lunedì 21 ottobre 2019

IL SACERDOTE


CHI È IL SACERDOTE


Vi sono alcuni che considerano le cose che riguardano la fede (come ad esempio La Grazia - Gli effetti dei sacramenti...) delle vere favole, fantasticherie, invenzioni dei preti... Invece le cose della fede sono realtà verissime ed eterne.
Mentre tutto passa le cose della Fede rimangono per l'eternità.
Prendiamo ad esempio gli effetti del Battesimo. Nel momento che esso viene amministrato si realizza un evento e una realtà stupenda che durerà in eterno: una creatura umana viene divinizzata, diventa figlia di Dio!
Ciò non è una finzione giuridica!
San Giovanni dice: «Vedete quale amore ha Dio per noi! Non solo siamo chiamati ma siamo davvero figli di Dio!».
La Dottrina Cattolica ci insegna che il Battesimo produce due effetti: il Carattere e la Grazia del Sacramento.
Il Carattere è un segno o sigillo indelebile, un marchio spirituale che rimane in eterno e rende il cristiano un figlio di Dio, un consacrato a Dio. Anche se egli dovesse rinnegare Dio e andare all'inferno rimarrebbe lo stesso, pur laggiù, un figlio di Dio.
La Grazia Sacramentale è, invece, quel complesso di aiuti e di interventi di Dio tesi a renderci possibile di vivere da figli suoi. Senza questi aiuti la nostra natura ci porterebbe a vivere da peccatori. Con la grazia del sacramento possiamo, invece, vivere da santi, perché nel battezzato prende dimora lo Spirito Santo che dall'interno ci muove dolcemente al bene.
Il Battesimo - e così anche l'ordine Sacro - sta nella linea della Consacrazione. Avviene, cioè una cosa simile a ciò che succede nel momento della Consacrazione dell'Eucaristia: il pane e il vino diventano un'altra cosa: diventano Gesù.
Ciò premesso possiamo capire quello che avviene quando il Vescovo conferisce l'Ordine Sacro ad un'uomo. Egli diventa allora nuova creatura.
Anche per il Sacramento dell'Ordine Sacro vi è un duplice effetto: il Carattere e la Grazia del Sacramento dell'Ordine.
Per il Carattere il Sacerdote riceve un sigillo indelebile che lo rende conforme a Gesù Cristo in quanto Capo del Corpo Mistico.
Gesù si fa presente nel Sacerdote in modo che non è più un essere umano che vive, ma Cristo che vive in Lui.
Bisogna avere più fede e più convinzione di questa presenza misteriosa ma vera e reale di Gesù nel Sacerdote, presenza che - proprio in virtù del Carattere - è permanente e dura 24 ore su 24.
Quando il Sacerdote consacra dicendo: «Questo è il mio Corpo... questo è il mio Sangue», è Gesù che consacra. Così pure quando il Sacerdote dice «Io ti assolvo» è Gesù presente in lui che assolve.
Nel Sacerdote e per mezzo del Sacerdote Gesù continua ad essere Maestro, Pastore e Santificatore delle anime.
Per conseguenza di quanto ho detto il Sacerdote ha perciò il dovere di farsi riconoscere come tale anche con un «segno esterno», ed i fedeli hanno il diritto di sapere che lui è tale.
La Chiesa ha, per questi motivi, stabilito nel Codice di Diritto Canonico che il «chierico - e quindi il Sacerdote - indossi un abito ecclesiastico decoroso» (notate i due aggettivi).
È vero che l'abito non fa il monaco, ma è anche vero che l'abito indica che lì c'è un monaco! Così come la lampada non fa la presenza reale, ma indica che lì c'è presente Gesù.
C'è da rimanere estatici nel riflettere che io Sacerdote sono Gesù oggi e ne estendo la presenza nel tempo e nello spazio. Che io in Lui, per Lui sono Gesù Pastore, Padre Amico, Medico spirituale, Maestro e Vittima, con Lui Vittima. Gesù è tutto per il Sacerdote e il Sacerdote è tutto per Gesù!
Si verifica, in modo analogo, quello che san Paolo dice per i coniugi: il marito non appartiene più ti sé ma alla moglie e la moglie al marito.
Col dono del celibato, inoltre, il Sacerdote mostra in sé Gesù Vergine e Casto.
È talmente presente sempre Gesù nel Sacerdote che se anche fosse un traditore e un gran peccatore la sua parola di Sacerdote è sempre infallibilmente valida quando consacra e quando assolve dai peccati.
La Grazia Sacramentale dell'Ordine Sacro è quel complesso di doni, è quella presenza dello Spirito Santo che rende possibile al Sacerdote di diventare anche spiritualmente e moralmente simile a Gesù: casto, umile, paziente, mansueto, sacrificato, povero e immolato per Dio e per le anime... in tutto simile a Gesù.
È il senso della affermazione dell'Apostolo, e Sacerdote Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me!».
Tutti questi tesori sono opera dello Spirito Santo presente e operante nel Sacerdote, che viene così dal di dentro sollecitato e aiutato ad essere sempre più conforme a Gesù Sacerdote, non solo nella dignità, nel potere e nelle funzioni, ma anche nella santità.
Un ultima nota: Gesù morente dice alla Madre indicando Giovanni (Sacerdote anch'egli): Ecco tuo Figlio! Non voleva, forse, Gesù dire: «Mamma, tu non mi perdi, perché tu mi trovi in Giovanni poiché ora egli è Gesù!».
È questo il motivo di fondo per cui la Madonna ama di amore di predilezione il Sacerdote che vede sempre come il suo Gesù.

1 commento: