GESÙ BAMBINO A NAZARET
Teresa vede Gesù che è ormai un ragazzino di qualche anno. Giuseppe va al lavoro. Gesù vuole andare con lui, ma sua madre non glielo permette. Quando la sera Giuseppe torna a casa, Gesù gli corre incontro affettuosamente. Dopo il ritorno dall'Egitto, la sacra famiglia aveva avuto in dono un certo numero di pecore, e il bambino Gesù doveva custodirle. La mamma gli dava la colazione da portare con sé mentre era al pascolo. Una volta andò da lui un uomo molto malato, lebbroso. Gesù bambino, compassionevole, divide con lui il suo pasto. Poi sfiora il viso dell'uomo. L'uomo va via; strada facendo si guarda e si accorge che la sua lebbra è sparita. Quest'uomo in seguito arrivò ad avere una posizione importante. Era presente alla riunione quando Gesù fu condannato a morte. Come alcuni altri, non fu d'accordo col giudizio di morte. Gesù bambino giocava volentieri con gli altri bambini di Nazaret.
IL BATTESIMO DI GESÙ
Questa visione avvenne il 13 gennaio del 1952 (o 1953) ed è stata descritta da Johannes Steiner. Le circostanze sono le seguenti: insieme a padre Naber, Teresa e un nipote quindicenne di lei, Steiner era stato a vedere il film Bernadette tratto dal romanzo di Franz Werfel. Sulla via del ritorno a casa, mentre discutevano del film e dei buoni effetti che poteva avere sulla gente, Teresa all'improvviso tacque: il nipote (Teresa era la madrina di battesimo del ragazzo), che sedeva con lei sul sedile posteriore, disse: «La madrina ha una visione». Steiner fermò la macchina dove gli fu possibile e accese le luci di posizione. Tutti si misero a osservare i gesti e l'espressione estatica del suo viso, che esprimeva gioia, attenzione, stupore, paura. Era una serata molto fredda, con circa 10 gradi sotto zero, e in una macchina ferma ci si raffredda facilmente. Teresa invece, osserva Steiner, si levò lo scialle e si aveva l'impressione che sudasse. Il pastore Naber fece osservare che il Vangelo del giorno prevedeva il battesimo di Gesù (Gv 1,29-34), e che probabilmente questo era appunto l'oggetto della visione di Teresa. Quando, finita la visione, Teresa entrò nello stato di quiete, riprese subito lo scialle e se lo avvolse sulle spalle; poi disse, come al solito, in dialetto: «Che freddo fa qui, e proprio ora il sole scottava così forte sulle spalle!». Il parroco le chiese allora dove fosse stata, e lei rispose: «Su un fiume, non grande però e non con l'acqua ferma (si riferiva al lago di Genazareth), ma con l'acqua corrente, quello dove sono passati i tre uomini con tutta la loro gente e gli animali (si riferisce ai tre re magi, di cui aveva avuto la visione il 6 gennaio; il fiume era il Giordano, che bisogna attraversare per andare a Gerusalemme). Qui c'è quello vestito di pelle di animale (intende Giovanni il Battista) e ora arriva il Salvatore. Parlano insieme...». Teresa raccontò anche che Giovanni aveva salutato il Salvatore inchinandosi e da principio non voleva che entrasse nell'acqua. Dopo però aveva parlato con Gesù e gli aveva versato l'acqua sul capo. E appena il Salvatore era uscito dall'acqua, all'improvviso un uccello bianco fatto di luce vivente era apparso su di lui e si era sentita una voce forte che parlava dal cielo, sembrava una voce di tuono. «Io mi sono spaventata», disse Teresa. Aveva aggiunto però: «Com'era bello l'uccello di luce!». Dopo la visione e lo stato di quiete, Teresa in genere aveva un breve sonno, di cui i suoi compagni approfittarono per rimettere in moto l'automobile e proseguire il viaggio fino a casa.
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