Altre grazie fatte da Dio a san Giuseppe; il sentimento che [egli] aveva delle divine offese e come bramava che tutti gli uomini si salvassero
Contemplazioni amorose – Dio si compiaceva molto dell’amore e della fedeltà di Giuseppe, e non lasciava di ricolmarlo sempre più di grazie e di meriti; e il Santo ne approfittava così bene, che si rendeva sempre più capace di riceverne di maggiori con la corrispondenza e la gratitudine verso il suo Dio, per cui spesso era favorito di estasi sublimi, ed in quelle intendeva altissimi misteri della divina essenza, nelle quali l’anima di Giuseppe si dilettava molto, e rimaneva sempre più infiammato dell’amore del suo Dio. Capiva la grandezza del merito che Dio aveva di essere amato e servito fedelmente, e di questo si accendeva di un vivo desiderio e bramava che tutte le creature l’avessero amato con tutto il loro amore. Dio gli faceva conoscere come la maggior parte degli uomini si perdeva nell’amore delle creature e delle cose caduche e transitorie, per cui il nostro Giuseppe ne sentiva una pena insopportabile, ed avrebbe voluto supplire egli stesso alle mancanze di tanti, ma conoscendosi insufficiente, si annichiliva e diceva al suo Dio: «O Dio mio, e perché ho un solo cuore per amarti, bontà infinita? E perché non ho i cuori di tutti gli uomini, che li consacrerei tutti al tuo amore? Tu sei il nostro Padre che ci hai creato con tanto amore, e ci conservi la vita, affinché vivendo amiamo la tua bontà; e dove è l’amore che come figli ti dobbiamo? Come possono scordarsi di Te le creature, mentre sono frutto delle tue mani e hanno la tua somiglianza? Ah, la mia mente non sa ancora capire perché le creature vivano dimentiche di Te, Padre amantissimo!». E in questi discorsi che faceva al suo Dio, si struggeva d’amore e di desiderio che il suo Dio fosse amato e servito da tutti. Dio godeva molto di vedere e udire i desideri del suo servo fedele, e di quanto questo gli fosse gradito, gliene dava spesso il segno facendosi, in tale occasione, gustare alla sua anima, riempiendola di dolcezza, e facendogli udire spesso la sua voce nel più intimo del cuore, per la quale il Santo rimaneva tutto assorto nella dolcezza e nell’amabilità del suo Dio.
Serva di Dio Maria Cecilia Baij O.S.B.

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