PARLIAMO DI MIRACOLI
CON LA SERVA DI DIO LUISA PICCARRETA
QUAL È IL MIRACOLO PIÙ GRANDE?
Per noi, forse, scampare un grave pericolo, ridare la vista a un cieco, risuscitare un morto...
E per Dio?
Tutto ciò che Egli fa non è straordinario né difficile per Lui, soltanto lo è per noi…
Il più grande miracolo dovrà essere straordinario per Lui, qualcosa di molto difficile e costoso per Lui. Questo vuol dire, fare una cosa che non solo dipenda da Lui, ma nello stesso tempo anche da una creatura libera. Mettere d’accordo la sua Volontà e la nostra… Ottenere un vero atto di fede oppure una conversione: ecco un grande miracolo!
Ma non basta: quelli che per noi sono miracoli sono sempre limitati ad una o a poche persone e avvengono ad un certo punto, e poi basta, rimane il ricordo… Per essere il più grande miracolo, deve avere anche una portata universale e una durata eterna. Perciò, il miracolo più grande è stato la collaborazione di Maria, che ha ottenuto l’Incarnazione del Verbo e la nostra salvezza.
Tuttavia, a pensarci bene, pur essendo il più grande miracolo possibile, non è quello che più costa a Dio, quello più difficile per Dio, perché Maria è stata sempre docile. Invece, ottenerlo con noi…nati nel peccato, con tutti i nostri difetti e ritrosie, con tutta la nostra concupiscenza disordinata, con tutta la nostra volontà incline a fare sempre il suo capriccio…, se Dio ci riesce, questo sì che è il più grande miracolo, il massimo trionfo di Dio! È il massimo per Dio: non è che Lui possa vivere nella creatura, ma che la creatura possa fare con Dio quello che fa Dio!
Gesù ha detto: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete” (Gv. 4,48).
Sì, la Chiesa li attende. Sì, Dio li vuole. Sì, la causa di Luisa ne ha bisogno. Sì, affinché Dio manifesti la sua Gloria e i suoi discepoli credano in Lui (Gv. 2,11). Sì, la fede li ottiene. E l’amore li fa. Per intercessione di Luisa. Amen.
Gesù ha detto: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete” (Gv. 4,48). Penso sia un lamento e anche una constatazione.
È un lamento, perché appoggiare il nostro atto di apertura a Dio, cioè di fede, sulla testimonianza dei nostri sensi, anziché sulla Parola di Dio, che è degno di fede, è un modo ingiusto di trattarlo e anche una grave povertà e miseria nostra.
È una constatazione del Signore, come dire: “Purtroppo, l’uomo adesso è così...”
Perciò Egli acconsente a darci segni e prodigi, per sostenere misericordiosamente la nostra misera fede. Ma poi, molte volte, quando ci dà segni straordinari, non li accettiamo; facciamo violenza all’evidenza, affinché siano cose misurabili con la nostra ragione e possiamo continuare così a discuterle.
Il mondo è disposto ad accettare Dio, purché Dio sia un idea che si possa discutere...
“I Giudei chiedono miracoli, i Greci vogliono sapienza...” (1 Cor. 1,22). Tutti siamo ben disposti a vedere miracoli. Ma non tanto a vedere segni: a molti non interessa il significato, per timore ad essere messi in crisi. Se qualcuno punta il dito indicando la Luna, lo stolto guarda soltanto il dito, ma non guarda la Luna...
“Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. A noi uomini piace vedere cose spettacolari, meravigliose; e se fosse possibile, vorremmo avere “il potere” di fare queste cose secondo il nostro capriccio... Avere dei “poteri”! “Essere come Dio”... ma senza Dio!
C’è nell’uomo questa tendenza allo straordinario, quasi come per evadere dalla realtà della vita: è volere qualcosa di diverso da quello che Dio ha stabilito per noi, da quello che Lui vuole. Per questo c’è tra gli uomini la tendenza alla magia, al mondo magico... Senza sospettare che IL PIÙ GRANDE MIRACOLO è che una creatura libera, come è l’uomo, faccia la Volontà di Dio.
