di fuoco e di zolfo dove anche la bestia e il falso profeta (l’anticristo) saranno tormentati dì e notte pei secoli dei secoli”.
6 Luca 21,25-26: “E (vi) saranno prodigi nel Sole, nella Luna e nelle Stelle; e in Terra costernazione di popoli per lo sbigottimento dal fiotto del mare e delle onde: gli uomini si consumeranno per la paura e per l’attesa di quanto starà per accadere a tutto l’universo perché le potenze dei cieli saranno sconvolte...”.
Anche a questo brano non venne quasi mai dato un valore apocalittico universale perché segue direttamente la predizione della caduta di Gerusalemme. Ma è chiaro che i due fatti sono distinti e che in origine dovevano essere separati e solo poi, con le ripetute copiature, sono finiti vicini. Infatti il brano continua: “...e allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire sopra una nuvola con potestà e grande maestà...”. Poiché questo deve ancora accadere, quanto descritto è un fatto distinto dalla caduta di Gerusalemme avvenuta nel 70 d.C. Quindi il brano può essere considerato anch’esso un brano apocalittico.
2_ Il Vangelo di Matteo (24,29-35) ci riporta queste parole di Gesù: “...dopo la tribolazione di quei giorni il sole si oscurerà, e la luna non darà più la sua luce, e cadranno dal cielo le stelle (rocce catapultate e rese incandescenti dall’attrito dell’atmosfera) ... e piangeranno tutte le tribù della terra... In verità vi dico: non passerà questa generazione (la generazione dei figli degli uomini sempre in contrapposizione alla generazione dei Figli puri di Dio) che non siano adempiute tutte queste cose. Il cielo e la Terra passeranno (si chiuderà un’epoca), ma le Mie parole non passeranno mai (cioè sono verità assolute)...”. E poco oltre Matteo continua (24,37-40): “E come fu ai tempi di Noè, così sarà ancora... e come nei giorni prima del diluvio gli uomini se ne stavano mangiando e bevendo... così sarà (anche questa volta)... E allora due si troveranno in un campo: uno sarà preso e l’altro sarà lasciato Vegliate dunque perché non sapete... né il giorno né l’ora” (25,13). Scrive don Guido nei suoi commenti: “Credo che quando avverrà la prossima esplosione della Terra, questa sarà ancora nel luogo dove vidi che la crosta terrestre è stata rotta già due volte, cioè nell’Estremo Oriente, nell’Oceano Pacifico. Il materiale che ne uscirà cambierà la configurazione geografica e topografica del suolo terrestre perché seminerà nuovi monti, nuove colline, valli, laghi, ecc. Bonificherà la Terra dal suo inquinamento e metterà allo scoperto minerali ricercati e nasconderà sotto le nuove montagne le piante che diver- ranno nuovo carbone”. Chiesi a don Guido se, a parer suo, la Terra potrebbe esplodere di nuovo entro un tempo relativamente breve. – E perché no? rispose. – Ma perché preoccuparci tanto? È certo che in tal caso il Signore la rifarebbe più bella di prima! – – E l’umanità? – – Forse che il Signore, nella sua potenza, non potrebbe salvare ‘quel piccolo resto’di uomini degni di perpetuare la specie? –
È chiaro che il Signore mostrò a don Guido le due esplosioni più significative, ma è intuibile che ve ne furono molte in tanti milioni di anni e che ciclicamente si ripetono. Sicuramente una nuova esplosione, come le precedenti, precederà una nuova glaciazione e aprirà una nuova epoca per l’umanità. Le premesse razionali ci sono. Il fenomeno delle anomalie del Niño, apparso negli ultimi anni con i suoi effetti crescenti e devastanti sul clima del pianeta, potrebbe prendere la sua origine da un surriscaldamento abnorme dei fondali dell’Oceano Pacifico portando delle variazioni alle correnti marine e quindi ai venti. Il repentino innalzamento di temperatura potrebbe non essere causato solamente dall’effetto serra, ma anche da una crescente tensione della crosta terrestre nel luogo ove la Terra ha già dimostrato d’essere più fragile. I devastanti uragani in zone solitamente tranquille, la moria di pesci lungo certe correnti dell’Oceano Pacifico, il disorientamento di alcuni branchi di cetacei e la migrazione di pesci tropicali verso il Mediterraneo mai visti prima, potrebbero essere dei sintomi di una nuova imminente esplosione del globo terrestre. Se gli studiosi esaminassero la temperatura delle acque nelle profondità marine ove il calore atmosferico non può influire sulla loro temperatura, avremmo una ragionevole risposta.
Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi
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