martedì 30 agosto 2022

LETTERE D'UN EREMITA

 


LA PACE UNIVERSALE

I libri antichi e moderni che parlano della pace universale, di quella pace che deve non solo stabilirsi in seno alla Chiesa, ma spandere i suoi benefizi su tutte le nazioni, sono così numerosi che io non posso di spensarmi di fermarmivi sopra un istante e considerare quel che essi dicono. Codeste predizioni possono avere più o meno d'autorità, e quanto a me non pretendo punto di darne loro più che non meritino; però debbo confessarvi, signore, che nel percorrerli, io restai colpito da un fatto, ed è l'accordo maraviglioso che si scorge in tutti questi scrittori di diversi secoli nel descrivere questa pace, e nel determinarne l'epoca approssimativa. - - E se io non dicessi una parola di questa pace così desiderabile, avreste tanto più ragione di darmene carico, in quanto che gli autori che io ho da citarvi non avevano, come noi, la fortuna di poter rimontare alla causa di questo grande avvenimento e non potevano rendersene ragione. Per noi che abbiamo assistito alla definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, e possiamo già valutarne i benefici effetti sui fedeli, codesta ora di tregua accordata al mondo, codesta subita fortunata trasformazione della società non deve avere alcun mistero. - - Maria Vergine è stata costituita da Dio regina del cielo e della terra. Essa dal suo Figlio può ottenere ogni cosa, può ottenere persino che egli sospenda l'ora della giustizia, per non ascoltare altro che la voce della misericordia. Ben temerario colui che credesse di conoscere i limiti della misericordia di Dio, e della tenerezza infinita della SS. Vergine per l'umanità, la quale in persona dell'apostolo Giovanni, l'uomo Dio le raccomandò dalla croce.

