mercoledì 29 luglio 2020

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



Santa Caterina da Bologna 


La sua nullità e la profonda umiltà di Cristo 

Poiché nel giorno dell'ultimo giudizio tutte le colpe dell'uomo saranno svelate, non voglio ora occultare le mie, ma anzi manifestarle, anche perché le colpe confessate sono in parte purgate e meglio perdonate.  

Nell'esaminarmi con diligenza, trovo in me una falsità, per cui riconosco che, giustamente, posso attendermi solo grandissima rovina e confusione, davanti a Dio e agli uomini. Infatti - ecco la falsità - non ho desiderato pienamente, come si conviene alla vera serva di Dio, nostro Signore, e come mi stava a cuore, di essere considerata da tutti vile e miserabile come mi giudico, cioè superba, arrogante, presuntuosa, maldicente, sensuale, golosa, priva di ogni lume della ragione come immondo animale, causa e accattatrice di rovina, di scandalo e mancanza di bene, quale nell'universo sia stato, sia nel presente e debba essere nell'avvenire; e per questi e altri mali, essere considerata la maggior peccatrice.  

Confesso di non essermi mai esaminata profondamente, cosi da avere coscienza, come ora, della mia nullità; in verità, se mi fossi conosciuta a fondo, mai avrei avuto l'ardire di levare gli occhi, non dico al Cielo, ma al più vile luogo che si possa trovare. Almeno, nel caliginoso profondo dell'abisso infernale, si adempie la giustizia col tormentare chi ha peccato contro la divina bontà; ma, in me, non trovo alcuna giustizia, per cui non esiste luogo tanto tenebroso che mi si convenga, al di fuori di me stessa; e perciò in me stessa rimarrò, come nel più abominevole luogo che si possa trovare.  

Ma, ohimè, a cosa mi giova tale conoscenza se, ben al di sopra di questa, non ho amato con pieno cuore e cercato con vivo desiderio il compimento della giustizia, e cioè che ogni creatura dotata di intelletto mi giudicasse come ho detto? E anche se non ho desiderato il contrario, ossia onore, principato e nemmeno fama di santità, sono stata, comunque, negligente nel desiderio di patire il male e, quindi, non ho custodito fedelmente l'inestimabile dono della buona volontà, che la bontà di Dio, nostro Signore, mi ha donato. Infatti, ricevuto l'altissimo dono di essere chiamata al suo servizio, sarebbe stato mio dovere porre tutte le mie forze nel conformarmi a Lui e andare sulla via della croce, rifiutando ogni allegrezza e ogni consolazione, e amare chi mi avesse odiata, onorare chi mi avesse disprezzata, servire chi mi avesse trascurata e dire bene di chi mi avesse detto male; perché, giustamente, io non merito benevolenza, ma sputi sulla faccia. E chi più mi avesse aiutata in questo, più da me doveva essere amato e riverito, perché così mi sarei conformata a Cristo, dolce mio Signore, più che in qualunque altro modo; invece, ora, posso solo dire di essere vissuta in grande falsità perché, avendo nome di servire Cristo, non ho amato col massimo fervore quella che Lui stesso venne a prendere con tanto ardore di carità, cioè l'innamorata croce.  

Ohimè, quale grande errore è stato il rimanere tanto tempo senza esaminarmi a fondo!  

Al principio della mia conversione, ebbi qualche consolazione mentale nel patire ingiurie; poi, passato il primo fervore, ho lasciato trascorrere molti anni in grande tiepidezza, senza cercare, con vera diligenza, quello che a me si sarebbe ben adattato, cioè di essere ingiuriata, beffata, schernita, infamata e sottoposta in tutto a ogni minima creatura, perché almeno un poco fossero vendicate le ingiurie al Creatore, per me e da me offeso innumerevoli volte.  

Ohimè, nuda anima mia, disadorna dell'ornamento nobilissimo quale a te sarebbe convenuto, dimmi: con che fronte aspetti di comparire innanzi alla bellissima faccia dello splendore della paterna gloria, quale è il Figlio dell'altissimo Dio? Egli, come tu ben sai, discese dalla sua angelica corte imperiale pieno d'amore per te e impaziente di salvarti; come ebbro di Spirito, si fece uomo passibile e mortale e andò stentando per il mondo, pellegrino e forestiero, povero e mendico, nascondendo i raggi dell'altissima sua divinità, come attesta il Vangelo ove narra della turba dei sacerdoti che, parlando di Lui, diceva: - Non sappiamo di dove sia. -  

Pensa, anima mia, alla incommensurabile grandezza del suo perfettissimo e incomprensibile amore! Egli volle congiungersi a te per la tua salvezza; non esitò a scendere da tanta gloria a tanta vile e misera bassezza e intraprendere un cosi faticoso pellegrinaggio, come testifica il profeta Geremia, quando dice: «Abitò fra la gente e non trovò pace.» e sopra queste pietose parole avrei molto da dire, nel vedere quale contraddizione oggi si trova in persone che hanno nome di seguire Cristo; ma, poiché a me non si addice, tacerò.  

Tornerò, invece, all'argomento della mia colpa. Dico che sono denudata della principale virtù a me sommamente necessaria, perché non ho corrisposto allo smisurato amore del mansuetissimo agnello Cristo Gesù; Egli, per me, volle che la sua bellissima, verginale e risplendente faccia fosse percossa e oscurata, mentre io non mi sono esercitata e dilettata in questi obbrobri. Perciò pregate, mie dilettissime madri e sorelle, pregate per me la divina clemenza, che si degni di perdonarmi e di adempiere la promessa di non scacciare l'adultera pentita.  

Ma la vostra prudenza, carissime e cordialissime sorelle - pare che da voi io non possa finire di prendere commiato - sia per voi tanto buon nocchiero da condurvi, sempre e presto, fuori dalle tentazioni e, così, possiate non essere annoverate fra le adultere, come me. Preparate la dote e ornatevi come fedeli e verissime spose, affinché l'eterno e celeste imperatore vi trovi degne di tale e tanto verginale sposo, quando vi chiamerà a celebrare le vostre dolci nozze, e possa introdurvi nel glorioso tal amo della sua gloria trionfante e congiungervi in eterno al suo divino e castissimo amore.  

E anche se più volte ho elencato gli ornamenti che completano la dote della vera religiosa, nondimeno volentieri, li ripeto, perché molto mi piacciono e meglio possiate ricordarli.  

Illuminata Bembo

Nessun commento:

Posta un commento