«Questa mattina, mentre mi trovavo fuori di me stessa, ho visto il Bambino Gesù dentro uno specchio tersissimo e grandissimo, in modo che da qualunque parte mi mettessi lo potevo vedere benissimo. Io gli facevo cenno con la mano che venisse a me e Gesù mi faceva cenno che andassi a Lui. In questo mentre vedevo persone devote e sacerdoti, come se si mettessero in mezzo tra me e Lui e sparlavano di me; io non badavo loro, la mia mira era il mio dolce Gesù. Ma Lui è uscito tutto frettoloso dallo “Nessuno me la tocchi, specchio e voleva battere quelli che sparlavano, dicendo loro: perché toccando chi mi ama mi sento più offeso che se toccaste Me direttamente, e vi farò vedere come so prendere difesa di chi tutta a Me si dona e della sua innocenza”.
E con un braccio stringeva me e con l’altro minacciava quelli. Ed io, che niente mi ma] solo mi dispiaceva che Lui li volesse battere, gli premeva che dicessero male di me, [“Dolce mia vita, non voglio che per causa mia soffra nessuno, e da questo ho detto: conoscerò che mi ami, se Ti calmi per loro e non li batti, altrimenti resterò scontenta”.
Così pare che si è calmato e mi ha tirato da mezzo a quella gente, conducendomi in me stessa; e continuando a vederlo non più bambino, ma crocifisso, gli ho detto: “Adorabile mio Bene, se quando soffristi la crocifissione tutte le anime tenevano posto nella tua Umanità, il mio posto in quale punto si trovava?”
“Figlia mia, il posto delle anime amanti era nel mio Cuore. A te poi, oltre a E Lui: tenerti nel Cuore, dovendo coadiuvare alla Redenzione con lo stato di vittima, ti tenevo in tutte le mie membra, come loro aiuto e sollievo.” (Vol. 7°, 14.09.1906)
Pablo Martín Sanguiao
Nessun commento:
Posta un commento