Le difficoltà che Luisa trova nel suo iter nella Chiesa sono dovute a quello che lei ha scritto. Qualcuno si è espresso più di una volta dicendo: “Luisa è sicuramente una santa, una grande santa; ma che peccato che abbia scritto! Che disgrazia i suoi scritti!” È incredibile, ma vero.
Chi parla o scrive di lei non può ignorare che abbia scritto, che cosa ha scritto e perché lo ha fatto. E parlare di tutto questo secondo verità, è molto scomodo. Oggi vanno di moda “i kamikaze”; quando parlo di Luisa mi sembra che divento uno di loro. Vorrei che chi legge o chi ascolta si sentisse scuotere la coscienza o si svegliassi dal sonno. Soprattutto vorrei che i responsabili della causa di beatificazione facessero “un salto sulla sedia” ed entrassero in crisi su quello che stanno facendo e su come lo fanno. È vero che l’anteriore Arcivescovo di Trani e l’attuale hanno dato ordine di non stampare per adesso nessun libro di Luisa, anche perché in questi ultimi anni vi è stata non poca confusione e tanti hanno fatto come a loro sembrava bene, delle volte senza criterio e anche senza garanzie di fedeltà in ciò che si è stampato e nelle traduzioni; insomma, senza aspettare la Chiesa. Adesso non è più tempo d’improvvisare, ognuno secondo la propria iniziativa, ma, mi sembra giusto, la Chiesa vuole mettere ordine e serietà in tutto questo e dobbiamo obbedire, con fiducia nel Signore, perché succede solo quello che serve al suo Disegno d’Amore.
Ma mi sembra che c’è anche il pericolo, come dico in una mia conferenza, di voler fare di Luisa “una Santa” (una Santa in più), evitando il problema dei suoi scritti, della sua dottrina, perché non la si conosce, né si capisce e… forse non c’è neanche il desiderio di capire. Temo che non ci sia sufficiente amore alla Verità, sufficiente apertura sincera del cuore per accogliere quello che il Signore ci offre. Ecco perché, come alcuni dicono, “Luisa Piccarreta è uguale a tutte le altre Sante e bonanotte!” La risposta è nelle parole stesse di Gesù e di Luisa:
"Figlia diletta mia, non ti meravigliare di ciò che vedi, perché non sei sola o unica, perché in tutti i tempi ho avuto le anime, dalle quali, per quanto può una creatura, potessi ricevere in qualche modo perfettamente lo scopo della mia Creazione, Redenzione e Santificazione, e la creatura potesse ricevere tutti i beni per cui l’ho creata, redenta e santificata. Altrimenti, se Io non avessi in ogni tempo sia pure una sola, si renderebbe vana tutta la mia opera, almeno per quel tempo.
Questo è ordine della mia Provvidenza, della mia Giustizia e del mio Amore, che in ogni tempo ci sia almeno una sola alla quale Io possa partecipare tutti i beni, e che la creatura mi dia tutto ciò che mi deve come creatura; altrimenti, a che pro mantenere il mondo? In un momento lo sconquasserei. E perciò, appunto, mi scelgo le anime vittime, affinché, come la Divina Giustizia trovò in Me tutto ciò che dovrebbe trovare in tutte le creature e mi partecipò insieme tutti i beni che avrebbe partecipato a tutte le creature, in modo che la mia Umanità conteneva tutto, così nelle vittime trovo tutto in loro, e partecipo ad esse tutti i miei beni.
Nel tempo della mia Passione vi ebbi la mia carissima Madre, e mentre le partecipavo tutte le mie pene e tutti i miei beni, Essa, come creatura, era attentissima a radunare in Sé tutto ciò che mi avrebbero fatto le creature; quindi Io trovavo in Lei tutta la mia soddisfazione e tutta la gratitudine, il ringraziamento, la lode, la riparazione, la corrispondenza che dovevo trovare in tutti gli altri. Poi veniva la Maddalena, Giovanni, e così in tutti i tempi della Chiesa. Onde per fare che tali anime mi siano più gradite e possa sentirmi tirato a dar loro tutto, le prevengo prima e poi nobilito ad esse l’anima, il corpo, il tratto e fin la voce, in modo che una sola parola abbia tanta forza, sia tanto graziosa, dolce, penetrante, che tutto mi commuova e m’intenerisca, mi cambi, e dico: Ah, è questa la voce della mia diletta! Non posso fare a meno di ascoltarla. Sarebbe come se volessi negare a Me stesso ciò che vuole. Se non debbo ascoltarla mi conviene toglierle la volontà di farla parlare, ma mandarla vuota non mai. Sicché tra essa e Me passa tale elettricità d’unione, che l’anima stessa non tutto può comprendere in questa vita, sebbene lo comprenderà con tutta chiarezza nell’altra". (Vol. 6°, 4-9-1905)
Quindi, Gesù le dice che in tutti i tempi ha scelto anime vittime (come Luisa), alle quali ha dato tutti i suoi beni e le sue pene, e dalle quali Egli riceve la corrispondenza che tutti Gli debbono.
