Apparizioni a Ghiaie
Le negazioni di Adelaide escludono la autenticità delle apparizioni?
Si è detto che se la Madonna fosse apparsa a Ghiaie non avrebbe permesso che Adelaide negasse le apparizioni.
Premesso che da quanto ho scritto appare che non si può parlare di vera negazione, aggiungo che Dio lascia libera la nostra volontà, e di solito non interviene con miracoli quando questa si oppone alla sua. Dicendo ciò non mi riferisco ad Adelaide Roncalli, ma ad altri, le cui azioni, al di là delle intenzioni che non mi è lecito giudicare, hanno reso estremamente complicata la questione Ghiaie. Dio non è intervenuto per impedire tante altre ingiustizie: cito tra tutte la condanna al rogo di Giovanna d'Arco.
Leggendo la storia del processo e della condanna della santa, viene alla mente il "processo ufficioso e ufficiale" cui fu sottoposta la bambina Adelaide Roncalli. Si capisce, non si tratta di fare un parallelo. Almeno, oggi, nella Chiesa, non si usa più condannare al rogo, come a quei tempi. Ma qualche punto in comune c'è. Monsignor Cauchon era stato rettore dell'Università di Parigi, ed era considerato un buon vescovo. Giovanna d'Arco fu catturata nel suo territorio, per cui la sua giurisdizione era legittima e gli inglesi erano contenti di trovare lì un vescovo onorato e sapiente che garantisse l'autorità del processo. Egli era un esperto in procedure giuridiche. L'Università di Parigi approvò il suo giudizio.
La testimonianza di Giovanna d'Arco fu di una forza geniale, si ammette oggi leggendo il suo processo. Ma, per i suoi giudici, brillanti intellettuali, fu facile trarre da tutti questi dialoghi, che era una bugiarda, un'eretica e una strega.
La frequenza con cui il prof. don Luigi Cortesi dichiara bugiarda la bambina Adelaide Roncalli nei suoi scritti, e il comportamento dei giudici teso a scoprire una "verità preconcetta" e atto a suscitare nella bambina contraddizioni o l'apparenza di bugie, richiama quel lontano processo.
Il successo di monsignor Cauchon sulla semplice Giovanna d'Arco si è ripetuto ai danni della bambina Adelaide Roncalli.
Se un giudizio ufficiale è mal motivato, un esperto è in diritto di percepirlo e di cercare un mezzo per ristabilire la verità. È quello che hanno fatto per Giovanna d'Arco degli uomini di grande merito. Fu il domenicano Jean Bréhart che, in particolare, lavorò per un processo di riabilitazione.
Sappiamo che questo processo dichiarò finalmente la condanna "viziata di iniquità, di contraddizioni, di errori manifesti, nulla, non valida, senza valore e senza autorità. (v. R. Laurentin,
Ancora su Medjugorje, Ed. Queriniana, Brescia 1985, pp. 53- 56).
Speriamo che sorga un altro Jean Bréhart capace e coraggioso, che lavori per una felice soluzione del problema Ghiaie.
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