Avrete notato, signore, che io mi sono quasi intieramente astenuto dal far menzione dell'Apocalisse, di Ezechiele e di Daniele, l'autorità dei quali è però generalmente invocata da tutti quelli che si occupano delle ultime vicende del mondo. Lo feci per una buona ragione: ed è che avendo dinanzi le interpretazioni che ci diedero su quelle profezie i Santi Padri, i dottori ed i commentatori della Chiesa, sarebbe stata troppa audacia la mia il venir a metter bocca tra loro. Continuerò, anche in questa questione della pace universale, che deve solo formare un incidente degli ultimi secoli, e di cui le venerabili e sante autorità che ho menzionate non si sono guari occupate, continuerò ad aver ricorso ad altre autorità, riproducendo puramente ciò che esse hanno detto, e sottomettendomi rigorosissimamente ed umilissimamente alle decisioni della Chiesa, mia sola gloria in questa vita, mia sola speranza nell'altra. Questa dichiarazione di sottomettermi alle decisioni della Chiesa, che del resto risulta implicitamente da tutto questo lavoro, è mio dovere di farla esplicitamente in questo punto, perchè ora mi tocca di mettervi sott'occhio alcune osservazioni che non ho ancora in contrate in verun autore, e le quali forse non avranno alcun fondamento. Però, siccome, quand'anche le medesime non avessero alcun valore, non ne verrebbe perciò scapito alcuno alla verità della tesi che io sostengo, questo mi fa animo a vincere la mia titubanza ed a presentarvele. i Certo, nessuno può senza un profondo sentimento di trepidanza accostarsi ad Ezechiele. Nelle sinagoghe era proibito di leggerlo prima dell'età sacerdotale, ed anche in questo caso non se ne permetteva la lettura che con molte restrizioni. San Gerolamo lo chiama l'oceano della Scrittura, ed il labirinto dei misteri di Dio. Immaginate, signore, se mi avventuro di buona voglia nelle profondità del pensiero di lui. Ma comunque sia io l'ho letto, ed ecco ciò che credo d'averci itrovato: a - - - - - Nel capitolo XXXIV questo profeta ci fa una lugubre pittura dello stato della società ebraica. Egli si volge specialmente ai pastori, cioè a quelli che esercitano il potere civile, per chieder conto delle pecorelle affidate alla loro cura. « Le mie pecorelle sono state divorate dalle fiere» (Vers. 5), egli dice; le quali parole significano, al dire dei commentatori, che i popoli sono stati lasciati in balia dei falsi profeti, dei malvagi padroni, e dei demoni che li hanno divorati. « Esse andarono errando per tutti i monti e per tutte le alte colline » (Vers. 6); vale a dire che queste pecore hanno abbandonato il vero culto di Dio per andar a cercare nel loro orgoglio le false divinità Ezechiele minaccia il castigo del cielo a questi custodi di greggie che fecero sì mal uso del loro potere, ed egli aggiunge a nome di Dio: « Io stesso andrò in cerca delle mie pecorelle » (Vers. 11). E continuando egli esclama, sempre in nome del Dio che lo ispira, al vers. 23: « Susciterò ad esse l'unico Pastore che le governi, Davidde, mio servo: egli le pascerà, ed ei sarà il loro pastore. » Viene di poi una descrizione dell'epoca della pace contenuta nei vers. 24 e seguenti fino al 31. Non v'ha dubbio che questa profezia si riferisce alla venuta di Gesù Cristo; ma egli è anche vero, e la Chiesa lo ammette, che bene spesso questo profeta, al pari di molti altri, indirizzandosi al popolo eletto dell'Antico Testamento, accennava nello stesso tempo anche ad altri popoli e ad altre epoche. Basta studiare un poco le sue parole ispirate, per averne subito una profonda convinzione. - Al capo XXXVI, il profeta, il quale vivea sin ischiavitù a Babilonia, annunzia che Dio, non già pei meriti del suo popolo, ma per la propria bontà, e per l'onore del suo nome, ricondurrà il popolo d'Israello nella sua terra, e lo farà camminare secondo i suoi comandamenti dandogli un cuor nuovo ed un nuovo spirito. Eccone il testo: « Figliuolo del l'uomo, la casa d'Israele abitò nella sua terra, e la contaminò colle opere sue e coi suoi costumi: la loro vita era dinanzi a me simile all'immondezza di donna impura. Ed io scaricai la mia indegnazione sopra di essi a motivo del sangue che aveano sparso sopra la terra, e del loro idoli, coi quali l'aveano contaminata. Ed io li dispersi tra le genti, e li trasportai qua e là a tutti i venti: li giudicai secondo le vie loro, e secondo i loro ritrovamenti. E andarono tra le nazioni, in mezzo alle quali ebbero luogo, e disonorarono il nome mio santo, mentre di lor si diceva: Questo è il popolo del Signore, e dalla terra di lui sono andati fuora. Ed io ebbi riguardo al nome mio santo, cui la casa d'Israele disonorava presso le genti tra le quali era andata. Per questo tu dirai alla casa d'Israele: queste cose dice il signore Dio: Non per amor di voi io farò, o casa d'Israele, ma per amor del nome mio santo, cui disonoraste voi presso le genti tra le quali eravate andati. E glorificherò il nome mio grande, che è in disdoro presso le genti, ed è profanato da voi sugli occhi loro: affinchè conoscano le genti che io sono il Signore, quando sopra di voi avrò fatto conoscere la mia santità in faccia ad esse, ecc.» Quindi il profeta, nel capo XXXVII ci presenta quella magnifica visione della campagna piena d'ossa fatte rivivere al suono della sua voce, visione che è stata opportunamente ricordata dalla Civiltà Cattolica di Roma (Lib. 441, serie VI, vol. III), a proposito della convocazione del Concilio ecumenico, il quale, secondo l'avviso della dotta effemeride, può, esso solo ridonare la vita alla società moderna fatta anch'essa una campagna coperta d'ossa scarnite. (*) Quindi Ezechiele, nei cap. XXXVIII e XXXIX, ci parla dell'invasione degli eserciti