VITA ETERNA
IL GIUDIZIO UNIVERSALE
"Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, accompagnato da tutti i suoi angeli, siederà sul trono della sua gloria. Tutte le nazioni saranno riunite davanti a lui ed egli le separerà l'una dall'altra, come un pastore separa le pecore dai capri, e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra. Allora il re dirà a quelli alla sua destra: "Venite, voi che siete benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo" (...). Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e i suoi angeli" (...)" (Mt 25, 31-42)" (Mt 25, 31-42). Lo stesso Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, che è stato sulla terra come un bambino, che ha predicato la dottrina, che è stato deriso ed è morto sulla croce, e che è risorto ed è asceso al cielo, verrà Lui stesso a giudicare ciascuno come uomo, perché così come ha potuto soffrire e morire come uomo, il Padre gli ha dato il potere di giudicare (cfr. Gv 5,27).
Nel giudizio particolare ogni anima riceve la sua punizione non appena muore, nel giudizio universale anche il corpo riceverà la sua parte nella sorte che è toccata a ciascuno. Inoltre, non sarà un giudizio privato, ma pubblico, in modo che tutto ciò che ciascuno ha fatto, anche le cose più nascoste, vengano alla luce pubblicamente (cfr. Mc 4,22); soprattutto questo giudizio non sarà un giudizio privato, ma pubblico (cfr. Mc 4,22); soprattutto quell'atteggiamento nel profondo del cuore che porta a ingannare gli altri: l'ipocrisia. Il Signore disse ai discepoli: "Guardatevi soprattutto dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia; perché non c'è nulla di nascosto che non sia rivelato e nulla di nascosto che non sia conosciuto. Perciò tutto ciò che direte nelle tenebre sarà ascoltato dalla luce, e ciò che direte all'orecchio nelle vostre stanze sarà diffuso sui tetti delle case" (Lc 12,1-3).
"In origine, la parola ipocrita designava l'attore che, indossando una maschera e un travestimento, rappresentava davanti al pubblico un certo personaggio a cui corrispondevano sia le parole che i gesti. L'ipocrisia è quindi finzione; è il nascondere il proprio io dietro la maschera e il travestimento del personaggio di cui si vuole rappresentare l'immagine. L'ipocrisia è sempre un frutto dell'orgoglio. È una menzogna, e se Gesù, nei Vangeli sinottici, vi fa riferimento ben diciassette volte per denunciarla, è perché è uno dei più gravi ostacoli alla fede in Lui, in quanto, essendo un atteggiamento menzognero, proviene dal diavolo, "bugiardo e padre della menzogna" (Gv 8, 44), opposto a Lui, che è la Verità. L'ipocrisia è doppiezza, insincerità, falsità, perciò nel giudizio universale cadranno tutte le maschere e i travestimenti, cosicché ciascuno apparirà come è realmente" (F. Suárez, After).
Jesús Martínez García
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