mercoledì 27 aprile 2022

Il più grande MIRACOLO

 


PARLIAMO  DI  MIRACOLI 

CON  LA  SERVA  DI  DIO LUISA  PICCARRETA


QUAL  È  IL  MIRACOLO  PIÙ  GRANDE? 

 

Per noi, forse, scampare un grave pericolo, ridare la vista a un cieco, risuscitare un morto... 

E per Dio? 

Tutto ciò che Egli fa non è straordinario né difficile per Lui, soltanto lo è per noi… 

Il più grande miracolo dovrà essere straordinario per Lui, qualcosa di molto difficile  e costoso per Lui. Questo vuol dire, fare una cosa che non solo dipenda da Lui, ma  nello stesso tempo anche da una creatura libera. Mettere d’accordo la sua Volontà e la  nostra… Ottenere un vero atto di fede oppure una conversione: ecco un grande  miracolo! 

Ma non basta: quelli che per noi sono miracoli sono sempre limitati ad una o a poche  persone e avvengono ad un certo punto, e poi basta, rimane il ricordo… Per essere il  più grande miracolo, deve avere anche una portata universale e una durata eterna.  Perciò, il miracolo più grande è stato la collaborazione di Maria, che ha ottenuto  l’Incarnazione del Verbo e la nostra salvezza. 

Tuttavia, a pensarci bene, pur essendo il più grande miracolo possibile, non è quello  che più costa a Dio, quello più difficile per Dio, perché Maria è stata sempre docile.  Invece, ottenerlo con noi…nati nel peccato, con tutti i nostri difetti e ritrosie, con  tutta la nostra concupiscenza disordinata, con tutta la nostra volontà incline a fare  sempre il suo capriccio…, se Dio ci riesce, questo sì che è il più grande miracolo, il  massimo trionfo di Dio! È il massimo per Dio: non è che Lui possa vivere nella  creatura, ma che la creatura possa fare con Dio quello che fa Dio! 

 

Gesù ha detto: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete” (Gv. 4,48). 

Sì, la Chiesa li attende. Sì, Dio li vuole. Sì, la causa di Luisa ne ha bisogno. Sì,  affinché Dio manifesti la sua Gloria e i suoi discepoli credano in Lui (Gv. 2,11). Sì, la  fede li ottiene. E l’amore li fa. Per intercessione di Luisa. Amen.  

 

Gesù ha detto: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete” (Gv. 4,48). Penso sia  un lamento e anche una constatazione.  

È un lamento, perché appoggiare il nostro atto di apertura a Dio, cioè di fede, sulla  testimonianza dei nostri sensi, anziché sulla Parola di Dio, che è degno di fede, è un  modo ingiusto di trattarlo e anche una grave povertà e miseria nostra.  

È una constatazione del Signore, come dire: “Purtroppo, l’uomo adesso è così...” 

Perciò Egli acconsente a darci segni e prodigi, per sostenere misericordiosamente la  nostra misera fede. Ma poi, molte volte, quando ci dà segni straordinari, non li  accettiamo; facciamo violenza all’evidenza, affinché siano cose misurabili con la nostra  ragione e possiamo continuare così a discuterle.  

Il mondo è disposto ad accettare Dio, purché Dio sia un idea che si possa discutere...  

“I Giudei chiedono miracoli, i Greci vogliono sapienza...” (1 Cor. 1,22). Tutti siamo  ben disposti a vedere miracoli. Ma non tanto a vedere segni: a molti non interessa il  significato, per timore ad essere messi in crisi. Se qualcuno punta il dito indicando la  Luna, lo stolto guarda soltanto il dito, ma non guarda la Luna... 

“Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. A noi uomini piace vedere cose  spettacolari, meravigliose; e se fosse possibile, vorremmo avere “il potere” di fare  queste cose secondo il nostro capriccio... Avere dei “poteri”! “Essere come Dio”... ma  senza Dio! 

C’è nell’uomo questa tendenza allo straordinario, quasi come per evadere dalla realtà  della vita: è volere qualcosa di diverso da quello che Dio ha stabilito per noi, da quello  che Lui vuole. Per questo c’è tra gli uomini la tendenza alla magia, al mondo magico...  Senza sospettare che IL PIÙ GRANDE MIRACOLO è che una creatura libera, come è  l’uomo, faccia la Volontà di Dio.  

