venerdì 31 luglio 2020

Quando dico Sangue di Cristo, non intendo...



IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO


C'è in noi una forza occulta, quasi uno spirito sconosciuto che risponde alla voce di Dio?
Quando l'anima, attratta dalla divina potenza, arresta tutte le sue facoltà per ascoltare e seguire il misterioso richiamo e, pur rimanendo nell'impotenza assoluta, sente in sé impulsi nuovi, forze nuove, la volontà che acuisce la sua energia, l'intelletto che si eleva, lo spirito che sobbalza per l'entusiasmo e per la vita nuova che lo investe e lo trascina, chi accoglie e risponde a questo passamio di Dio?
E la misteriosa forza, sepolta in noi dal peccato e dalla schiavitù delle passioni, che risorge dalle rovine al richiamo di Dio? E il senso profondo con il quale il primo uomo rispondeva all'appello del suo Dio, che si sprigiona dal sepolcro mercé la virtù e la forza della Redenzione?
Non so. Certo in noi c'è qualche cosa di intimo, profondo, inafferrabile che si commuove al tocco della divina misericordia e sostiene l'anima nelle altezze del Mistero.
Quante cose mi rivela il Sangue di Cristo! Quando dico Sangue di Cristo non intendo alludere né alla sostanza, né al suo colore, né a' suoi elementi; no, esso mi attrae come forza, vita, luce, grazia, dono di Dio.
In esso trovo tutti i mezzi della santità. La santità richiede la purificazione.
Il Sangue mi purifica.
La santità vuole la mortificazione.
Il Sangue mi parla di mortificazione. La santità vuole l'umiltà.
Poteva scendere più basso la profusione del Sangue di Cristo? La santità è unione con Dio.
Chi, più del Sangue, mi avvince a Cristo, e, per Cristo, a Dio? La santità richiede spirito di fede, di speranza e di amore. Quanta fede, quanta speranza e quanto amore nell'accoglimento del Sangue di Cristo!
La santità è la conoscenza di Dio.
Chi, meglio del Sangue, mi rivela la potenza, la grandezza, la sapienza, la gloria del mio Dio?
Immagino la compiacenza dei filosofi nello studio del pensiero e immagino il godimento dei teologi nella elevazione della mente
alle grandi cose di Dio.
Ma, se mi prostro a' piè della Croce, e invoco e ricevo e adoro e bevo il Sangue del mio Dio, esso mi spiega verità sublimi, mi rivela Misteri profondi, mi rapisce con gli splendori della sacra Umanità di Cristo e con le glorie della augusta Divinità.
Ah! non mi distaccherei più dalla Croce! Sia questa Croce sul Calvario o sull'altare, dovunque essa piove su di me le sovrabbondanze della misericordia, della luce, della pace, dell'amore. q. 17 : 20 aprile

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

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