mercoledì 27 aprile 2022

“Vivi tu nella Divina Volontà?”

 


Scrive Luisa Piccarreta: 

«Questa mattina, dopo aver passato giorni amarissimi, il benedetto Gesù è venuto e si  tratteneva con me familiarmente, tanto che io credevo di doverlo possedere sempre; ma quando  al meglio, come un lampo è scomparso. Chi può dire la mia pena? Mi sentivo impazzire, molto  più che ero quasi sicura di non doverlo più perdere. Ora mentre mi struggevo in pene, come un  lampo è ritornato e con voce sonora e seria mi ha detto: “Chi sei tu, che pretendi di tenermi  sempre con te?” 

Ed io, pazza come stavo, tutta ardita ho risposto: “Tutto io sono stando con Te. Mi sento di  non essere altro che una volontà uscita dal seno del mio Creatore, e questa volontà fino a  tanto che sta unita con Te sente la vita, l’esistenza, la pace, tutto il suo bene. Senza di Te me  la sento senza vita, distruggere, dispersa, irrequieta; posso dire provo tutti i mali, e per avere  vita e per non disperdermi, questa volontà uscita da Te cerca il tuo seno, il tuo centro, e là  vuole rimanere per sempre”.  

Gesù pareva che tutto s’inteneriva, ma di nuovo ha ripetuto: “Ma chi sei tu?” 

Ed io: “Signore, non sono altro che una goccia d’acqua, e fino a tanto che questa goccia  d’acqua si trova nel tuo mare, le pare di essere tutto il mare; se non esce dal mare si  mantiene pulita e chiara, in modo di poter stare a confronto delle altre acque; ma se esce dal  mare si infangherà e per la sua piccolezza si disperderà”.  

Tutto commosso si è inchinato verso di me, dandomi un abbraccio, e mi ha detto: “Figlia  mia, chi vuole stare sempre nella mia Volontà conserva in sé la mia stessa Persona, e  sebbene può uscire dalla mia Volontà, avendolo creato libero di volontà, la mia  potenza opera un prodigio, somministrandogli continuamente la partecipazione della  Vita Divina, e con questa partecipazione che riceve, sente tale forza ed attrattiva  d’unione con la Volontà Divina, che anche se lo volesse fare, non lo può fare, e questa  è quella continua virtù che esce da Me verso chi fa sempre la mia Volontà, di cui ti  parlai  l’altro  giorno”.» 

(Volume 5°,  24  Marzo  1903) 

*    *    * 

Commento:  

Tutti noi, creature, stiamo nella Divina Volontà, dal momento che fuori di Essa niente può  esistere e nemmeno essere pensato da Dio. Tutte le creature stanno nella Divina Volontà, ma  ciò che conta è volerci stare per avere in noi Gesù. Si tratta di voler stare non solo perché  esistiamo, ma con la vita, quindi è scegliendola sempre in tutto ciò che Essa ci presenta o ci  propone.  

Scegliere diversamente è non volerci stare, è uscire dal suo Volere, perché dalla Divina  Volontà nessuno può uscire, ma invece può uscire dal suo Volere.  

Qui parla Gesù di “stare” e di “fare” la Divina Volontà,  più avanti parlerà di “vivere”.  

E quanto più la creatura persevera coi fatti nel voler stare, più sente allontanarsi da un  “non volere” stare in Essa. 

Per tanto, se mi domandasse il Signore: “Vivi tu nella Divina Volontà?”, la mia risposta non  sarebbe: “Sì, io vivo”, oppure “no, non vivo”.  

Direi invece al Signore: “La tua Volontà infinita mi circonda dappertutto, non potrei esistere  fuori di Essa; questo non dipende da me”.  

Quindi alla Sua domanda, se vivo nella sua Volontà, posso dire soltanto che voglio vivere  in Essa. Gli direi: “Signore, nella misura che Tu hai voluto farmela conoscere, in quella misura  so di che si tratta, la conosco e quindi la desidero. Posso dire che, confidando solo nella tua  Misericordia e desiderandola, spero di averla come Vita della mia vita. Quanto? Malgrado la  mia miseria, la mia freddezza, la mia incorrispondenza alla tua Grazia, continuo a desiderarla, a  chiederla, ad essere sicuro che ogni volta che Te la chiedo (senza contraddirla col mio volere umano), Tu me la dai. E sono certo che, essendo questo il tuo più grande desiderio,  non aspetti a vederci liberi dai nostri difetti e miserie per darcela come vita (perché allora invano  aspetteresti), ma è tutto il contrario: ce la dai, questa tua Volontà, appunto, perché soltanto Essa  può liberarci dai difetti e dalle miserie, e rivestirci di Te e della tua Vita.”  

“La santità del vivere nel mio Volere non tiene via, né porte, né chiavi, né  stanze; invade tutto, è come l’aria che si respira, che tutti debbono e possono  respirarla. Solo che lo vogliano e che mettano da banda il volere umano, il  Volere Divino si farà respirare dall’anima e le darà la vita, gli effetti, il valore della  vita del mio Volere.  E se non viene conosciuto, come potranno amare, volere un  vivere sì santo?   È’ la gloria più grande che può darmi la creatura.” 

(Volume 14°,  16  Luglio  1922) 

S’ingannano certe persone che pensano di vivere ormai nella Divina Volontà e  quindi di appartenere ad un gruppo esclusivo, superiore, a una sorta di “casta  privilegiata” o di “aristocrazia spirituale”, perché leggono gli Scritti o recitano  preghiere della Serva di Dio... 

 

“…Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia  ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto? Già siete  sazi, già siete diventati ricchi? Senza di noi già siete diventati re? Magari foste diventati  re!  Così anche noi potremmo regnare con voi.”  (1 Cor 4,7-8) 

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