domenica 24 aprile 2022

Chi vive nella Divina Volontà sente come sua la stessa ferita d’amore che sente Dio, e così diventa come un altro Gesù sulla terra

 


Dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta:

Continuando il mio solito stato, quando appena è venuto il benedetto Gesù mi ha detto: “Figlia mia, le anime che più risplenderanno, come fulgide gemme, nella corona della mia misericordia, sono le anime che hanno più fiducia, perché, quanta più fiducia hanno, tanto più danno campo all’attributo della mia misericordia di versare qualunque grazia vogliono, mentre chi non ha vera fiducia, lui stesso mi chiude le grazie dentro di Me e rimane sempre povero e sprovvisto, e il mio amore resta contenuto in Me e ne soffro grandemente. E per non soffrire tanto e per poter più liberamente sfogare il mio amore, me la faccio più con quelle anime che hanno fiducia che con le altre, perché con queste posso sfogare il mio amore, posso scherzare, posso prendere [amorosi contrasti], perché non c’è da temere che si adontino, che si mettano in timore, anzi, si fanno più ardite e tutto prendono per vedere come amarmi di più. Sicché le anime di fiducia sono lo sfogo e il trastullo del mio amore, le più aggraziate e le più ricche”. (10.04.1912)


Chi vive nella Divina Volontà sente come sua la stessa ferita d’amore che sente Dio, e così diventa come un altro Gesù sulla terra

Questa mattina sentivo tale compassione per le offese che Gesù riceve e per tante povere creature che hanno la sventura di offenderlo, che vorrei affrontare qualunque pena per impedire la colpa e pregavo e riparavo di cuore. In questo momento, il benedetto Gesù è venuto e pareva che portasse le stesse ferite del mio cuore, ma, oh, quanto più larghe! E mi ha detto: 

“Figlia mia, la mia Divinità, nel mettere fuori la creatura, restò come ferita dallo stesso mio Amore, per amore verso la creatura. E questa ferita mi fece scendere dal Cielo in terra e piangere e versare sangue, e tutto ciò che feci. Ora, l’anima che vive nella mia Volontà sente al vivo questa mia ferita come se fosse sua, e piange e prega e vorrebbe soffrire tutto, per mettere in salvo la povera creatura e perché questa mia ferita d’amore non sia inasprita dalle offese delle creature. Ah, figlia mia, queste lacrime, pene, preghiere e riparazioni raddolciscono la mia ferita e scendono sul mio petto, come tante fulgide gemme che mi glorio di tenere sul mio petto, per mostrarle a mio Padre, per inclinarlo a pietà verso le creature. Sicché tra Me e queste anime scende e sale una vena divina, che va loro consumando il sangue umano; e quanto più prendono parte alla mia ferita, alla mia stessa Vita, tanto più questa vena divina si allarga,si allarga, tanto da rendersi altrettanti Cristi. Ed Io vado ripetendo al Padre: «Io sto nel Cielo, ma ci sono gli altri Cristi sulla terra, feriti dalla mia stessa ferita, che piangono come Me, che soffrono, che pregano, ecc. come Me; quindi dobbiamo versare sulla terra le nostre misericordie»… Ah, solo questi che vivono nel mio Volere prendono parte alla mia ferita; mi rassomigliano in terra e mi rassomiglieranno in Cielo, col prendere parte alla stessa Gloria della mia Umanità”. (11.11.1915)

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