Scrive Luisa Piccarreta:
«Questa mattina, dopo aver passato giorni amarissimi, il benedetto Gesù è venuto e si tratteneva con me familiarmente, tanto che io credevo di doverlo possedere sempre; ma quando al meglio, come un lampo è scomparso. Chi può dire la mia pena? Mi sentivo impazzire, molto più che ero quasi sicura di non doverlo più perdere. Ora mentre mi struggevo in pene, come un lampo è ritornato e con voce sonora e seria mi ha detto: “Chi sei tu, che pretendi di tenermi sempre con te?”
Ed io, pazza come stavo, tutta ardita ho risposto: “Tutto io sono stando con Te. Mi sento di non essere altro che una volontà uscita dal seno del mio Creatore, e questa volontà fino a tanto che sta unita con Te sente la vita, l’esistenza, la pace, tutto il suo bene. Senza di Te me la sento senza vita, distruggere, dispersa, irrequieta; posso dire provo tutti i mali, e per avere vita e per non disperdermi, questa volontà uscita da Te cerca il tuo seno, il tuo centro, e là vuole rimanere per sempre”.
Gesù pareva che tutto s’inteneriva, ma di nuovo ha ripetuto: “Ma chi sei tu?”
Ed io: “Signore, non sono altro che una goccia d’acqua, e fino a tanto che questa goccia d’acqua si trova nel tuo mare, le pare di essere tutto il mare; se non esce dal mare si mantiene pulita e chiara, in modo di poter stare a confronto delle altre acque; ma se esce dal mare si infangherà e per la sua piccolezza si disperderà”.
Tutto commosso si è inchinato verso di me, dandomi un abbraccio, e mi ha detto: “Figlia mia, chi vuole stare sempre nella mia Volontà conserva in sé la mia stessa Persona, e sebbene può uscire dalla mia Volontà, avendolo creato libero di volontà, la mia potenza opera un prodigio, somministrandogli continuamente la partecipazione della Vita Divina, e con questa partecipazione che riceve, sente tale forza ed attrattiva d’unione con la Volontà Divina, che anche se lo volesse fare, non lo può fare, e questa è quella continua virtù che esce da Me verso chi fa sempre la mia Volontà, di cui ti parlai l’altro giorno”.»
(Volume 5°, 24 Marzo 1903)
* * *
Commento:
Tutti noi, creature, stiamo nella Divina Volontà, dal momento che fuori di Essa niente può esistere e nemmeno essere pensato da Dio. Tutte le creature stanno nella Divina Volontà, ma ciò che conta è volerci stare per avere in noi Gesù. Si tratta di voler stare non solo perché esistiamo, ma con la vita, quindi è scegliendola sempre in tutto ciò che Essa ci presenta o ci propone.
Scegliere diversamente è non volerci stare, è uscire dal suo Volere, perché dalla Divina Volontà nessuno può uscire, ma invece può uscire dal suo Volere.
Qui parla Gesù di “stare” e di “fare” la Divina Volontà, più avanti parlerà di “vivere”.
E quanto più la creatura persevera coi fatti nel voler stare, più sente allontanarsi da un “non volere” stare in Essa.
Per tanto, se mi domandasse il Signore: “Vivi tu nella Divina Volontà?”, la mia risposta non sarebbe: “Sì, io vivo”, oppure “no, non vivo”.
Direi invece al Signore: “La tua Volontà infinita mi circonda dappertutto, non potrei esistere fuori di Essa; questo non dipende da me”.
Quindi alla Sua domanda, se vivo nella sua Volontà, posso dire soltanto che voglio vivere in Essa. Gli direi: “Signore, nella misura che Tu hai voluto farmela conoscere, in quella misura so di che si tratta, la conosco e quindi la desidero. Posso dire che, confidando solo nella tua Misericordia e desiderandola, spero di averla come Vita della mia vita. Quanto? Malgrado la mia miseria, la mia freddezza, la mia incorrispondenza alla tua Grazia, continuo a desiderarla, a chiederla, ad essere sicuro che ogni volta che Te la chiedo (senza contraddirla col mio volere umano), Tu me la dai. E sono certo che, essendo questo il tuo più grande desiderio, non aspetti a vederci liberi dai nostri difetti e miserie per darcela come vita (perché allora invano aspetteresti), ma è tutto il contrario: ce la dai, questa tua Volontà, appunto, perché soltanto Essa può liberarci dai difetti e dalle miserie, e rivestirci di Te e della tua Vita.”
“La santità del vivere nel mio Volere non tiene via, né porte, né chiavi, né stanze; invade tutto, è come l’aria che si respira, che tutti debbono e possono respirarla. Solo che lo vogliano e che mettano da banda il volere umano, il Volere Divino si farà respirare dall’anima e le darà la vita, gli effetti, il valore della vita del mio Volere. E se non viene conosciuto, come potranno amare, volere un vivere sì santo? È’ la gloria più grande che può darmi la creatura.”
(Volume 14°, 16 Luglio 1922)
S’ingannano certe persone che pensano di vivere ormai nella Divina Volontà e quindi di appartenere ad un gruppo esclusivo, superiore, a una sorta di “casta privilegiata” o di “aristocrazia spirituale”, perché leggono gli Scritti o recitano preghiere della Serva di Dio...
“…Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto? Già siete sazi, già siete diventati ricchi? Senza di noi già siete diventati re? Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi.” (1 Cor 4,7-8)
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