Ma la preghiera più potente sul tuo Cuore Divino e che più T’intenerisce, è il vestirsi la creatura di tutto ciò che operò e patì l’Umanità tua Santissima; quindi, accogliendo questo tuo dono, io cingo la mia testa di ogni tua spina, imperlo i miei occhi delle tue lacrime, impregno la mia lingua della tua amarezza, vesto l’anima mia del tuo prezioso Sangue, e, adornandomi delle tue piaghe, trafiggo le mie mani ed i piedi miei con i tuoi chiodi e, come altro Te stesso, vengo a presentarmi alla tua Divina Maestà, perché Tu, commosso nel vedermi rivestito delle tue stesse divise, nulla sappia negarmi di ciò che Ti domando. (Cfr. Vol. 11 - 15.6.1916)

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