Perciò, sotto questo aspetto di Vittima con Gesù, Luisa non è l’unica. Ma poi, quando Gesù parla della novità del vivere nella sua Volontà (e non soltanto farla), Egli dice, per esempio:
“Gli stessi Santi si uniscono con Me e fanno festa, aspettando con ardore che una loro sorella sostituisca i loro stessi atti, santi nell’ordine umano, eppure non nell’ordine divino; Mi pregano che subito faccia entrare la creatura in questo ambiente divino…” (Vol. 12°, 13-2-1919)
Stava pensando Luisa: “Possibile che (Gesù) abbia fatto passare tanti secoli senza far conoscere questi prodigi del Divin Volere e che non abbia eletto tra tanti Santi uno che deva dar principio a questa santità tutta divina? Eppure ci furono gli Apostoli e tanti altri grandi Santi, che hanno fatto stupire tutto il mondo…” (Vol. 13°, 3-12-1921)
–“Amor mio e Vita mia, io non so persuadermi ancora: com’è possibile che nessun Santo non abbia fatto sempre la tua SS. Volontà e che sia vissuto nel modo come ora dici, nel tuo Volere?”
–“…Certo che sono stati dei Santi che hanno fatto sempre il mio Volere, ma hanno preso della mia Volontà per quanto ne conoscevano. Essi conoscevano che il fare la mia Volontà era l’atto più grande, quello che più Mi onorava e che portava alla santificazione, e con questa intenzione la facevano, e questo prendevano, perché non c’è santità senza la mia Volontà, e non può uscire nessun bene, santità piccola o grande, senza di Essa” (Vol. 14°, 6-11-1922)
–“Mio amato Bene, insieme con Te voglio seguire tutti gli atti che fece la tua Umanità nella Volontà Divina. Dove giungesti Tu voglio giungere anch’io, per fare che in tutti i tuoi atti trovi anche il mio. Sicché, come la tua intelligenza percorse nella Volontà Suprema tutte le intelligenze delle creature, per dare al Padre Celeste la gloria, l’onore, la riparazione, per ciascun pensiero di creatura in modo divino, e suggellare con la luce, con la grazia della tua Volontà ciascun pensiero di esse, così anch’io voglio percorrere ciascun pensiero, dal primo all’ultimo che avrà vita nelle menti umane, per ripetere ciò che sta fatto da Te; anzi, voglio unirmi con quelli della nostra Celeste Mamma, che mai restò dietro, ma sempre corse insieme con Te, e con quelli che hanno fatto i tuoi Santi”.
A quest’ultima parola, Gesù mi ha guardata e tutto benignità mi ha detto: –“Figlia mia, nella mia Volontà Eterna troverai tutti gli atti miei, come pure quelli della mia Mamma, che coinvolgevano tutti gli atti delle creature, dal primo all’ultimo che dovrà esistere, come dentro di un manto, e questo manto, come formato in due, uno si elevava al Cielo per ridare al Padre mio, con una Volontà Divina, tutto ciò che le creature Gli dovevano: amore, gloria, riparazione e soddisfazione; l’altro rimaneva a difesa e aiuto delle creature. Nessun altro è entrato nella mia Volontà Divina per fare tutto ciò che fece la mia Umanità. I miei Santi hanno fatto la mia Volontà, ma non sono entrati dentro per fare tutto ciò che la mia Volontà fa e prendere come dentro di un colpo d’occhio tutti gli atti, dal primo all’ultimo uomo, e rendersi attori, spettatori e divinizzatori. Col fare la mia Volontà non si giunge a fare tutto ciò che il mio Eterno Volere contiene, ma scende nella creatura limitato, quanto la creatura ne può contenere. Solo chi entra dentro si allarga, si diffonde come luce solare negli eterni voli del mio Volere e, trovando i miei atti e quelli della mia Mamma, vi mette il suo. Guarda nella mia Volontà: ci sono forse altri atti di creatura moltiplicati nei miei, che giungono fino all’ultimo atto che deve compiersi in questa terra? Guarda bene; non ne troverai nessuno. Ciò significa che nessuno è entrato. Solo era riserbato di aprire le porte del mio Eterno Volere alla piccola figlia mia, per unificare i suoi atti ai miei e a quelli della mia Mamma e rendere tutti i nostri atti triplici innanzi alla Maestà Suprema e a bene delle creature. Ora, avendo aperto le porte, possono entrare altri, purché si dispongano ad un tanto bene”. (Vol. 14°, 6-11-1922)
Insomma, per parlare di Luisa, come per parlare della Divina Volontà, è necessario conoscerla: altrimenti si fa il ridicolo… davanti a Dio! E la si conosce soltanto nella misura che la si fa vita della propria vita. Io non aggiungo altro.
P. Pablo Martín
Agosto 2003 .
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