In qualsiasi difficoltà, siano nel mio cuore e sulle mie labbra le seguenti parole: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38). Voglio passare silenziosamente attraverso questo mondo, come se non ci fossi. Nel silenzio interiore e nel silenzio esteriore, come il mio Signore e il mio Dio, che passava così silenziosamente in questo mondo, così che la sua voce non si sentiva nelle piazze e nelle strade delle città. Dio si trova, infatti, non nei tuoni e nei fulmini, né nella voce potente dell’uragano, ma nel silenzioso alitare del venticello mattutino (Elia). L’unica cosa che dovrei curare è che il mio cuore, sul modello del Cuore Divino, divenga mite ed umile. Mite sempre e ovunque, senza esagerare e senza attirare l’attenzione su di me. Mite quando qualcosa mi tocca in modo doloroso; mite quando m’imbatto nell’ingiustizia; mite quando non vengo presa in considerazione, quando provo l’indifferenza da parte di coloro che dovrebbero nutrire per me gratitudine; mite, quando la sofferenza morale tormenta la mia anima, quando mi tormentano i dolori fisici e mi riempiono gli occhi di lacrime. Un cuore sempre mite, in ogni prova, in ogni contrarietà. Mite e – anche se con le lacrime agli occhi – pronto a tutto ciò che Dio vuole. Mite nei riguardi della volontà di Dio, senza ribellione, senza lamentarsi.
MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA
Nessun commento:
Posta un commento