mercoledì 26 novembre 2025

CRISTO ARTEFICE DELLA NOSTRA REDENZIONE E TESORO INFINITO DELLE NOSTRE GRAZIE

 


Nell'ultimo giorno, quando compariremo davanti a Dio, non potremo dirgli: «Mio Dio, bo dovuto sormontare difficoltà troppo grandi; trionfarne era impossibile, le mie numerose colpe mi hanno scoraggiato». Poiché Dio ci risponderebbe: «Sarebbe stato vero se vi foste trovato solo; ma io vi ho dato il mio Figliolo Gesù; egli ha espiato tutto, ha saldato tutto; nel suo sacrificio ci sono tutte le soddisfazioni che io ero in diritto di reclamare per tutti i peccati del mondo. Egli ha meritato tutto per voi per mezzo della sua morte: egli è stato la vostra redenzione ed ha meritato di essere la nostra giustificazione, la nostra saggezza, la nostra santità. Vi dovevate appoggiare su lui; nel mio pensiero divino, egli non è soltanto la vostra salvezza, ma è la sorgente della vostra forza, perché tutte le sue soddisfazioni, tutti i suoi meriti, tutte le sue ricchezze, - ed essi sono infiniti, - erano vostri fin dal battesimo; e, dacché è seduto alla mia destra, egli mi offre continuamente per voi i frutti del suo sacrificio. Vi dovevate appoggiare su lui, poiché in lui io vi avrei dato sovrabbondantemente la forza di vincere ogni male, come me l'ha domandato egli stesso (3); in lui, vi avrei colmato di ogni bene, poiché è per voi e non per sé stesso che egli mi interpella continuamente» (4). 

 Oh! se conoscessimo il valore infinito del dono di Dio! 

 Se soprattutto avessimo fede negli immensi meriti di Gesù, una fede viva, pratica, che ci riempia di una invincibile fiducia nella preghiera, di abbandono nei bisogni della nostra anima! Con la Chiesa che, nella sua liturgia, ripete questa formula ogni volta che rivolge una preghiera a Dio, noi non domanderemmo niente, se non in suo nome, poiché questo mediatore, sempre vivente, regna in Dio col Padre e lo Spirito Santo. Per mezzo suo siamo sicuri di ottenere tutto in fatto di grazie. Quando S. Paolo espone il disegno divino, dice che «abbiamo in Cristo la redenzione acquistata per mezzo del suo sangue, la remissione dei peccati, secondo la ricchezza della sua grazia che ci è offerta con sovrabbondanza» (1). Noi disponiamo del battesimo, esse sono diventate nostre, dobbiamo soltanto attingere in lui per essere «come quella sposa che esce dal deserto» della sua povertà, ma «piena di delizie, poiché essa si appoggia sul suo adorato» (2).

Se vivessimo di queste verità! La nostra vita sarebbe allora un cantico continuo di lode, di azione, di grazie Il Dio per l'inestimabile dono che ci ha dato nel Figlio suo, Gesù Cristo (3). 

 Entreremmo, così, pienamente, per il maggior bene e la più viva gioia delle anime nostre, nel pensiero di Dio che vuole che noi troviamo tutto in Gesù; e che, ricevendo tutto da lui, «rendiamo a lui ed a suo Padre, nell’unità del loro comune Spirito, ogni benedizione, ogni onore ed ogni gloria” (4). 

Beato Dom COLUMBA MARMION


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