lunedì 11 maggio 2020

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie


Le dimissioni di mons. A. Bramini 

Monsignor Angelo Bramini, il 10 novembre 1947, si  dimise dall'incarico ricevuto dal vescovo di Bergamo. Infatti,  nella lettera inviata il 16 novembre 1947 a don Cesare Vitali, egli  scrive: 

"... Ora le comunico che in data 10 c.m. ho cessato di collaborare ai lavori di indagine e studio dei fatti avvenuti nella sua  parrocchia nel maggio 1944. La ragione è intuitiva. Sono stato  informato che è stata fatta circolare e circola la voce che anche la  Difesa avrebbe dato all'ultimo il voto negativo circa l'autenticità  di quei fatti. È assolutamente falso, e chi ha asserito per primo  questa cosa o non conosce gli atti, o ha mentito. 

La autorizzo a smentire categoricamente quella voce con  chiunque. La verità è invece che la Difesa ha sostenuto, come era  suo dovere, fino all'ultimo suo atto (10 novembre 1947) l'autenticità dei fatti, che non ha presenziato alle adunanze dell'8 luglio e  del 13 novembre per coerenza col suo atteggiamento, che sempre  per coerenza, il 10 novembre ha dichiarato "esaurito il suo mandato" per significare che non intendeva collaborare ulteriormente  ai lavori in corso e in via di conclusione. Né la sua assenza  personale dalle dette adunanze, né la sua ultima dichiarazione  possono essere interpretate come una resa o ritirata, perché a  ciascuno di questi atteggiamenti corrispondono documenti che  escludono negli atti della causa qualsiasi interpretazione del  genere. 

Io ritengo di avere compiuto con rigida scrupolosità il  mandato che mi era stato affidato, e di averlo compiuto nel modo  migliore che mi è stato possibile. Di questo lei può stare  pienamente tranquillo. Per ora non posso dirle di più. Ma spero  che verrà il giorno nel quale potrò dirle molte altre cose. 
Le manifesto tuttavia la mia fiducia che l'ultima parola  possa ancora non essere stata detta. Se, come io penso, il Cielo  ha parlato a Ghiaie, l'ultima parola spetta indubbiamente a  Lui...". 

La ragione delle dimissioni di monsignor Bramini dall'incarico ricevuto, sia dal testo della lettera, sia da quanto ho scritto,  appaiono chiare. Con le sue dimissioni la causa delle apparizioni  di Ghiaie perdeva l'avvocato difensore, la commissione la sua  coscienza critica. Così si arrivò all'atto vescovile del 30 aprile  1948, come vedremo più avanti. 

Severino Bortolan 

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