RELIGIOSA DELLA VISITAZIONE SANTA MARIA DI CHAMBERY
LA CARITÀ DI SUOR M. MARTA
Suor M. Marta non "teneva a nulla". Il suo cuore "era libero". L'amor di Dio l'assorbiva interamente. Sciolta dalle cose terrene, nessun legame ne paralizzava lo slancio.
Le chiamate di Gesù Crocifisso, le intimità della Santa Comunione, le ardenti comunicazioni dello Spirito Santo, avevano acceso e mantenevano nell'anima sua, come un incendio d'amore. Perciò, sebbene tutto gratuito, il meraviglioso tessuto di grazie di cui si compone la sua vita, trovava in lei un'ammirabile corrispondenza alle divine prevenienze. Corrispondenza che attirava nuove grazie. Cosicché ogni giorno, aumentava, sotto tutte le forme, nella nostra Sorella, la Divina Carità: amor tenero e confidente del fanciullo, amor puro e casto della vergine, amore esclusivo della Sposa, amore ardente e forte dell'amante del Calvario...
Nel periodo più ricco della sua esistenza, noi troviamo la traccia di queste vampe divine, che bruciano, in certo modo il corpo e l'anima: "Io voglio che il mio Cuore bruci il tuo. Io ne ho bisogno e tu pure, perché Io voglio comunicarmi, per mezzo tuo, alle mie creature". Pare che in seguito e fino all'ultimo giorno, questo fuoco interno si concentrasse di preferenza in una preghiera d'intercessione salente al Cielo, come incenso d'amore - preghiera che rivela tutta l'anima di Suor M. Marta, sollievo al suo bisogno d'amore e di riparazione, nel tempo stesso mezzo efficace, per conquistare numerose anime a Dio. L'umile Religiosa intanto, ignora se stessa, poiché l'amore la divora in modo da non permetterle uno sguardo interiore sulle ineffabili operazioni del Salvatore in lei, e sopra una trasformazione che va fino a una specie di identificazione con lo Sposo.
La sua aiutante spirituale, l'interrogava un giorno: "Mia Sorella M. Marta, non vi stancate a restare in ginocchio, digiuna, tutta la mattina? - A queste cose non ci si bada, non ci se ne accorge. - Ma certo dopo sarete molto stanca. - Oh! no, ma non si sa più neppure dove siamo. - Voi dovete dire tante belle cose al piccolo Gesù, durante questo tempo! - Oh! no... ci si ama".
"Ci si ama!" ecco dunque la suprema parola dello Sposo e della Sposa!.. Ecco ingenuamente espresso da una semplice figlia dei campi, l'unica attesa, l'unica brama, l'unico trionfo di Gesù!..
"Ci si ama!" Tutto ciò che N. Signore richiede da Suor M. Marta: lavoro, preghiera, sofferenza, apostolato, tutto ciò che Egli le dona: croci o grazie... tutto questo non è che un'efflorescenza dell'amore e ha un solo scopo: alimentare, manifestare, provare uno scambievole amore... "Ci si ama!".
Questo amore reciproco del Salvatore e della sua Sposa scelta, traspare, si può dire, ad ogni pagina di questo volume, negli insegnamenti del Maestro, nelle azioni della sua discepola. E, se fra le lezioni di Gesù, ve ne sono di particolarmente commoventi, sono proprio quelle dell'amore divino: non n'è Egli forse il Maestro per eccellenza?
"Amare, è la vita del Cielo, che vi è destinata - diceva Egli alla sua Privilegiata - Questa vita voi dovete viverla fin da ora per quanto è possibile".
"Voi dovete VIVERLA". Era questo un far capire, che le sue Spose hanno meno bisogno di cognizioni speculative che non le persone destinate, per dovere di ministero, a dirigere e insegnare. Per le anime Religiose l'essenziale è la scienza pratica dell'amore, mediante l'unione e le buone opere. "L'unica cosa necessaria è di possedere Iddio".
"Se tu vuoi imparare a conoscermi. Io te lo insegnerò, le disse Gesù, seguimi ovunque, Io solo posso istruirti".
E scoprendosi la ferita del Sacro Cuore, il Divin Maestro soggiungeva: "Vieni Figliuola, vieni a gettarti qua dentro. Abbandonando il suo cuore a Dio l'anima riceve lumi e grazie per amarmi, che non potrebbe trovare in nessun libro".
"Io t'insegnerò ad amarmi, poiché tu non lo sai fare: la scienza dell'amore è data all'anima che guarda il Divin Crocifisso e gli parla cuore a cuore".