Anzi, che non soltanto faccia ciò che Dio vuole, ma che dia vita in sé stesso alla stessa Volontà che è la Vita di Dio! In altre parole: che non solo ubbidisca facendo le cose che Dio vuole, ma che viva nella Divina Volontà, come vive Lui. “Come in Cielo, così in terra”. “Affinché come è Lui, così siamo noi, IN QUESTO MONDO” (1 Gv 4,17). Perciò deve venire il suo Regno, deve ancora divenire una realtà sulla terra. Come lo è nel Cielo.
Leggiamo nel Diario della “Serva di Dio” Luisa Piccarreta, “la piccola Figlia della Divina Volontà” qualcosa che il Signore le disse riguardo ai miracoli e al “grande Miracolo” di farci vivere nella sua adorabile Volontà, come vita nostra, come nella nostra Eredità.
Il 15 Marzo 1912, Luisa scrive queste parole di Gesù:
“Figlia mia, la mia Volontà è la Santità della santità. Sicché l’anima che fa la mia Volontà secondo la perfezione che Io ti insegno, cioè, come in Cielo così in terra, per quanto fosse piccola, ignorante, ignorata, si lascia dietro anche altri Santi, ad onta dei loro portenti, delle conversioni più strepitose, dei miracoli; anzi, confrontando le anime che fanno la mia Volontà [qual è nel mio terzo «FIAT»], sono regine e tutte le altre come se stessero a loro servizio.
L’anima che fa la mia Volontà pare che fa niente e fa tutto, perché stando nella mia Volontà queste anime agiscono alla divina 1, nascostamente ed in modo sorprendente. Sicché sono luce che illumina, sono venti che purificano, sono fuoco che brucia, sono miracoli che fanno fare i miracoli... Quelli che li fanno sono i canali; in queste anime invece ne risiede la potenza. Sicché sono il piede del missionario, la lingua dei predicatori, la forza dei deboli, la pazienza degli infermi, il regime, l’ubbidienza dei sudditi, la tolleranza dei calunniati, la fermezza nei pericoli, l’eroismo degli eroi, il coraggio dei martiri, la santità dei santi, e così di tutto il resto, perché stando nella mia Volontà vi concorrono a tutto il bene che ci può essere, e in Cielo e in terra.
Ecco come posso dire bene che sono le mie vere Ostie, ma Ostie vive, non morte, perché gli accidenti che formano l’Ostia non sono pieni di vita né influisco nella mia Vita; ma l’anima che sta nella mia Divina Volontà è piena di vita e, facendo la mia Volontà, influisce e concorre a tutto ciò che faccio Io. Ecco perché mi sono più care queste Ostie consacrate dalla mia Volontà che le stesse Ostie sacramentali, e se ho ragione di esistere nelle Ostie sacramentali è per formare le Ostie sacramentali della mia Volontà.
Figlia mia, è tanto il piacere che prendo della mia Volontà, che al solo sentirne parlare ne gongolo di gioia e chiamo tutto il Cielo a farne feste. Immagina tu stessa che sarà di quelle anime che la fanno; Io trovo tutti i contenti in loro e do tutti i contenti a loro. La vita loro è la vita dei Beati. Due sole cose stanno loro a cuore, desiderano, agognano: la Volontà mia e l’Amore. Poco altro hanno da fare, mentre fanno tutto. Le stesse virtù restano assorbite nella mia Volontà e nell’Amore, sicché non hanno più a che fare con loro, perché la mia Volontà contiene, possiede, assorbe tutto, ma in modo divino, immenso ed interminabile. Questa è la vita dei Beati”.
Nel brano del 12 Novembre 1921, leggiamo:
“Figlia mia, la santità nel mio Volere non è ancora conosciuta; ecco perciò le meraviglie che si fanno, perché quando una cosa è stata conosciuta le meraviglie cessano.
Tutte le santità simboleggiano qualche cosa, di cui è sparso il Creato: ci sono le santità che simboleggiano i monti, altre gli alberi, altre le piante, il piccolo fiore, le stelle, e tante altre similitudini. Tutte queste santità hanno il loro bene limitato e individuale, hanno il loro principio e la loro fine, non possono abbracciare tutto e far bene a tutti, come non lo può fare un albero o un fiore. Ora, la santità nel mio Volere simboleggia il sole: egli è stato e sarà sempre, e sebbene ebbe un principio nell’illuminare il mondo, essendo lui luce che ebbe origine dalla mia Luce eterna, si può dire che non ha principio. Il sole fa bene a tutti, si estende a tutti con la sua luce, non fa particolarità con nessuno; con la sua maestà e col suo dominio impera su tutto e dà vita a tutto, anche al più piccolo fiore, ma silenzioso, senza rumore e quasi inosservato. Oh, se la pianta facesse una piccola cosa, un’ombra di ciò che fa il sole, di dare il calore ad un’altra pianta, si griderebbe dicendo che è un miracolo, e tutti la vorrebbero vedere, ne parlerebbero con stupore. Del sole, poi, che dà vita e calore a tutto ed è il miracolo di continuo, nessuno parla, nessuno stupore hanno, e questo avviene perché l’uomo ha sempre l’occhio nel basso e alle cose terrene, mai in alto e alle cose celesti. 2
Ora, la santità nel mio Volere, simboleggiando il sole, uscirà dal centro della mia Santità, sarà un raggio partorito dalla mia Santità, che non ha principio. Sicché queste anime esistevano nella mia Santità, esistono ed esisteranno; erano insieme con Me nel bene che facevo; mai uscivano dal raggio di cui le avevo messo fuori alla luce. Non partendosi mai dal mio Volere, Io mi trastullavo con loro e mi trastullo tuttora. La mia unione con loro è permanente. Le vedo galleggiare su tutto; gli appoggi umani per loro non esistono, come non si appoggia il sole a nessun punto, poiché vive in alto come isolato, ma con la sua luce tutto racchiude in sé. Così sono queste anime: vivono in alto come il sole, ma la loro luce scende nel più basso e si estende a tutti. Io mi sentirei come se le defraudassi, se non le mettessi a parte e non le facessi fare ciò che faccio Io, sicché non c’è bene che da queste non scenda.
In questa santità Io vedo le mie ombre, le mie immagini, sorvolare su tutta la terra, nell’aria e nel Cielo, e perciò amo ed amerò il mondo, perché aspetto che la mia Santità abbia l’eco sulla terra e i miei raggi escano fuori alla luce, dandomi gloria completa, restituendomi l’amore, l’onore che gli altri non mi hanno dato. Ma, come il sole, saranno le più inosservate, senza alcuno strepito; ma se le vorranno guardare, sarà tanta la mia gelosia, che passeranno pericolo di restare accecati e saranno costretti ad abbassare lo sguardo per ricuperare la vista. Vedi com’è bella la santità nel mio Volere? È la santità che più si avvicina al tuo Creatore; perciò terrà il primato su tutte le altre santità, le racchiuderà in sé tutte insieme e sarà vita di tutte le altre santità.
Quale grazia per te il conoscerla! Essere la prima, come raggio solare, ad uscire dal centro della mia Santità, senza mai distaccarsi! Grazia più grande non potrei farti, miracolo più portentoso non potrei operare in te. Sii attenta, figlia mia, raggio mio, poiché ogniqualvolta tu entri nel mio Volere ed operi, succede come quando il sole batte nei vetri, tanti soli si formano in essi, e così tante volte ripeti la mia Vita, la moltiplichi e dai nuova vita al mio Amore”.
Dopo ciò, pensavo tra me: “In questa santa Volontà non si vedono miracoli, cose portentose, di cui le creature sono tanto avide e girerebbero mezzo mondo per averne qualcuno; invece tutto passa tra l’anima e Dio, e se le creature ricevono, non conoscono da dove è venuto il bene... Veramente sono come il sole, che mentre dà vita a tutto, nessuno lo addita”.