Anzi, che non soltanto faccia ciò che Dio vuole, ma che dia vita in sé stesso alla  stessa Volontà che è la Vita di Dio!  In altre parole: che non solo ubbidisca facendo le  cose che Dio vuole, ma che viva nella Divina Volontà, come vive Lui. “Come in  Cielo, così in terra”. “Affinché come è Lui, così siamo noi, IN QUESTO MONDO”  (1 Gv  4,17). Perciò deve venire il suo Regno, deve ancora divenire una realtà sulla terra.  Come lo è nel Cielo. 

Leggiamo nel Diario della “Serva di Dio” Luisa Piccarreta, “la piccola Figlia della  Divina Volontà” qualcosa che il Signore le disse riguardo ai miracoli e al “grande  Miracolo” di farci vivere nella sua adorabile Volontà, come vita nostra, come nella  nostra Eredità. 

 

Il 15 Marzo 1912, Luisa scrive queste parole di Gesù: 

“Figlia mia, la mia Volontà è la Santità della santità. Sicché l’anima che fa la  mia Volontà secondo la perfezione che Io ti insegno, cioè, come in Cielo così in  terra, per quanto fosse piccola, ignorante, ignorata, si lascia dietro anche altri  Santi, ad onta dei loro portenti, delle conversioni più strepitose, dei miracoli;  anzi, confrontando le anime che fanno la mia Volontà [qual è nel mio terzo «FIAT»],  sono regine e tutte le altre come se stessero a loro servizio.  

L’anima che fa la mia Volontà pare che fa niente e fa tutto, perché stando nella  mia Volontà queste anime agiscono alla divina 1, nascostamente ed in modo  sorprendente. Sicché sono luce che illumina, sono venti che purificano, sono  fuoco che brucia, sono miracoli che fanno fare i miracoli... Quelli che li fanno  sono i canali; in queste anime invece ne risiede la potenza. Sicché sono il piede  del missionario, la lingua dei predicatori, la forza dei deboli, la pazienza degli  infermi, il regime, l’ubbidienza dei sudditi, la tolleranza dei calunniati, la fermezza  nei pericoli, l’eroismo degli eroi, il coraggio dei martiri, la santità dei santi, e così  di tutto  il resto, perché  stando nella mia Volontà vi concorrono a tutto il bene  che ci può essere, e in Cielo e in terra. 

Ecco come posso dire bene che sono le mie vere Ostie, ma Ostie vive, non  morte, perché gli accidenti che formano l’Ostia non sono pieni di vita né influisco  nella mia Vita; ma l’anima che sta nella mia Divina Volontà è piena di vita e,  facendo la mia Volontà, influisce e concorre a tutto ciò che faccio Io. Ecco perché  mi sono più care queste Ostie consacrate dalla mia Volontà che le stesse Ostie sacramentali, e se ho ragione di esistere nelle Ostie sacramentali è per formare le  Ostie sacramentali della mia Volontà. 

Figlia mia, è tanto il piacere che prendo della mia Volontà, che al solo sentirne  parlare ne gongolo di gioia e chiamo tutto il Cielo a farne feste. Immagina tu  stessa che sarà di quelle anime che la fanno; Io trovo tutti i contenti in loro e do  tutti i contenti a loro. La vita loro è la vita dei Beati. Due sole cose stanno loro a  cuore, desiderano, agognano: la Volontà mia e l’Amore. Poco altro hanno da fare,  mentre fanno tutto. Le stesse virtù restano assorbite nella mia Volontà e  nell’Amore, sicché non hanno più a che fare con loro, perché la mia Volontà  contiene, possiede, assorbe tutto, ma in modo divino, immenso ed interminabile.  Questa è la vita dei Beati”. 


Nel brano del 12 Novembre 1921, leggiamo: 

“Figlia mia, la santità nel mio Volere non è ancora conosciuta; ecco perciò le  meraviglie che si fanno, perché quando una cosa è stata conosciuta le meraviglie  cessano. 

