IL REGNO DI DIO SI INSTAURA CON LA SECONDA VENUTA DI GESU CRISTO
2) Visione dell'Agnello di Dio nel Cielo:
Arriverá un momento nella storia dell'umanità che si rifletterà nella seguente visione di Giovanni, dove avrà accaduto un avvenimento straordinario: l'incarnazione del Figlio di Dio in Gesù Cristo, e la sua conseguente vita, passione, morte, resurrezione ed ascensione al cielo. Giovanni è testimone della presenza dell'Agnello immolato nel cielo:
Apocalisse 5: “E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo. Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. Uno dei vegliardi mi disse: «Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono. E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra».
Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: «L'Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione». Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E i vegliardi si prostrarono in adorazione.”
Appare in questa visione, come continuità dell'anteriore, un dettaglio che non si era menzionato prima: Dio Padre ha nella sua mano destra un libro (rotolo), chiuso con sette sigilli. C'è un angelo poderoso (un angelo delle massime gerarchie celestiali) che chiama cercando qualcuno che sia degno di aprire il libro slegando i suoi sigilli.
Nessuno è degno di aprire quelli sigilli, ed allora Giovanni piange. Questa descrizione dà un certo senso di passo del tempo, dalla scena anteriore, che dicemmo rappresenta il tempo dell'Antico Testamento, fino a che si produrrà il mistero dell'Incarnazione del Verbo, con la sua vita, passione, morte, resurrezione ed ascensione al cielo.
È il Leone di Giudá, il Germoglio di Davide (titoli messianici che si riferiscono all'ascendenza del Messia) che ha trionfato sulla morte, come annuncia uno degli anziani a Giovanni, chi appare davanti al trono di Dio come Agnello immolato, conservando nella sua sacra umanità i segni della sua morte. Le sette corna rappresentano la somma del potere che detiene, ed i sette occhi sono la pienezza dello Spirito Santo che Egli ha rovesciato sulla terra:
Giovanni 1,16: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.”
Abbiamo così nuovamente la Santa Trinità: il Padre, il Figlio incarnato e lo Spirito Santo. E si produrrà la cosa sperata: l'Agnello è degno di prendere il libro dalla destra del Padre, e così lo fa. Questo gesto inizierà nel cielo una liturgia di adorazione inenarrabile: gli angeli servitori del Padre e gli Anziani si prostrano davanti all'Agnello per adorarlo, offrendo il suo canto nuovo (non si era ascoltato prima dell'Ascensione), accompagnato per arpe e per le preghiere dei santi che sono offerte al Signore.
In questo canto che incomincia in quelli che si trovano più vicino a Dio (i Viventi e gli Anziani), si riassume magnificamente il proposito eterno di Dio per la sua massima creazione, l'uomo, e della sua realizzazione finale per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo.
Vediamo con cura gli elementi di questo canto nell'adorazione celestiale all'Agnello:
a) Dio dall'eternità ha previsto formarsi un Regno composto per uomini di ogni "tribù e lingua e paese e nazione", cioè, senza eccettuare a nessuna delle sue creature, affinché compongano il suo popolo.
b) Questo proposito, dopo l'apparente fallimento nell'elezione di un popolo, Israele, e le sue infedeltà all'alleanza che stabilì con essi, si porterà finalmente a capo mediante suo Figlio Gesù Cristo.
c) Col sangue versato nella croce Gesù ha pagato per il peccato dell'umanità e ha cancellato il prezzo affinché gli uomini trovino aperto il cammino verso quel Regno promesso e desiderato per il Padre.
Si rinchiude qui tutto il fondamento della finalità della creazione dell'essere umano per Dio. Deplorevolmente la gran maggioranza degli uomini che popolano il nostro mondo di oggi, includendo buona parte dei cristiani, ignorano completamente il proposito eterno che ha avuto Dio Padre per creare gli uomini, e per questa ragione si trovano in un'oscurità che non permette loro neanche di scorgere il proposito delle sue vite, della sua esistenza.
Nella Lettera agli Efesini si esprime con moltissima chiarezza questo proposito eterno del Padre:
Efesini 1, 3-10: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.”
Vediamo i concetti che ci consegna con profondità unica questo passo del Nuovo Testamento:
*Da prima della fondazione del mondo, in precedenza a che questo esistesse, il Padre aveva deciso nella sua volontà onnipotente di procurarsi mediante la creazione dell'uomo una moltitudine di figli adottivi, affinché vivessero eternamente nella sua presenza, e per questo dovevano essere santi, cioè senza macchia di peccato, meta che non è alla portata dell'uomo con i suoi soli mezzi naturali, ma è un'impresa soprannaturale.
*Poiché l'essere umano, facendo male uso della libertà con che fu creato, peccò dall'inizio, trasmettendosi dopo questo peccato originale alle generazioni successive, fu necessario che il Padre desse alle sue creature benedizioni speciali e grazie che le permettessero ottenere il proposito che Egli aveva fissato, e questo lo fece mediante la salvazione ottenuta per tutta la razza umana da suo Figlio Gesù Cristo.
*Gesù, con la sua incarnazione, vita, passione, morte e resurrezione ottenne la Redenzione per il genere umano, procurando il perdono dei peccati e regalando ai suoi discepoli il dono della grazia, con la quale la mente umana riceve una saggezza ed intelligenza soprannaturali, che permetteranno al cristiano compiere il proposito previsto in anticipo per il Padre, cioè, arrivare ad essere i suoi figli adottivi vivendo eternamente nella sua presenza.
*Questo chiaro piano non si realizzerà improvvisamente, ma comincerà a prepararsi durante un lungo periodo, compreso tra l'Incarnazione del Figlio di Dio (conosciuta come la sua prima Venuta al mondo) e la sua seconda Venuta, che costituirà la pienezza dei tempi.
*Sará in questo tempo che tutto quello che esista nei cieli e nella terra si costituirà finalmente nel Regno di Dio in pienezza, dove Cristo sarà il Re e il Capo di tutta la creazione.
Tutto questo è quello che esprime il cantico celestiale, al quale dopo si uniscono anche in adorazione miriadi di angeli del cielo e la creazione tutta, adorando al Padre, allo Spirito Santo e all'Agnello, a chi le riconoscono che avrà l'Impero sul Regno per sempre.
I Viventi assentono con un "amen", e così il canto di adorazione e lode continua a passare dall’uno all’altro, perché c'è realmente festa nel cielo, poiché ha cominciato a svilupparsi il compimento finale del proposito eterno del Padre.
GIANFRANCO BENEDETTO
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