E mentre ciò pensavo, è ritornato il mio Gesù e ha soggiunto, ma con aspetto imponente: “Che miracoli, che miracoli? Non è forse il più grande miracolo il fare la mia Volontà? La mia Volontà è eterna ed è miracolo eternale; mai finisce. È miracolo d’ogni istante che la volontà umana abbia un connesso continuo con la Volontà Divina. Il risorgere i morti, dare la vista ai ciechi ed altro, non sono cose eterne, sono soggette a perire; perciò si possono chiamare ombre di miracoli, miracoli fuggitivi, paragonati al miracolo grande e permanente di vivere nella mia Volontà. Tu non dare ret a questi miracoli; so Io quando convengono e ci vogliono”.
E il 22 Ottobre 1926, Luisa scrive:
Stavo pensando tra me al Santo Volere Divino e dicevo tra me: Ma quale sarà il gran bene di questo regno del ‘FIAT’ Supremo? E Gesù, come interrompendo il mio pensiero e come in fretta, si è mosso nel mio interno dicendomi:
“Figlia mia, quale sarà il gran bene! Quale sarà il gran bene! Il regno del mio ‘FIAT’ racchiuderà tutti i beni, tutti i miracoli, i portenti più strepitosi, anzi, li sorpasserà tutti uniti insieme; e se miracolo significa dare la vista a un cieco, raddrizzare uno zoppo, sanare un infermo, risuscitare un morto, eccetera, il regno della mia Volontà terrà l’alimento preservativo e per chiunque entrerà in Esso non ci sarà nessun pericolo che possa rimanere cieco, zoppo ed infermo; la morte nell’anima non avrà più potere, e se lo avrà sul corpo non sarà morte, ma passaggio; e mancando l’alimento della colpa e la volontà umana degradata, che produsse la corruzione nei corpi, e stando l’alimento preservativo della mia Volontà, anche i corpi non saranno soggetti a scomporsi e a corrompersi così orribilmente, da incutere paura anche ai più forti, come lo è tuttora, ma rimarranno composti nei loro sepolcri, aspettando il dì della resurrezione di tutti. Onde, che credi tu che sia più miracolo: dare la vista ad un povero cieco, raddrizzare uno zoppo, sanare un infermo, oppure avere un mezzo preservativo 3 affinché l’occhio non perda mai la sua vista, che si cammini sempre dritto, che si stia sempre sano? Credo che sia più il miracolo preservativo che il miracolo dopo essere successa la sventura. Ecco la gran diversità del regno della Redenzione e del regno del ‘FIAT’ Supremo.
Nel primo ci furono miracoli, come avviene tuttora, per i poveri sventurati che giacciono, chi in una sventura e chi in un’altra, e perciò Io ne diedi l’esempio, anche all’esterno, di dare tante diverse guarigioni, che erano simbolo della guarigione che Io davo alle anime, che facilmente ritornano alle loro infermità.
Il secondo sarà miracolo preservativo, perché la mia Volontà possiede la miracolosa potenza, che chiunque si fa dominare da Essa non sarà soggetto a nessun male; quindi Essa non avrà nessun bisogno di far miracoli, perché li conserverà sempre sani, santi e belli, degni di quella bellezza che uscì dalle Nostre mani creatrici nel creare la creatura. Il regno del ‘FIAT’ Divino farà il gran miracolo di sbandire tutti i mali, tutte le miserie, tutti i timori, perché Esso non farà il miracolo a tempo e a circostanza, ma si terrà sui figli del suo regno con un atto di miracolo continuato, per preservarli da qualunque male e farli distinguere come figli del regno suo, e questo non solo nell’anima, ma anche nel corpo ci saranno molte modifiche, perché è sempre la colpa l’alimento di tutti i mali. Tolta la colpa, mancherà l’alimento al male, molto più che Volontà mia e peccato non possono esistere insieme; quindi anche la natura umana avrà i suoi benefici effetti.
Ora, figlia mia, dovendo preparare il gran miracolo del regno del ‘FIAT’ Supremo, sto facendo con te, come figlia primogenita della mia Volontà, come feci con la Sovrana Regina, Mamma mia. Quando dovetti preparare il regno della Redenzione, la tirai tanto a Me, la tenni tanto occupata nel suo interno, per poter formare insieme con Lei il miracolo della Redenzione; e ce n’era tanto bisogno, tante cose che insieme avevamo da fare, da rifare, da completare, che dovetti occultare al suo esterno qualunque cosa che poteva chiamarsi miracolo, meno che la sua perfetta virtù. Con ciò la resi più libera per farle valicare il mare interminabile del ‘FIAT’ Eterno, onde potesse avere accesso presso la Divina Maestà per ottenere il Regno della Redenzione.
