Si dichiara come il non camminare avanti è un tornare indietro.
2. Questo medesimo, e quasi colle medesime parole, dicono S. Gregorio, S. Giovanni Crisostomo, S. Leone Papa e molti altri Santi, e lo replicano molte volte: ma particolarmente S. Bernardo prosegue questa materia a lungo in due delle sue epistole. Va ivi parlando col religioso lento e tiepido, che si contenta d'una vita comune e non vuole camminare avanti nel suo profitto, ed argomenta con lui in questo modo: «O monaco, non vuoi camminare avanti? - No. - Dunque vuoi tornare indietro? - né anche questo. - Dunque che cosa vuoi fare? - Voglio starmene così come sto; non voglio essere né migliore, né peggiore. - Ma questo è un volere quello che non può essere. Infatti qual cosa vi è in questo mondo che duri ferma in un medesimo stato» (S. BERN. Ep. 254, n. 4; ep. 385, n. 1). Di Dio solo è proprio questo: «In cui non è mutamento né alternativa di adombramento» (Gc1,17), ed egli solo può dire di sé: «Io sono il Signore, e sono immutabile» (Ml3, 6). Tutte le cose del mondo stanno in continua mutazione. «Invecchieranno tutti come un vestito, e come un mantello li cangerai e saranno cangiati; ma tu sei quell'istesso e gli anni tuoi non verranno meno» (Ps. 101, 27, 28). E dell'uomo particolarmente dice Giobbe, che mai non dura in un essere, né in uno stato medesimo. «Fugge come ombra, né mai resta in un medesimo stato» (Gb14, 2). E dell'istesso Cristo dice S. Bernardo: «Stette egli forse fermo fino a quando fu su questa terra e conversò cogli uomini?» ( Loc. cit.). No. Dice di lui l'evangelista S. Luca: «Gesù avanzava in sapienza, in età e in grazia presso Dio e presso gli uomini» (Lc 2, 52). Il che s'intende del mostrar che faceva colle opere sue esteriori segui sempre maggiori di sapienza e di santità. E il Profeta dice che: «Si accinse con giubilo a correre questa strada» (Ps. 18, 15). Se dunque noi altri vogliamo tenercela con Cristo, abbiamo da camminare del passo medesimo con cui camminò egli. «Chi dice di stare in lui, dice San Giovanni, deve esso pure camminare come egli camminò» (1Gv 2, 6.). «Ora Sé, osserva S. Bernardo, correndo Cristo, tu te ne stai fermo, non ti avvicini a lui, ma piuttosto te ne allontani» (Loc. cit.)13. E soggiunge: «Giacobbe vide una scala (Gen. 28, 12,13), e sulla scala degli angeli, dei quali nessuno gli apparve seduto, nessuno fermo, ma si vedevano tutti o salire o discendere» (Loc. cit.): solo Dio stava seduto sulla sommità della scala, per darci ad intendere, come appunto insegna S. Bernardo, che in questa vita nella via della virtù non v'è mezzo tra l'ascendere e il discendere, tra l'andar avanti e il tornar indietro; ma che per la stessa ragione per cui uno non cammina innanzi, ritorna indietro; a guisa della ruota del tornio che adopera il tornitore, che mentre egli la vuol fermare, si rigira indietro. Lo stesso dice l'abate Teodoro, come riferisce Cassiano: «Dobbiamo, così egli, con indefessa cura e sollecitudine applicarci sempre allo studio delle virtù ed occuparci di continuo in questo esercizio, affinché col venir meno l'avanzamento non abbia altresì a tener tosto dietro una diminuzione delle virtù stesse; poiché, come abbiamo detto, non può l'animo stare in un solo e medesimo stato, cosicché o non acquisti aumento di virtù o non ne soffra scapito; ché il non farne acquisto è lo stesso che soffrirne diminuzione, poiché, venendo meno la volontà di progredire, questa non sarà lungi, dal pericolo di indietreggiare» (CASS. coll. 6, c. 14; M. PL. v. 49, col. 665).
ALFONSO RODRIGUEZ
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