Tutte le santità simboleggiano qualche cosa, di cui è sparso il Creato: ci sono le  santità che simboleggiano i monti, altre gli alberi, altre le piante, il piccolo fiore,  le stelle, e tante altre similitudini. Tutte queste santità hanno il loro bene limitato  e individuale, hanno il loro principio e la loro fine, non possono abbracciare tutto  e far bene a tutti, come non lo può fare un albero o un fiore. Ora, la santità nel  mio Volere simboleggia il sole: egli è stato e sarà sempre, e sebbene ebbe un  principio nell’illuminare il mondo, essendo lui luce che ebbe origine dalla mia  Luce eterna, si può dire che non ha principio. Il sole fa bene a tutti, si estende a  tutti con la sua luce, non fa particolarità con nessuno; con la sua maestà e col  suo dominio impera su tutto e dà vita a tutto, anche al più piccolo fiore, ma  silenzioso, senza rumore e quasi inosservato. Oh, se la pianta facesse una piccola  cosa, un’ombra di ciò che fa il sole, di dare il calore ad un’altra pianta, si griderebbe dicendo che è un miracolo, e tutti la vorrebbero vedere, ne parlerebbero  con stupore. Del sole, poi, che dà vita e calore a tutto ed è il miracolo di continuo,  nessuno parla, nessuno stupore hanno, e questo avviene perché l’uomo ha  sempre l’occhio nel basso e alle cose terrene, mai in alto e alle cose celesti. 2 

Ora, la santità nel mio Volere, simboleggiando il sole, uscirà dal centro della  mia Santità, sarà un raggio partorito dalla mia Santità, che non ha principio.  Sicché queste anime esistevano nella mia Santità, esistono ed esisteranno; erano   insieme con Me nel bene che facevo; mai uscivano dal raggio di cui le avevo  messo fuori alla luce. Non partendosi mai dal mio Volere, Io mi trastullavo con  loro e mi trastullo tuttora. La mia unione con loro è permanente. Le vedo galleggiare su tutto; gli appoggi umani per loro non esistono, come non si appoggia il  sole a nessun punto, poiché vive in alto come isolato, ma con la sua luce tutto  racchiude in sé. Così sono queste anime: vivono in alto come il sole, ma la loro  luce scende nel più basso e si estende a tutti. Io mi sentirei come se le  defraudassi, se non le mettessi a parte e non le facessi fare ciò che faccio Io,  sicché non c’è bene che da queste non scenda. 

In questa santità Io vedo le mie ombre, le mie immagini, sorvolare su tutta la  terra, nell’aria e nel Cielo, e perciò amo ed amerò il mondo, perché aspetto che la  mia Santità abbia l’eco sulla terra e i miei raggi escano fuori alla luce, dandomi  gloria completa, restituendomi l’amore, l’onore che gli altri non mi hanno dato.  Ma, come il sole, saranno le più inosservate, senza alcuno strepito; ma se le  vorranno guardare, sarà tanta la mia gelosia, che passeranno pericolo di restare  accecati e saranno costretti ad abbassare lo sguardo per ricuperare la vista. Vedi  com’è bella la santità nel mio Volere? È la santità che più si avvicina al tuo  Creatore; perciò terrà il primato su tutte le altre santità, le racchiuderà in sé tutte  insieme e sarà vita di tutte le altre santità.  

Quale grazia per te il conoscerla! Essere la prima, come raggio solare, ad  uscire dal centro della mia Santità, senza mai distaccarsi! Grazia più grande non  potrei farti, miracolo più portentoso non potrei operare in te. Sii attenta, figlia  mia, raggio mio, poiché ogniqualvolta tu entri nel mio Volere ed operi, succede  come quando il sole batte nei vetri, tanti soli si formano in essi, e così tante volte  ripeti la mia Vita, la moltiplichi e dai nuova vita al mio Amore”. 

Dopo ciò, pensavo tra me: “In questa santa Volontà non si vedono miracoli, cose  portentose, di cui le creature sono tanto avide e girerebbero mezzo mondo per averne  qualcuno; invece tutto passa tra l’anima e Dio, e se le creature ricevono, non  conoscono da dove è venuto il bene... Veramente sono come il sole, che mentre dà  vita a tutto, nessuno lo addita”. 

E mentre ciò pensavo, è ritornato il mio Gesù e ha soggiunto, ma con aspetto  imponente: “Che miracoli, che miracoli? Non è forse il più grande miracolo il fare  la mia Volontà? La mia Volontà è eterna ed è miracolo eternale; mai finisce. È  miracolo d’ogni istante che la volontà umana abbia un connesso continuo con la  Volontà Divina. Il risorgere i morti, dare la vista ai ciechi ed altro, non sono cose  eterne, sono soggette a perire; perciò si possono chiamare ombre di miracoli,  miracoli fuggitivi, paragonati al miracolo grande e permanente di vivere nella mia  Volontà. Tu non dare ret a questi miracoli; so Io quando convengono e ci  vogliono”.   

E il 22 Ottobre 1926, Luisa scrive: 

Stavo pensando tra me al Santo Volere Divino e dicevo tra me: Ma quale sarà il gran  bene di questo regno del ‘FIAT’ Supremo? E Gesù, come interrompendo il mio pensiero  e come in fretta, si è mosso nel mio interno dicendomi: 

“Figlia mia, quale sarà il gran bene! Quale sarà il gran bene! Il regno del mio  ‘FIAT’ racchiuderà tutti i beni, tutti i miracoli, i portenti più strepitosi, anzi, li  sorpasserà tutti uniti insieme; e se miracolo significa dare la vista a un cieco,  raddrizzare uno zoppo, sanare un infermo, risuscitare un morto, eccetera, il regno  della mia Volontà terrà l’alimento preservativo e per chiunque entrerà in Esso non  ci sarà nessun pericolo che possa rimanere cieco, zoppo ed infermo; la morte  nell’anima non avrà più potere, e se lo avrà sul corpo non sarà morte, ma  passaggio; e mancando l’alimento della colpa e la volontà umana degradata, che  produsse la corruzione nei corpi, e stando l’alimento preservativo della mia  Volontà, anche i corpi non saranno soggetti a scomporsi e a corrompersi così  orribilmente, da incutere paura anche ai più forti, come lo è tuttora, ma rimarranno composti nei loro sepolcri, aspettando il dì della resurrezione di tutti. Onde, che credi tu che sia più miracolo: dare la vista ad un povero cieco, raddrizzare  uno zoppo, sanare un infermo, oppure avere un mezzo preservativo 3 affinché  l’occhio non perda mai la sua vista, che si cammini sempre dritto, che si stia  sempre sano? Credo che sia più il miracolo preservativo che il miracolo dopo  essere successa la sventura. Ecco la gran diversità del regno della Redenzione e  del regno del ‘FIAT’ Supremo.  

Nel primo ci furono miracoli, come avviene tuttora, per i poveri sventurati che  giacciono, chi in una sventura e chi in un’altra, e perciò Io ne diedi l’esempio,  anche all’esterno, di dare tante diverse guarigioni, che erano simbolo della  guarigione che Io davo alle anime, che facilmente ritornano alle loro infermità. 

Il secondo sarà miracolo preservativo, perché la mia Volontà possiede la miracolosa potenza, che chiunque si fa dominare da Essa non sarà soggetto a nessun  male; quindi Essa non avrà nessun bisogno di far miracoli, perché li conserverà  sempre sani, santi e belli, degni di quella bellezza che uscì dalle Nostre mani  creatrici nel creare la creatura. Il regno del ‘FIAT’ Divino farà il gran miracolo di  sbandire tutti i mali, tutte le miserie, tutti i timori, perché Esso non farà il miracolo  a tempo e a circostanza, ma si terrà sui figli del suo regno con un atto di miracolo  continuato, per preservarli da qualunque male e farli distinguere come figli del  regno suo, e questo non solo nell’anima, ma anche nel corpo ci saranno molte  modifiche, perché è sempre la colpa l’alimento di tutti i mali. Tolta la colpa,  mancherà l’alimento al male, molto più che Volontà mia e peccato non possono  esistere insieme; quindi anche la natura umana avrà i suoi benefici effetti. 

Ora, figlia mia, dovendo preparare il gran miracolo del regno del ‘FIAT’  Supremo, sto facendo con te, come figlia primogenita della mia Volontà, come  feci con la Sovrana Regina, Mamma mia. Quando dovetti preparare il regno della  Redenzione, la tirai tanto a Me, la tenni tanto occupata nel suo interno, per poter  formare insieme con Lei il miracolo della Redenzione; e ce n’era tanto bisogno,  tante cose che insieme avevamo da fare, da rifare, da completare, che dovetti  occultare al suo esterno qualunque cosa che poteva chiamarsi miracolo, meno  che la sua perfetta virtù. Con ciò la resi più libera per farle valicare il mare  interminabile del ‘FIAT’ Eterno, onde potesse avere accesso presso la Divina  Maestà per ottenere il Regno della Redenzione. 