E qual è questo segreto? Lo Sposo non lo scopre che all'anima alla quale è riservato: "Figlia mia, ho delle migliaia di anime favorite; ma Io sono unico per ciascuna. Vi è un segreto d'amore che resterà unicamente tra lo Sposo e la Sposa per tutta l'eternità".
Sotto l'impulso dei desideri stessi del suo Diletta, Suor M. Marta Gli domandava un giorno che tutte le Sorelle della Comunità, sapessero trattenersi bene con Lui cuore a cuore: "Ah! rispose Gesù, con espressione di ardente tenerezza, quanto mi fa piacere questa domanda! poiché e per Me... Quelle che mi corrispondono nel loro cuore, formano le mie delizie. In questo cuore a cuore, Io mi compenso dell'ingratitudine degli uomini”.
Ma l'amor puro, per quanto fervido e confidente, resta però sottomesso quaggiù, alle leggi di un casto timore: le polveri della terra possono tanto facilmente appannare il cristallo più terso!
Il Divin Maestro rassicura la sua Sposa.
Gesù fece vedere un giorno a Suor M. Marta il posto che le riserbava in Paradiso: ed essa, subito a umiliarsi interiormente e a chiedere con una certa ansietà: "Mio buon Maestro, e non vi è nulla in me che m'impedisca di andarvi? - Sì, qualche impedimento c'è - rispose soavemente N. Signore - ma l'amore cancella tutto”.
Oh! quante volte Gesù le ripeté questa consolante parola che esprime così bene l'opera della contrizione perfetta nelle anime: "L'amore cancella tutto”.
Un giorno, provando un vivo desiderio di riunirsi a Lui, la nostra Sorella supplicava il Salvatore di ritirarla nel suo Paradiso. Gesù pareva non darle ascolto... allora essa esclamò: "Ah!, mio Gesù, qui siamo sempre esposte ad offendervi! - Figlia mia, l'amore cancella tutto”.
E siccome, con insistenza, essa domandava ancora al suo buon Maestro di concederle almeno la grazia di non più offenderlo, Egli rispose: "Quando venite a Me con amore, Io non considero più le vostre mancanze, ma guardo solo il vostro amore... L'amore cancella tutto”.
Un altro giorno, Suor M. Marta non osava avvicinarsi alla Santa Mensa, al ricordo di qualche infedeltà alla grazia. N. Signore la tranquillizzò con delle parole identiche: "L'amore purifica tutto". Buon Maestro, è forse oggi soltanto che sarò purificata? - No, Figlia mia, l'anima è purificata tutte le volte che ama con amore forte. Ma dev'essere un amore vero, puro e distaccato da tutto.
"La Sposa che ama, può agire liberamente. Io prendo cura di purificarle l'anima a misura che essa lavora immersa nel mio amore.
"La mia unione con te è il tuo unico bene: qui consiste il tuo progresso che nessuno potrà impedire.
"Devi essere come la spina per il ramo a cui è unita".
Noi sappiamo quanto la cara Conversa progredì in questa felice unione.
Suor M. Marta faceva la Via Crucis. Giunta alla quinta e alla sesta stazione, essa vide due braccia livide e sanguinanti che si stendevano parallele alle sue, che essa teneva stese. E Gesù le disse: "Vedi Figliuola, le mie braccia sono le tue".
Era un esprimerle in modo sensibile, l'unificazione alla quale sotto tante forme Egli la invitava: "Io ho bisogno soltanto del tuo cuore", amava ripeterle. E le mostrava il proprio Cuore aperto: "Tu hai bisogno soltanto del Mio".
"Riposati sul mio Cuore: il posto della Sposa è sul cuore del suo Sposo! Tu sei qui per il tempo e per l'eternità".
Quando l'amore unificante ricolma così un'anima, ne dissipa ogni pusillanimità. Ed è questo - lo si comprende sempre meglio - il segreto dell'eroica generosità di Suor M. Marta.
Malgrado tutto ciò che il Divin Maestro metteva di bontà, di tenerezza, di condiscendenza ineffabile nella condotta verso di lei, a Lui piacque farla passare per degli stati estremamente dolorosi. Le esigenze giunsero talvolta a un grado per noi sconcertante. E queste esigenze, indirizzate dapprima ad una giovane Religiosa di venticinque anni, contrassegnarono in seguito con maggior o minore intensità le varie fasi della sua esistenza. Nel 1871 la On. Nostra Madre Teresa Eugenia Revel, noterà ancora: "Nostro Signore dice costantemente alla sua fedele Sposa: "Figlia mia, sali il Calvario con Me". Egli vuole che, malgrado le sofferenze consuete, essa vada sempre avanti senza chiedere riposo. Un giorno le dichiarò in modo energico: "Io ti voglio vittima in piedi!".
... In piedi, grazie alle forze che dona la Divina Carità.
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