I PECCATI E LE LORO PENE
Pene particolari
Adesso entriamo ancora più addentro nelle particolarità di tante sofferenze, e non contenti di questo, per dir così, panorama generale delle pene del Purgatorio, audizione nelle rivelazioni dei Santi le pene speciali inflitte dalla giustizia di Dio a quei falli, che la maestà sua ha più particolarmente in orrore. Fra codeste mancanze Iddio punisce molto severamente la vanità. Citeremo qui due esempi che vorremmo facessero rinsavire tanta frivola gioventù che consuma il tempo in acconciarsi ed abbellirsi per piacere in questa vita, accumulandosi tormenti inauditi per l'altra. Il primo è tratto dalle rivelazioni di santa Brigida (lib. VI, capo 52), la quale, in una delle estasi che le discoprirono il Purgatorio, osservò fra le altre una fanciulla di alto lignaggio, che le fece conoscere quanto penasse in espiazione dei suoi peccati di vanità. Quel capo, che con tanta cura aveva coltivato, era divorato all'interno e all'esterno da fiamme cocentissime; quelle spalle e quelle braccia, che tante volte aveva amato di portar denudate, erano strette da catena di ferro rovente; i piedi si agili nella danza erano avvinghiati e morsi da vipere, che li insozzavano colla loro bava immonda; tutte le membra, che in vita, era solita di sopracaricare di monili, di gioie, di perle, di fiori; erano torturate da spaventevoli pene. E andava gridando: - Madre mia, madre mia, quanto sei colpevole verso di me! La tua soverchia indulgenza, peggiore dell'odio più atroce che tu avessi potuto portarmi, mi ha fatto precipitare in queste orribili pene! Tu mi conducevi alle feste, ai balli, agli spettacoli, a tutte le riunioni mondane che sono la rovina dell'anima e per le quali ora soffro miseramente, e quantunque talvolta mi consigliassi preghiere ed atti di virtù, questi si trovaron sempre superati e quasi perduti per i sollazzi e le compiacenze che io mi prendeva nella vita. Nondimeno rendo grazie infinite al mio Dio perché non permise la mia eterna dannazione. Prima di morire, presa da pentimento, mi confessai, e quantunque lo facessi in considerazione delle pene che mi potevano essere riservate nel l'altro mondo, e quindi la mia confessione non fosse valida, nel momento però d'entrare in agonia mi ricordai della dolorosa passione del Salvatore, e potei così formare un atto di vera contrizione, promettendo, se ne avessi avuto tempo, di riparare colla penitenza alle mie colpe. - Lo storico soggiunge che la Santa avendo raccontato l'apparizione ad una cugina della defunta, l'impressione da questa riportata fu tale, che rinunziato alle vane lusinghe del secolo, si rinchiuse in un monastero di austerissima penitenza, dove santamente visse e morì.
Il secondo esempio è tratto dalla vita della beata Maria Villani, scritta dal padre Maschi (lib. II, capo 5). - Mentre un giorno questa serva di Dio pregava per le anime del Purgatorio, fu condotta in ispirito nel luogo delle lor pene, e fra tutte quelle infelici sofferenti ne vide una tormentata più delle altre da orribili fiamme che da cima a pie' ravvolgendola, la consumavano continuamente. Interrogata dalla Serva di Dio sul perché di tanto soffrire, e se avesse mai un momento di tregua fra quelle sofferenze, rispose: Già da molto tempo mi trovo qui a scontare severamente le mie vanità passate e il lusso scandaloso in cui vissi, ma fino ad ora non ottenni mai il benché minimo sollievo, avendo il Signore permesso nella sua giustizia che io fossi completamente dimenticata dai miei parenti, dai miei figlie dai miei amici, perché quando ero in vita, tutta dedita alle vanità del mondo, alle feste e ai piaceri, assai di rado pensavo a Dio e ai doveri del mio stato. Così ora Iddio permette che sia dimenticata da tutti. - E ciò detto disparve.
L'altro grave peccato che Iddio odia e punisce orribilmente è lo scandalo. «Maledetto colui per cui viene lo scandalo» disse il Maestro. « Se il tuo occhio ti scandalizza cavatelo e gettalo via da te; è meglio entrare nella vita eterna con un solo occhio, o con un sol piede, che andare all'Inferno con ambedue».
Sac. Luigi Carnino
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