Che sarebbe stato di più: se la Celeste Regina avesse dato la vista ai ciechi, la  parola ai muti ed altro, oppure il miracolo di far discendere il Verbo Eterno sulla  terra? I primi sarebbero stati miracoli accidentali, passeggeri ed individuali; il  secondo invece è miracolo permanente e per tutti, purché lo vogliano. Perciò i  primi sarebbero stati come nulla paragonati al secondo.  

Essa fu il vero sole che, eclissando tutto, eclissò in sé lo stesso Verbo del  Padre, germogliando dalla sua luce tutti i beni, tutti gli effetti e miracoli che  produsse la Redenzione; ma come sole, produceva i beni e i miracoli senza farsi  vedere o farsi additare che era Lei causa primaria di tutto. Difatti, tutto ciò che Io  feci di bene sulla terra lo feci perché la Imperatrice del Cielo giunse ad avere il  suo impero nella Divinità e col suo impero Mi trasse dal Cielo per darmi alle  creature. 

Ora, così sto facendo con te per preparare il regno  del ‘FIAT’ Supremo:  ti tengo  con Me, ti faccio valicare il mare interminabile di Esso per darti l’accesso presso il  Padre Celeste, affinché Lo preghi, Lo vinca, Lo imperi 4, per ottenere il ‘FIAT’ del  regno mio. E per compiere e consumare in te tutta la forza miracolosa che ci  vuole per un regno sì santo, ti tengo continuamente occupata nel tuo interno nel  lavoro del regno mio, ti faccio continuamente girare per fare, per rifare, per  completare tutto ciò che ci vuole e che tutti dovrebbero fare per formare il gran  miracolo del regno mio. Esternamente nulla faccio comparire su di te di miracoloso, se non ché la luce della mia Volontà.  

Alcuni potranno dire come tanti portenti che manifesta il benedetto Gesù a  questa creatura, di questo regno del ‘FIAT’ Divino, e i beni che porterà sorpasseranno Creazione e Redenzione, anzi, Esso sarà corona dell’una e dell’altra; ma,  ad onta di tanto bene, nessuna cosa miracolosa nell’esterno si vede in lei, come  conferma del gran bene di questo regno dell’Eterno ‘FIAT’, mentre gli altri santi,  senza il portento di questo gran bene, hanno fatto miracoli ad ogni passo. 

Ma se si volgono indietro a considerare la mia cara Mamma, la più santa di  tutte le creature, il gran bene che racchiuse in sé e che portò alle creature, non c’è  chi possa paragonarsi a Lei: fece il gran miracolo di concepire in sé il Verbo  Divino e il portento di dare un Dio a ciascuna creatura; e innanzi a questo  prodigio, mai visto né sentito, di poter dare l’Eterno Verbo alle creature, tutti gli  altri miracoli uniti insieme sono piccole fiammelle innanzi al sole. Ora, chi deve  fare il più non è necessario che faccia il meno.  

Così, innanzi al gran miracolo del regno della mia Volontà ripristinato in mezzo  alle creature, tutti gli altri miracoli saranno piccole fiammelle innanzi al gran Sole  del mio Volere. Ogni detto, verità e manifestazione su di Esso è un miracolo che è  uscito dalla mia Volontà, come preservativo di ogni male e per legare le creature  ad un bene infinito, ad una gloria più grande, ad una nuova bellezza tutta divina.  Ogni mia verità sul mio Eterno Volere contiene la potenza e la virtù prodigiosa,  più che se si risuscitasse un morto, o che si risanasse un lebbroso, o che un cieco  vedesse, o che un muto parlasse, perché le mie parole sulla santità e potenza del  mio ‘FIAT’ risusciteranno le anime alla loro origine, le saneranno dalla lebbra che  ha prodotto l’umana volontà, darà loro la vista per vedere i beni del regno della  mia Volontà, perché finora erano come ciechi; darà la parola a tanti muti, che  mentre sapevano dire tante altre cose, solo per la mia Volontà erano come muti  che non avevano parola. 

E poi, il gran miracolo di poter dare a ciascuna creatura una Volontà Divina  che contiene tutti i beni, che cosa non darà loro quando si troverà in possesso dei  figli del regno suo? Ecco perché ti tengo tutta occupata nel lavoro di questo mio  regno, e c’è molto da fare per preparare il gran miracolo, che il regno del ‘FIAT’ sia  conosciuto e posseduto.  

Perciò sii attenta a valicare il mare interminabile della mia Volontà, affinché  venga stabilito l’ordine tra Creatore e creatura, e così potrò fare il gran miracolo,  per mezzo tuo, che l’uomo mi ritorni nella sua origine, donde ne uscì”. 

Onde io stavo pensando a ciò che sta scritto di sopra, specialmente che ogni parola e  manifestazione sulla Suprema Volontà è un miracolo uscito da Essa, e Gesù, per  confermarmi ciò che mi aveva detto, ha soggiunto: 

“Figlia mia, che credi tu che fu più grande miracolo quando Io venni sulla terra:  la mia parola, il Vangelo che Io annunziai, oppure che diedi la vita ai morti, la  vista ai ciechi, l’udito ai sordi, eccetera? Ah, figlia mia, fu più gran miracolo la  mia parola, il mio Vangelo; molto più, che gli stessi miracoli uscirono dalla mia  parola creatrice. I sacramenti, la stessa Creazione –miracolo permanente– ebbero  vita dalla mia parola, e la stessa mia Chiesa ha per regime, per fondamento, la  mia parola, il mio Vangelo. Sicché fu più miracolo la mia parola, il mio Vangelo,  che gli stessi miracoli, i quali, se ebbero vita, fu per la mia parola miracolosa. 

Quindi, sii sicura che la parola del tuo Gesù è il più gran miracolo. La mia  parola è come vento impetuoso che corre, percuote l’udito, entra nei cuori,  riscalda, purifica, illumina, gira, rigira da nazione in nazione, percorre tutto il  mondo, gira per tutti i secoli. Chi mai può dar morte e seppellire una mia parola?  Nessuno. E se qualche volta pare che la mia parola tace e sta come nascosta,  essa non perde mai la vita; quando meno si crede esce e gira da per tutto.  Passeranno i secoli, nei quali tutto, uomini e cose, saranno travolti e scomparira no; la mia parola non paserà mai, perché contiene la vita, la forza  miracolosa di Colui che l’ha fatta uscire fuori.  

Perciò confermo che ogni parola e manifestazione che ti faccio sul ‘FIAT’ Eterno  è il più gran miracolo, che servirà per il regno della mia Volontà. Ed ecco perché  tanto ti spingo e tanto ci tengo, che neppure una mia parola non sia da te  manifestata e scritta, perché mi vedo ritornare indietro un mio miracolo che tanto  bene porterà ai figli del regno del ‘FIAT’ Supremo”.  

 

*** 

Siamo in attesa di qualche cosa di straordinario, di qualcosa  

che  faccia  cambiare  la  drammatica  situazione  del  mondo,  

che evidentemente si avvicina ogni giorno di più verso una tragedia,  

dalla  quale  non  può  essere  salvato  

con la tecnica, né con la scienza, né con la politica, né ancor meno con le armi. 

 

Siamo in attesa di vera “Pace e Sicurezza” (1 Tes  5,3), cioè,  

“in attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo”,   perché “Egli è la nostra Pace” (Efesini, 2,14), “nell’attesa della sua Venuta”. 

 

Siamo in attesa “di quella Grazia che ci sarà data  

quando Gesù Cristo si rivelerà”  (1 Pietro, 1,13) 

 

Ma  questa  attesa  che  c’è  nel  fondo  del  cuore  di  tutti  resterà  delusa  

se quel “GRANDE SEGNO” o “GRANDE MIRACOLO” promesso non avviene in noi,   se  quella  cosa  straordinaria  e  meravigliosa  non  succede  dentro di  noi,  

se quella Venuta gloriosa non avviene nel nostro cuore  

e a partire dal cuore dell’uomo,  come fu la Venuta del Divino Redentore,  

scendendo innanzi tutto nel Cuore Immacolato di Maria. 

 

Chi  si  aspetta  grandi  segni  e  prodigi,  

ma non il grande Miracolo della Volontà di Dio,  

che deve eclissare la nostra volontà umana,  

resterà  irrimediabilmente  deluso! 


Pablo Martín Sanguiao 

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