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Mentre continuavo a ripetere nel più segreto del mio spirito e nel più recondito del mio cuore palpitante d’amore davanti al passo dello Spirito Santo che, illuminando il mio spirito, mi rivelava la sublimità sublime e sussistente di Colui che si È di per sé e la distanza infinita che esiste tra l’Infinito e la creatura, uscita dalle mani del suo coeterno ed infinito potere: Ma che ha a che vedere la creatura con il Creatore…!
Intendevo, vedevo e continuavo a penetrare, in una intuizione di profondo rispetto, Gesù, come Sommo ed Eterno Sacerdote, adorante l’Infinito Essere, sorpassato di gaudio, per il fatto di essere Egli stesso in se stesso e per se stesso, come Uomo, la risposta riverente di adorazione perfetta che la Santità infinita di Colui che È merita in risposta di ridonazione amorosa delle sue creature; poiché, che ha a che vedere la creatura con il Creatore…!
Il Creatore si è in sé e di per sé ciò che si è, per il fatto di avere in sé la sua stessa ragion d’essere per la sua sussistenza in possesso infinito e coeterno di Divinità; mentre la creatura, per quanto sia eccellente, è, per la manifestazione splendente della magnitudine di Dio nel suo essersi eterno, venerazione che adora soggiogata e oltrepassata a distanza infinita, soddisfacendo così la capacità del suo essere come creatura davanti al Creatore; di colui che tutto ha ricevuto, davanti all’Eterno Esseersi; di colui che ebbe un principio, davanti all’Imprincipio; di colui che non è altro che la realizzazione del la volontà di Dio creatrice in manifestazione splendente dell’infinito potere del Coeterno Essente, davanti a Colui che si È di per sé.
E poco a poco, quanto più penetravo l’eccellenza di Dio, tanto più andavo comprendendo, nello stesso tempo, la grandezza così trascendente dell’umanità di Gesù, creata da Dio per non avere altra persona che quella divina, e la distanza quasi infinita che esiste rispetto alle altre creature. È stato così sublimato dalla magnificenza infinita di Dio…!, così innalzato dall’Essere Sussistente!, tanto!, che può dire come uomo:
Io sono Dio; potendo chiamare Dio: Padre, in diritto di proprietà, essendo «Luce della sua stessa Luce e Figura della sua sostanza»2.
Tra la sua umanità però e la sua divinità è tanta la distanza che esiste, tanta, tanta…!, che Egli stesso è in sé Colui che si È ed Egli stesso è in sé l’infinitamente adorato e l’Adoratore infinito… E nonostante tutta questa grandezza, nella misura in cui il mio spirito si addentrava nell’eccellenza di Dio, essendo innalzata fino al suo seno e fuori e al margine di ciò che è terreno, andavo lasciando tutto ciò che è creato indietro, e ripetevo nel mio cantico di suprema lode davanti all’eccellenza di Dio:
Com’è magnifico lo splendore del potere della gloria di Jahvè nel creare le sue creature e, fra queste, nell’effondersi così splendidamente su alcune di esse a lode della sua gloria, sotto la maestà del suo infinito potere! Ma, che ha a che vedere la creatura con il Creatore…!
E lo ripetevo e lo ripetevo…, portata da Lui a contemplarlo, per viverlo in assaporamento felicissimo di Eternità. Percependo che, quanto più ero addentrata e quanto più lo ripetevo interiormente, tanto più entravo dentro l’eccellenza di Dio e più profondamente lo dovevo ripetere; comprendendo di essere nella verità: nella verità chiara!, nella verità unica della creatura davanti al Creatore…!
E mi accadeva la stessa cosa quando guardavo la Santa Madre Chiesa, che, come Sposa di Cristo e grazie al suo Capo regale, aveva in sé la pienezza della Divinità: piena di santità e di bellezza, di freschezza e di giovinezza, capace di saturare tutti gli uomini con la pienezza delle sue Sorgenti ricevute da Dio tramite Cristo attraverso Maria e adagiate nel suo seno di Madre; ma che, a sua volta, abbracciava pure nel suo seno tanti uomini che per di più sono peccatori; poiché la Chiesa è divina ed umana nel compendio sovrabbondante e compatto della sua realtà:
Che ha a che vedere la creatura con il Creatore…!
Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia
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