LA PASSIONE DELLA CHIESA NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA
L’agire con fini umani ha svuotato di grazia i figli della Chiesa:
“Figlia mia, le opere più sante, fatte con fin umano, sono come quei recipienti crepati, che menandosi dentro qualunque liquore 4, a poco a poco scorre a terra, e se si va per prendere quei recipienti nei bisogni, si trovano vuoti. Ecco perché i figli della mia Chiesa si sono ridotti a tale stato, perché nel loro operare tutto è fine umano, onde nei bisogni, nei pericoli, negli affronti, si son trovati vuoti di grazia e quindi debilitati, snervati e, quasi accecati dallo spirito umano, si danno agli eccessi. Oh, quanto avrebbero dovuto vigilare i capi della Chiesa per non farmi essere lo zimbello e quasi il coperchio delle nefande azioni di quelli! È vero che ci sarebbe molto scandalo se si penitenziassero, ma mi sarebbe di minore offesa coi tanti sacrilegi che commettono. Ahi, mi è troppo duro il tollerarli! Prega, prega, figlia mia, che molte cose tristi stanno per uscire da dentro i figli della Chiesa”. (Vol. 10°, 09.11.1910)
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