IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO
Lo Spirito Santo ammaestra l'anima, immergendola nel Sangue di Gesù. Come il sangue è la vita del corpo, così il Sangue di Gesù è la vita
del corpo mistico della Chiesa.
Ma, mentre il sangue umano non vivifica che un corpo, il Sangue divino vivifica tutte le anime con la pienezza della vita soprannaturale.
Nel corpo umano, ogni fibra ed ogni particella deve restare nel suo composto essenziale. Nel corpo mistico della Chiesa, anche le ultime fibre più insignificanti e più
umili, possono essere trasformate in sangue di vita e scorrere, vivificando sé e altri.
Quando avviene la trasformazione dell'anima nel Sangue di Gesù?
Quando essa domina i sensi del corpo; quando essa può rispondere che vive per Gesù, che desidera Lui solo, che palpita per Lui, che pensa a Lui; che ama, vuole, aspetta,
cerca, adora soltanto Gesù.
Così distaccata dalla vita della natura, dei sensi, dell'egoismo, del tempo, della volontà e della libertà, incomincia a vivere la vita della grazia. E
questa grazia ha movimenti soprannaturali, essenzialmente spirituali: ed avendo il Corpo Mistico di Cristo - la Chiesa - un'anima eminentemente mistica, così in quest'anima, informata dalla vita di Cristo, la
piccola creatura trova l'impulso a muoversi, a dilatarsi, a salire. Essa si muove perché, mercé il Sangue di Cristo, si dilata con il Cibo sostanziale delle divine verità, si eleva, spazia, sale sempre
più alto per l'amore.
Ora la piccola anima è come la goccia di Sangue nel Cuore di Cristo e sale, dal Cuore al Capo divino, dall'amore alla luce, e scende dalla luce all'amore, con le
esuberanze della divina carità.
Nel Cuore attinge la vita, nel Capo la consuma in omaggio al Padre, e così, in questi mistici movimenti di grazia, rassoda l'unione, raddoppia le intuizioni e stabilisce
la sua vita in Cristo Gesù. E Gesù l'arresta, o nel Cuore, o nella sua mente divina, secondo i suoi disegni d'amore; e rendendola partecipe dei Misteri della sua Passione, la invita ad immergersi nel
più profondo del Cuore, al largo, dove sono i dolori supremi. q. 16
SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO
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