di Gog e di Magog, delle stragi che faranno, e poi del loro esterminio, tutte cose che evidentemente non si riferiscono alla venuta del Messia. Ebbene, signore, non vi pare egli cosa naturalissima che il mondo intiero, benchè pervertito, si unisca ancora per poco, per volere di Dio, ai cori dei serafini, dei cherubini, di tutta la corte celeste per celebrare le lodi della SS. Vergine Maria concepita senza peccato? Non può l'Onnipotente permettere che la Madre di Cristo dia ancora all'universo un segno visibile, anche agli occhi dei più ciechi, della missione a lei data di schiacciare la testa del serpente sotto il suo piede verginale? La misericordia di Dio verso l'uomo, fin tanto che questi è di passaggio sulla terra, non ha alcun limite, e pare bene spesso che gli faccia obliare la giustizia. Dio può sforzare una società che s'ostina a volgergli le spalle ed a correre verso il precipizio, a fermarsi un istante per guardare in faccia il suo creatore e riconoscerlo. Ei può farlo, ed il farà, io m'ho la ferma speranza, per la gloria del suo santo nome, come dice Ezechiello, ma non per cagion nostra, perchè la società moderna è dinanzi a lui simile ad una veste lordata, come pur troppo mi venne fatto di provarlo nelle mie lettere precedenti. - Ciò non impedirà l'invasione di Gog e di Magog, della quale il profeta credette opportuno di parlare dopo averci descritto questo momento di respiro. Ciò non cam bia per nulla il carattere dei secoli XIX e XX dell'era di grazia. I secoli dell'era della legge scritta, corrispondenti ai due sopra detti, furono anch'essi secoli di distruzione, malgrado le tregue, di cui la storia sacra fa memoria (). Questi due secoli di lotte, di turbolenze, di disordini e d'anarchia sono un vasto deserto di opere buone rallegrato a quando a quando di qualche oasi; ed essi finirono colla distruzione di Gerusalemme. Il carattere del nostro e del seguente secolo, se guardo alla storia del popolo ebreo e fo il confronto, mi pare che debba esser tale da poterglisi applicare quella sentenza terribile di Dio, di non voler più far nulla per amore del suo popolo. E veramente, stando alla giustizia, che potrebbe egli fare per una società che lo ripudia, lo rinnega, e spinge l'audacia al punto di voler trascinare nell'apostasia, se fosse mai possibile, il suo vicario, il capo visibile della Chiesa cattolica? Ciò che ei farà, lo farà per la gloria del suo santo nome, e per i suoi eletti che mai non dimentica, ma non già per una società che va errando su tutti i monti e le alte colline dell'orgoglio umano. E per la gloria del suo santo nome soltanto susciterà forse presto quel pastore unico di Ezechiele, mandandoci un uomo che riunirà in sè tutte le virtù cristiane e sarà per così dire un altro Davide. Ma intorno a questo mi riservo di presentarvi altri autori più moderni. Intanto ciò che mi sembra poter ammirare in Ezechiele, quanto al fatto che ci occupa, si è l'ordine degli avvenimenti. Dapprima si descrive la società corrotta e ribelle a Dio tale quale la vediamo al presente; Dio promette di mandare un buon pastore; poi dichiara volere che il suo nome sia di nuovo santificato tra le genti per amore della sua gloria, e non del suo popolo. Poi viene la visione di tutte quelle ossa aride, sulle quali egli si degna di alitare ancora la vita. Ed infine gli eserciti di Gog e di Magog, e la battaglia finale degli empi contro Dio, il quale estermina i suoi nemici. - - Dai confronti tra l'era della legge scritta e l'era della legge di grazia io sarei tratto a credere che questa grande epoca della pace universale abbia da trovar luogo verso la fine del nostro secolo, poichè egli è appunto suppergiù nell'epoca corrispondente dell'antica legge che Ircano figlio di Simone, coll'aiuto dei Romani, potè scuotere il giogo dell'Assiria e riconquistare tutte le provincie perdute. Fu quello l'ultimo trionfo del popolo eletto (Mac., L. IV, e Gius.; Ant. Giud.). Questa data s'accorderebbe a cappello con una perdizione attribuita a Santa Brigida (An. 1360), la quale ci designa le epoche memorabili degli ultimi secoli nel modo seguente: «1791. L'ira di Dio sopra tutta la terra. 1800. Dio sarà riconosciuto da pochi. 1829. Cadrà una parte della Spagna. Proverà timori l'Italia. 1830. Moltissimi combatteranno. 1846. Non vi sarà il Pastore. 1848. Sorgerà gente contra gente. 1849. Roma sarà lordata di sangue. 1860. Sorgerà il più scellerato degli uomini. 1866. Sorgerà l'uomo grande. 1890. Gli uomini riconosceranno il Dio uno e trino, e vi sarà un sol pastore ed un solo ovile. » Poi la Santa continua: « 1900. Vi sarà un grande segno nel cielo. 1980. Gli empi prevarranno. 1999. I luminari si estingueranno. » . L'uomo grande che la Santa ci annunzia per l'anno 1886 può essere il pastor angelicus di San Malachia, oppure il re dei Franchi, il quale, al dire di parecchi autori, dovrà aiutare il Papa futuro nella grande opera del rinnovamento della Chiesa. Io so che la predizione di San Malachia sopra la serie dei papi è stata oggetto di molte contestazioni, ma so del pari che oggi di ella è ammessa generalmente come autentica; del resto egli è un fatto che questa predizione risale a parecchi secoli. Questo Santo Vescovo di Armagh, nell'Irlanda, designò Pio IX con queste parole: Crua de cruce; titolo che è così bene applicato al l'attuale Sommo Pontefice, sia perchè tutte le afflizioni gli vengono dalla sua intrepidezza a difendere la religione della Croce, sia perchè il suo più diretto avversario, quegli che lo minaccia nella sua Roma, porta una croce bianca nello scudo.

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di J. E. DE CAMILLE

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