LETTERA 17
A Maria Kolbe, Cracovia Sia lodato Gesù Cristo!
Roma 18 IV 1915
Carissima mamma!
A dire il vero non ho molto tempo, soprattutto a causa degli esami che si avvicinano, ma mi sento in dovere di rettificare, il tuo giudizio circa l'espressione di Fr. Valeriano: «Ho chiesto un parere al confessore e privatamente»; perché tu, mamma, mi scrivi invece che egli non si è consigliato con nessuno in convento. Qui la colpa è mia, poiché ho riportato solo una parte del suo scritto riguardo a tale questione, e perciò il senso non è risultato chiaro. Egli infatti scrive: «Quanto al mio arruolamento 1... ho chiesto un parere al confessore e privatamente, tutti mi hanno approvato per questo», poi aggiunge: «solo che debbo fare la domanda, dopo la guerra, di essere ricevuto nuovamente [nell'Ordine]». Da queste ultime parole ho dedotto immediatamente che egli aveva chiesto consiglio mentre era fuori del convento (sicuramente dopo esserne uscito).
Nelle tue ultime due lettere, mamma, hai scritto qualche parola per il P. Socio [P. Pellegrino Haczela]. Debbo ammettere che non ho avuto ancora l'occasione di mostrargliele. Egli abita a 15 minuti di strada da noi: non è molto; ma, d'altra parte, noi non usciamo da soli dal collegio, e distogliere un altro dallo studio per più di mezz'ora (perché è indispensabile intrattenersi un poco), è abbastanza inopportuno in questo periodo di studio 'intenso per l'avvicinarsi degli esami 2; e per di più, assai spesso egli non si trova in casa. Perciò, aggiungo qui anche il suo indirizzo, affinché tu, mamma, possa scrivergli direttamente (forse è la cosa migliore).
L'indirizzo è: Reverendissimo Padre Socio Generale P. Pellegrino Haczela, Convento dei ss. Apostoli, Piazza ss. Apostoli, Roma, Italia.
Devo sottolineare che il P. Socio, specialmente in queste cose, è molto severo, ma forse il nostro P. Rettore [P. Luigi Bondini] può essere di aiuto; infatti, quando gli ho raccontato la cosa, mi ha risposto che bisogna affidare nelle mani di Dio tutta la questione, per la cui soluzione la prima condizione sarà la salute di Fr. Valeriano 3. Perciò, cerchi prima di tutto di curarsi e poi il Signore mostrerà la via da seguire per la soluzione del suo problema.
Beppino si trova, nel convento di Leopoli.
Questa volta non scrivo niente di Roma, perché debbo studiare. Accenno solo che ho visto un pezzo del legno della santa Croce, uno dei chiodi con i quali Gesù fu appeso alla Croce, una spina della corona di spine e la scritta posta sulla Croce e ho fatto toccare quelle reliquie con la mia corona del rosario; inoltre ho visto l'intero legno orizzontale della croce del buon ladrone.
Chiedo una preghiera fervorosa per ottenere un autentico distacco dalle creature e un sincero amore a Dio.
Il figlio sempre riconoscente
Fr. Massimiliano
----------------
(1) Cf. SK 15, nota 1. I (2) Allo scoppio delle ostilità tra Italia e Austria (maggio 1915) Fr. Massimiliano, suddito austriaco, fu mandato per breve tempo dai superiori dell'Ordine nel convento di San Marino, fino a che ottenne il permesso di soggiorno in Italia. Sostenne l'esame finale del corso filosofico il 22 X 1915, conseguendo la laurea dottorale in filosofia. - (3) Poco dopo essersi arruolato tra i legionari, Fr. Valeriano si ammalò ad una gamba.
Nessun commento:
Posta un commento