La nascita della Donna
L’‘OMEGA’
Anche don Guido, come ibrido, è passato sotto quel ‘ponte’
§ 98 Tuttavia, assecondando il discorso allegorico, che però non capivo, dissi con tono quasi scherzoso: – Il ponte oscilla, è sgangherato. Chi vi passa sopra? –
– L’UOMO È PASSATO DI LÌ. TUTTI GLI UOMINI... LI HO VISTI: HO VISTO ANCHE TE. – – Eeeh! Signore!, non passerei sopra quel ponte...! –
– NON SOPRA. SOTTO. –
– Allora lasciatemi vedere dove qualcuno lo muove. –
Speravo di vedere al di sopra dell’archetto che ho descritto, ma non fu così. Quel ponticello mi fu avvicinato in primo piano. Lo vedevo dal di sotto, non dal di sopra.
Lo fissavo, sperando ancora di vedere sopra di esso chi lo muoveva. Invece mi venne fatto vedere quel che vi era sotto quel ponticello come se mi stessi inoltrando dentro un cunicolo buio.
(Nota della curatrice) Abbiamo visto che i Figli di Dio, benché ‘derivino’ dalla specie estinta degli ancestri, non ‘discendono’ geneticamente da essa in quanto nuova creazione. Come mai allora il Signore dice a don Guido che anche lui è passato di lì? Proprio perché don Guido, a differenza del primo Uomo e della prima Donna, ‘discende realmente’ da quella femmina per il fatto che, per la disobbedienza dell’Uomo, essa è poi diventata ‘ponte’. In altre parole il Signore dice a Don Guido che anche lui è ibrido, cioè ‘discendente naturale’ di quella femmina ancestre. Attualmente tutti gli uomini della Terra sono ibridi perché la specie umana pura si è estinta con la morte di Noè, ultimo Figlio di Dio, mentre tutti gli ibridi allora esistenti scomparvero per il diluvio così detto universale. Rimase in vita solo Noè, geneticamente puro, e sua moglie che necessariamente era ibrida, se ha dato origine a una discendenza ibrida. Dai loro figli ibridi, già meno inquinati di quelli precedenti, discende tutta l’umanità.
Stavo ancora seduto di traverso sulla sedia a capo del tavolo, rivolto verso la portiera delle scale che scendono in cantina, sul cui vano mi aveva inseguito per l’ottava volta quel quadro visivo.
Tenevo il braccio sinistro sul tavolo e la mano destra sulla Bibbia appoggiata sul ginocchio. Mi protesi innanzi: distavo dalla scena un metro e mezzo o due.
Ciò che vidi potrà sembrare effetto di autosuggestione, ma posso assicurare che non ho mai perduto l’autocontrollo.
(Nota della curatrice) Da questo punto in poi don Guido viene immerso lui stesso nella visione allegorica in cui si alternano, come in precedenza, immagini simboliche e, allo stesso tempo, realistiche. Alla nascita della Donna, a cui don Guido sta assistendo, si sovrappone all’improvviso l’esperienza (virtuale) della propria nascita, come se fosse avvenuta pure essa dal ventre di questa ancestre. Aveva detto il Signore: “l’uomo è passato di lì... tutti gli uomini... li ho visti... anche te...” Il Signore vuol fargli presente in questo modo che non solo la prima Donna è passata di lì, ma anche il primo Uomo e, disgraziatamente a causa del peccato originale, l’umanità intera, in quanto ibrida, rappresentata in questo caso da don Guido. Egli perciò, nel brano che segue, da spettatore diventa protagonista. Non si fatica a capire che don Guido subisce questa esperienza come una violenza. Contrariato, descrive solo per obbedienza, attimo per attimo, ciò che vede e che non capisce, ma ad un lettore attento non sfuggono i riferimenti anatomici se pur espressi in chiave allegorica.
§ 99 Ebbi l’impressione che quel ‘ponte’ fosse diventato molto grande, e che passandovi sotto io entrassi in un antro buio .
30 Occorre fare una precisazione: per don Guido questa è la quinta rivelazione e quindi è già al corrente che la specie umana pura è stata inquinata dal ‘peccato originale’ e che questo peccato è stato un atto di ibridazione della specie.