Che sarebbe stato di più: se la Celeste Regina avesse dato la vista ai ciechi, la parola ai muti ed altro, oppure il miracolo di far discendere il Verbo Eterno sulla terra? I primi sarebbero stati miracoli accidentali, passeggeri ed individuali; il secondo invece è miracolo permanente e per tutti, purché lo vogliano. Perciò i primi sarebbero stati come nulla paragonati al secondo.
Essa fu il vero sole che, eclissando tutto, eclissò in sé lo stesso Verbo del Padre, germogliando dalla sua luce tutti i beni, tutti gli effetti e miracoli che produsse la Redenzione; ma come sole, produceva i beni e i miracoli senza farsi vedere o farsi additare che era Lei causa primaria di tutto. Difatti, tutto ciò che Io feci di bene sulla terra lo feci perché la Imperatrice del Cielo giunse ad avere il suo impero nella Divinità e col suo impero Mi trasse dal Cielo per darmi alle creature.
Ora, così sto facendo con te per preparare il regno del ‘FIAT’ Supremo: ti tengo con Me, ti faccio valicare il mare interminabile di Esso per darti l’accesso presso il Padre Celeste, affinché Lo preghi, Lo vinca, Lo imperi 4, per ottenere il ‘FIAT’ del regno mio. E per compiere e consumare in te tutta la forza miracolosa che ci vuole per un regno sì santo, ti tengo continuamente occupata nel tuo interno nel lavoro del regno mio, ti faccio continuamente girare per fare, per rifare, per completare tutto ciò che ci vuole e che tutti dovrebbero fare per formare il gran miracolo del regno mio. Esternamente nulla faccio comparire su di te di miracoloso, se non ché la luce della mia Volontà.
Alcuni potranno dire come tanti portenti che manifesta il benedetto Gesù a questa creatura, di questo regno del ‘FIAT’ Divino, e i beni che porterà sorpasseranno Creazione e Redenzione, anzi, Esso sarà corona dell’una e dell’altra; ma, ad onta di tanto bene, nessuna cosa miracolosa nell’esterno si vede in lei, come conferma del gran bene di questo regno dell’Eterno ‘FIAT’, mentre gli altri santi, senza il portento di questo gran bene, hanno fatto miracoli ad ogni passo.
Ma se si volgono indietro a considerare la mia cara Mamma, la più santa di tutte le creature, il gran bene che racchiuse in sé e che portò alle creature, non c’è chi possa paragonarsi a Lei: fece il gran miracolo di concepire in sé il Verbo Divino e il portento di dare un Dio a ciascuna creatura; e innanzi a questo prodigio, mai visto né sentito, di poter dare l’Eterno Verbo alle creature, tutti gli altri miracoli uniti insieme sono piccole fiammelle innanzi al sole. Ora, chi deve fare il più non è necessario che faccia il meno.
Così, innanzi al gran miracolo del regno della mia Volontà ripristinato in mezzo alle creature, tutti gli altri miracoli saranno piccole fiammelle innanzi al gran Sole del mio Volere. Ogni detto, verità e manifestazione su di Esso è un miracolo che è uscito dalla mia Volontà, come preservativo di ogni male e per legare le creature ad un bene infinito, ad una gloria più grande, ad una nuova bellezza tutta divina. Ogni mia verità sul mio Eterno Volere contiene la potenza e la virtù prodigiosa, più che se si risuscitasse un morto, o che si risanasse un lebbroso, o che un cieco vedesse, o che un muto parlasse, perché le mie parole sulla santità e potenza del mio ‘FIAT’ risusciteranno le anime alla loro origine, le saneranno dalla lebbra che ha prodotto l’umana volontà, darà loro la vista per vedere i beni del regno della mia Volontà, perché finora erano come ciechi; darà la parola a tanti muti, che mentre sapevano dire tante altre cose, solo per la mia Volontà erano come muti che non avevano parola.
