Apparizioni a Ghiaie
Il popolo di Dio secondo il Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, afferma:
"Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale e gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo" (v. n. 10).
Il Concilio, nella stessa Costituzione dogmatica, quando tratta del senso della fede e dei carismi del popolo cristiano, dice:
"L'universalità dei fedeli, che hanno l'unzione dal Santo (cfr. 1 Gv. 2, 20 e 27), non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il soprannaturale senso della fede di tutto il popolo, quando "dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici" mostra l'universale suo consenso in cose di fede e di morale...
Inoltre, lo stesso Spirito Santo... dispensa tra i fedeli di ogni ordine anche grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie opere e uffici, utili al rinnovamento e allo sviluppo della Chiesa... E questi carismi, straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adatti e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione" (v. n. 12).
Il Concilio, nel decreto sull'apostolato dei laici, Apostolicam actuositatem, aggiunge:
"... Dall'aver ricevuto questi carismi, anche i più semplici, sorge per ogni credente il diritto e il dovere di esercitarli per il bene degli uomini e a edificazione della Chiesa, sia nella Chiesa stessa che nel mondo, con la libertà dello Spirito Santo, il quale "spira dove vuole" (Gv. 3, 8) e al tempo stesso nella comunione con i fratelli in Cristo, soprattutto con i propri pastori, che hanno il compito di giudicare sulla loro genuinità e uso ordinato, non certo per estinguere lo Spirito, ma per esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr. 1 Tess. 5, 12, 19-21)" (v. n. 3).
Da tutto ciò si vede chiaramente qual è il ruolo dei fedeli nella Chiesa: nella comprensione delle verità di fede, nelle cause dei santi e nelle apparizioni.
Nell'approfondire le verità di fede, la storia ci attesta una lenta comprensione in cui la sensibilità dei fedeli ha avuto una grande importanza. In alcuni casi essa è stata la base di partenza per il culto, per gli studi teologici, e infine per l'intervento del magistero della Chiesa. Quello che viene chiamato "sensus fidelium" si è dimostrato necessario, ma non è sufficiente, è stato di stimolo, ma è sempre bisognoso di guida e di precisazione. Si possono ricordare due casi abbastanza recenti, come la definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione di Maria, nei quali la sensibilità dei fedeli ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo del culto e dell'approfondimento teologico, fino a giungere alla stessa definizione dogmatica.
Per quanto riguarda le cause dei santi, atti così importanti da coinvolgere l'infallibilità del Papa, è fondamentale la "fama di santità", ossia il parere e il comportamento dei fedeli. Oltre al processo canonico per giudicare l'eroicità delle virtù della persona in questione e il riconoscimento dei miracoli, si richiede lungo tutto il procedimento, la "fama di santità", ossia il parere dei fedeli che , rivolgendosi con le loro preghiere all'intercessione di quella persona, dimostrano di ritenerla nella gloria di Dio, prima di un pronunciamento dell'autorità ecclesiastica.
Per le apparizioni avviene qualcosa di analogo: è la folla che prega, sono i pellegrinaggi continui, i frutti spirituali, come le conversioni, che muovono l'indagine ecclesiastica. Senza questa partecipazione attiva dei fedeli, non si avrebbe alcun intervento dell'autorità della Chiesa e anche un'autentica apparizione rimarrebbe un fatto privato, come è avvenuto.
Quindi è assurdo e antiecclesiale soffocare la voce del popolo, impedire i pellegrinaggi e la preghiera nei luoghi dove i fedeli credono sia apparsa la Madonna, dicendo che bisogna prima attendere il giudizio dell'autorità ecclesiastica, perché questo giudizio non avverrà mai, se prima non è stimolato dal comportamento, dalla vita dei fedeli stessi.
Severino Bortolan
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