Dentro era tutto pieno di brandelli di tele di ragno, bianche, grigie e nere, tutte gocciolanti come ciuffi di pelo bagnato . Fuori di esso non c’era parete. C’era luce, ma non vedevo niente là fuori . L’antro era stretto presso l’ingresso, ma più addentro si allargava . Non vi erano pareti laterali per sostenere il soffitto. Tutto il peso sembrava poggiare su due tronchi grigi e pelosi che vedevo ai miei fianchi.
Fui esortato sommessamente, cioè a livello intellettivo, ad osservare il soffitto. Esaminai il soffitto. Era alto circa m 2,10. Per toccarlo bastava la mano di una persona normale. Questo non era diritto e orizzontale, se non al centro. Ai lati era storto e ondulato e voltava all’insù fuori dell’ombra,
31 L’immagine allegorica del ponte si trasforma in una vera angoscia. Il Signore conduce don Guido a passare sotto l’arco di quel ponte dal quale si accede ad un antro buio, il ventre della partoriente. Il simbolo è chiaro: anche don Guido, come tutta l’umanità ibrida, avendo perso la sua perfezione originaria, ha imboccato una via buia. Tutte le descrizioni sono lugubri e tristi perché devono raffigurare la tristezza della condizione umana dopo aver perduto la luce dello Spirito che avevano i Figli puri di Dio. È come se il suo disagioesprimesse lo smarrimento dell’anima che è diventata un ambiente abbandonato e fatiscente, cioè destinato alla rovina. È chiaro che alla perdita dell’integrità fisica e psichica, che fece retrocedere l’Uomo perfetto allo stato di ominide, seguì anche la perdita della Vita spirituale perché l’uomo ibrido, animalesco, non poteva più essere degno tempio dello Spirito Santo. Il buio, è simbolo della morte spirituale. La morte di cui parla la Bibbia come conseguenza naturale del ‘peccato originale’ è il ritiro, o la perdita, dello Spirito, e non va confusa con la morte fisica.
32 Quei Figli puri di Dio che non furono contaminati dal ‘peccato originale’ perché non erano discendenti dalla bestia-ponte, rimasero fuori dell’antro dove c’era la luce, lo Spirito di Dio. Vedremo poi che le due discendenze dell’Uomo, quella pura e legittima e quella contaminata, crebbero parallele per un certo numero di generazioni fino all’estinzione della specie pura. 33
Un’interpretazione potrebbe essere che l’umanità ibrida, all’inizio esigua (l’antro stretto), col tempo divenne sempre più numerosa (l’antro più vasto) e oggi coinvolge la totalità dell’umanità. Senza il peccato originale l’umanità non sarebbe passata di lì perché, geneticamente parlando, non sarebbe discendente naturale, come si è detto, di questa femmina ancestre.
perché i margini laterali erano illuminati dal sole. Non vedevo come fosse attaccato. Le sue dimensioni, come se lo osservassi attraverso una lente di ingrandimento, mi parvero di m 2 per 1,50.
Al centro del soffitto squallido scorgevo una piccola sbavatura di calcestruzzo fatto cadere dal di sopra del soffitto per otturare un foro non livellato al di sotto. “Quello è il posto dove doveva esserci un punto luce – pensai – e quando questo ambiente è stato abbandonato perché fatiscente è stato tolto il filo elettrico e turato il foro dal di sopra con un materiale molle che è venuto a sporgere anche di sotto dove non è stato levigato!”34 .
34 Sappiamo che lo Spirito e la Grazia vengono da Dio. Quindi Dio ha ritirato il Suo Spirito (la luce) dall’uomo ibrido che ha perso così ogni diritto (all’eredità spirituale). Dice la Genesi (6,3): “Il mio Spirito non rimarrà sempre nell’uomo perché egli è (solo) carne” (ovvero solo istinti animali). Ne rimase solo una traccia di ciò che era un allegorico filo elettrico tagliato dal di sopra e il segno di un buco chiuso con un po’ di gesso non spatolato.
Don Guido Bortoluzzi
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