E poi, il gran miracolo di poter dare a ciascuna creatura una Volontà Divina che contiene tutti i beni, che cosa non darà loro quando si troverà in possesso dei figli del regno suo? Ecco perché ti tengo tutta occupata nel lavoro di questo mio regno, e c’è molto da fare per preparare il gran miracolo, che il regno del ‘FIAT’ sia conosciuto e posseduto.
Perciò sii attenta a valicare il mare interminabile della mia Volontà, affinché venga stabilito l’ordine tra Creatore e creatura, e così potrò fare il gran miracolo, per mezzo tuo, che l’uomo mi ritorni nella sua origine, donde ne uscì”.
Onde io stavo pensando a ciò che sta scritto di sopra, specialmente che ogni parola e manifestazione sulla Suprema Volontà è un miracolo uscito da Essa, e Gesù, per confermarmi ciò che mi aveva detto, ha soggiunto:
“Figlia mia, che credi tu che fu più grande miracolo quando Io venni sulla terra: la mia parola, il Vangelo che Io annunziai, oppure che diedi la vita ai morti, la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, eccetera? Ah, figlia mia, fu più gran miracolo la mia parola, il mio Vangelo; molto più, che gli stessi miracoli uscirono dalla mia parola creatrice. I sacramenti, la stessa Creazione –miracolo permanente– ebbero vita dalla mia parola, e la stessa mia Chiesa ha per regime, per fondamento, la mia parola, il mio Vangelo. Sicché fu più miracolo la mia parola, il mio Vangelo, che gli stessi miracoli, i quali, se ebbero vita, fu per la mia parola miracolosa.
Quindi, sii sicura che la parola del tuo Gesù è il più gran miracolo. La mia parola è come vento impetuoso che corre, percuote l’udito, entra nei cuori, riscalda, purifica, illumina, gira, rigira da nazione in nazione, percorre tutto il mondo, gira per tutti i secoli. Chi mai può dar morte e seppellire una mia parola? Nessuno. E se qualche volta pare che la mia parola tace e sta come nascosta, essa non perde mai la vita; quando meno si crede esce e gira da per tutto. Passeranno i secoli, nei quali tutto, uomini e cose, saranno travolti e scomparira no; la mia parola non paserà mai, perché contiene la vita, la forza miracolosa di Colui che l’ha fatta uscire fuori.
Perciò confermo che ogni parola e manifestazione che ti faccio sul ‘FIAT’ Eterno è il più gran miracolo, che servirà per il regno della mia Volontà. Ed ecco perché tanto ti spingo e tanto ci tengo, che neppure una mia parola non sia da te manifestata e scritta, perché mi vedo ritornare indietro un mio miracolo che tanto bene porterà ai figli del regno del ‘FIAT’ Supremo”.
***
Siamo in attesa di qualche cosa di straordinario, di qualcosa
che faccia cambiare la drammatica situazione del mondo,
che evidentemente si avvicina ogni giorno di più verso una tragedia,
dalla quale non può essere salvato
con la tecnica, né con la scienza, né con la politica, né ancor meno con le armi.
Siamo in attesa di vera “Pace e Sicurezza” (1 Tes 5,3), cioè,
“in attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo”, perché “Egli è la nostra Pace” (Efesini, 2,14), “nell’attesa della sua Venuta”.
Siamo in attesa “di quella Grazia che ci sarà data
quando Gesù Cristo si rivelerà” (1 Pietro, 1,13)
Ma questa attesa che c’è nel fondo del cuore di tutti resterà delusa
se quel “GRANDE SEGNO” o “GRANDE MIRACOLO” promesso non avviene in noi, se quella cosa straordinaria e meravigliosa non succede dentro di noi,
se quella Venuta gloriosa non avviene nel nostro cuore
e a partire dal cuore dell’uomo, come fu la Venuta del Divino Redentore,
scendendo innanzi tutto nel Cuore Immacolato di Maria.
Chi si aspetta grandi segni e prodigi,
ma non il grande Miracolo della Volontà di Dio,
che deve eclissare la nostra volontà umana,
resterà irrimediabilmente deluso!
Pablo Martín Sanguiao
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