«Questa mattina, trovandomi fuori di me stessa, vedevo la Celeste Mamma col Bambino in braccio. Il Divin Bambino mi ha chiamato con la sua piccola manina ed io son volata a mettermi in ginocchio innanzi alla Mamma Regina, e Gesù mi ha detto: “Figlia mia, oggi voglio che parli con la nostra Mamma”.
“Celeste Mamma mia, dimmi, c’è qualche cosa in me che dispiaccia a Ed io ho detto:
Gesù?”
E Lei: “Carissima figlia mia, stai tranquilla; per ora non vedo niente che dispiaccia a mio Figlio. Se, mai sia, incorressi in qualche cosa che potesse dispiacergli, ti terrei subito avvisata; fidati della Mamma tua e non temere”.
Come la Celeste Regina mi assicurava così, mi sentivo infondere nuova vita e ho “Dolcissima Mamma mia, in che tristi tempi siamo! Dimmi, è proprio vero che soggiunto:
Gesù vuole la riunione dei sacerdoti?”
E Lei: “Con certezza la vuole, perché i flutti si stanno per innalzare troppo alti e queste riunioni saranno le ancore, le lucerne, il timone con cui la Chiesa si salverà dal naufragio nella tempesta, ché mentre comparirà che la tempesta abbia sommerso tutto, dopo la tempesta si vedrà che sono rimaste le ancore, le lucerne, il timone, cioè le cose più stabili, per continuare la vita della Chiesa. Ma, oh, quanto sono vili e codardi e duri di cuore! Quasi nessuno si muove, mentre sono tempi di opere. I nemici non riposano e loro se ne stanno neghittosamente, ma peggio sarà per loro”.
Poi ha soggiunto: “Figlia mia, cerca di supplire a tutto con l’amore. Una sola cosa ti stia a cuore: amore. Un solo pensiero, una sola parola, una sola vita: amore. Se vuoi contentare e piacere a Gesù, amalo e dagli sempre occasione di fargli parlare d’amore. Questo è l’unico suo sollievo che Lo ricrea, l’amore. Digli che ti parli d’amore e Lui si metterà in festa”.
Ed io: “Tenero mio Gesù, senti che dice la nostra Mamma, che ti domandi amore e parli d’amore”.
E Gesù, festeggiando ha detto tali e tante cose della virtù, dell’altezza, della nobiltà dell’amore, che non è del mio linguaggio umano il saperlo ridire; perciò faccio…» (Vol. 10°, 26.03.1911)
Pablo Martín Sanguiao
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